L'Allieva e... la follia ha il tuo nome

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Dopo il pomeriggio trascorso a piangere e a rigirarmi addolorata nel letto, ho dovuto farmi forza e rientrare. Rivedere quelle mura, le persone che le animano è una coltellata.
Persino i miei colleghi, con i quali prima c'era complicità e affetto, mi appaiono figure minacciose.
"Sacrofano, ti ho cercato almeno una dozzina di volte ieri pomeriggio! Dov'eri finita?"
E' Claudio, lo guardo con disprezzo, odio, dolore. Ora so cosa pensi realmente di me!
"A casa mia. Dovevo lavorare." rispondo evasiva e quasi senza guardarlo.
"A cosa visto che la Boschi non ti ha dato alcun incarico?"
Lo guardo dura, non credo d'averlo mai guardato così prima d'ora, ma ciò che ho sentito, il modo in cui ha parlato di me e il fatto che quello che credevo essere l'amore della mia vita mi abbia pugnalato alle spalle, mi hanno improvvisamente indurita.
A che serve usare il cuore se alla fine quando lo mettiamo nelle mani di chi amiamo e ci fidiamo, questo lo prende e lo pugnala? Forse è un pensiero estremo il mio e forse è solo dettato dalla rabbia del momento e probabilmente mi passerà, ma ora non riesco a immaginare come.
"Era un lavoro che avrei probabilmente dovuto già finire molto tempo prima." e improvvisamente capisco che questa risposta implicitamente si riferisce anche a quello che c'era prima tra di noi.
"L'hai finito ora?" chiede incrociando le braccia.
"Credo di sì." rispondo dura per poi voltargli le spalle, ma lui mi trattiene per un braccio "Che altro c'è?" gli chiedo con lo stesso tono.
"Dimmelo tu. Che hai? Perché ti comporti così? E poi perché non mi guardi?"
"Fatti un esame di coscienza, Claudio." replico gelida per poi voltargli le spalle, ma lui mi trattiene ancora.
"Non capisco. Di che parli?" stavolta incrocio io le braccia e un'espressione furente mi si dipinge sul volto "Hai sentito parlare me e la Boschi." dice capendo al volo "Vero?"
"Ti si è accesa la lampadina, vedo. Ne sono contenta." affermo pungente.
"Non avresti dovuto mai sentire!" esclama.
"E perché no? Sarebbe cambiato qualcosa tra noi?" lui tace "Mi avresti tenuto ancora a distanza e io mi sarei continuata a chiedere come una scema se tra noi poteva esserci qualcosa! Forse è un bene, invece, che abbia ascoltato tutto, non credi? Ora non devi più fingere. Puoi essere quello che sei sempre stato: uno stronzo, arrogante, fiero della tua bella carriera."
Claudio sospira assumendo l'espressione di chi si sta trattenendo dall'urlare "Avrei dovuto dirti io che sono in un momento della mia vita in cui non posso fare altro se non dedicarmi al mio lavoro. Non avresti dovuto semplicemente sentire le parole dette in quel modo..."
"E la sostanza sarebbe cambiata?" chiedo interrompendolo.
"Non lo so... ma sicuramente non ti avrei parlata in quel modo. La Boschi non nutre particolare stima di te e io..."
"E tu l'hai solo supportata, bravo." dico gelida.
"Mi dispiace."
"Ancora un 'mi dispiace' e ti prendo a schiaffi, Claudio, giuro!" lo minaccio furiosa "Voglio sapere che cosa ti ho fatto per meritare quelle parole di disgusto e disprezzo da parte tua! Non mettere la Boschi in mezzo, siamo io e te ora! Dimmi quello che pensi di me, dillo una buona volta così magari tra noi finisce davvero!" esclamo veemente e lasciandolo di stucco.
"La Boschi tra un po' dovrebbe lasciare l'incarico e ha detto che vorrebbe ci fossi io a sostituirlo, naturalmente però è ancora tutto da definire... e lei mi ha detto che mi ha visto poco concentrato sul lavoro ultimamente e abbiamo parlato di te... di me... insomma lei aveva capito che tra noi c'era... c'è... insomma che il nostro rapporto non è solo professionale." lo guardo dritto negli occhi, mentre lui fa vagare lo sguardo dai miei occhi al corridoio alle mie spalle "Io ci tengo a diventare il Supremo di questo posto, lo merito. E le ho detto che farò tutto quello che occorre..."
"A qualunque prezzo." concludo io.
Lui sospira "Non voglio, ma voglio anche quel posto. Lo voglio da sempre. Il lavoro è sempre stata la mia priorità, lo sai, Alice, e verrà anche sempre prima dell'amore che provo per te nonostante i nostri alti e bassi."
"Cosa non si fa per la carriera, eh!" esclamo con amaro sarcasmo.
"Ti prego, non fare l'ironica però!" replica seccato lui.
"Non sono ironica, è vero. L'hai appena detto che per la tua maledetta carriera faresti di tutto e saresti pronto a rinunciare a ogni cosa. L'hai appena detto, Claudio! Ho capito. Però speravo che dato che siamo stati insieme e, scema io, pensavo ci fosse una speranza ancora per noi, di poter provare a essere felice con te! Felici come lo siamo stati tempo fa!"
"Alice..." comincia lui, ma lo interrompo ormai sono fuori di me dalla rabbia.
"Le cose però sono cambiate e ora che la Boschi ti sta fornendo questa opportunità, il noi può andarsene pure al diavolo! Tanto ciò che conta non sono i sentimenti, ma la carriera! Buona fortuna!" gli urlo contro voltandogli le spalle, lui prova a trattenermi, ma gli sfuggo urlandogli contro "Ma vaffanculo!"
Rabbiosa vado in laboratorio, c'è un'esercitazione con il professor Anceschi e forse è ciò che mi serve al momento, forse mi serve una pausa da questa follia che si chiama Claudio Conforti.

L'Allieva... 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora