L'Allieva e... un'opportunità

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Aprire gli occhi mi è costata tanta fatica: sono stata a telefono con Silvia per quasi due ore cercando di convincerla ad approfittare dell'occasione che ci era capitata tra le mani, ma la mia migliore amica ha – ovviamente – obiettato su tale opportunità in quanto non era stata lei a cercare questo lavoro e, a suo dire, era una raccomandazione quella che avevo fatto quindi non ha voluto sentire ragioni per la prima ora e quarantacinque, poi l'ho convinta a non vedere sempre tutto nero e che di contro poteva lasciare quel lavoro umiliante che svolgeva.
Siamo a giugno ormai e le giornate dovrebbero essere teoricamente migliori, ma in pratica anche oggi piove. Quest'anno il Sole ha deciso di abbandonarci! Dopo essermi lavata e truccata quanto basta, indosso un maglioncino a fiori, jeans e un giacchettino blu, poi usando – rigorosamente – i mezzi raggiungo l'Istituto. Il tempo sembra rispettare il mio cupo stato d'animo, non tanto per Claudio (o meglio non del tutto!), non tanto per Silvia che mi ha tenuta sveglia fino alle 2, quanto per l'aver saputo sempre ieri sera di una tesina conclusiva da scrivere entro inizio luglio; ho quasi tre settimane di tempo, ma ciò che mi preoccupa è che dovrà guidarmi il relatore da me scelto e chi scelsi tempo fa fu Claudio.
Respiro profondamente ed entro, tutti sono in grandissimo fermento, tutti i docenti indossano giacca e cravatta, le donne vestiti eleganti, per un momento temo di aver sbagliato posto, poi vedo Paola che sta aggiustando il nodo della cravatta di Claudio che è visibilmente teso, si stanno parlando, lui le sta dicendo qualcosa e lei sorride, poi è lei a dire qualcosa e lui che sorride, poi si volta verso l'ingresso e mi vede: la sua espressione cambia è carica di... non so nemmeno io di cosa, sorpresa? Rimpianto come quello che provo io? Indifferenza?
Dovrei forse chiedere che cosa sta accadendo, ma quello che ho visto mi ha completamente e totalmente infastidita perché, anche se ormai tra noi le cose sono finite, non mi aspettavo che Claudio si avvicinasse a qualcuna così in fretta; qualcuna che è per inciso stata l'inizio della nostra fine. Tiro dritto recandomi nella stanza di noi specializzandi, sfilo il mio giacchettino con gran lentezza, forse il gruppetto fuori ora andrà via e io potrò "lavorare in pace", ma così non è perché pochi istanti dopo sento la porta della stanzetta chiudersi, mi sporgo e vedo Claudio appoggiato ad essa.
"Che stai facendo?" gli chiedo perplessa.
"Ti devo parlare." risponde evasivo.
Alzo un sopracciglio incrociando le braccia "Sono tutta orecchi."
"Non dovevi vedere... non così."
"Come non dovevo ascoltare, vero? Sai una cosa Claudio, fai quello che vuoi. Parla, fai quello che ti pare, vai dove ti pare e soprattutto fallo con chi vuoi tu." affermo con una tale freddezza e un tale distacco che non mi sembra nemmeno di essere stata io a parlare.
Claudio corruga la fronte "Anche se ci siamo lasciati, vorrei che le cose tra noi fossero quantomeno civili e che ci comportassimo da persone mature." aggiunge con quel tono dannatamente professionale e distaccato che gli ho sempre invidiato.
Sorrido amaramente "Cioè? Cosa dovrei fare? Dire a Paola grazie di essere entrata da quella porta e aver distrutto tutto quello che avevo? Beh, te lo puoi scordare!" esclamo ferita.
"No, ma ti chiedo di essere civile con lei ed evitare scenate."
Respiro profondamente poi scuotendo leggermente il capo "Tu mi chiedi questo, ma tu hai pensato che il vostro atteggiamento così esplicito qui in Istituto possa quantomeno ferirmi? No, ve ne siete sempre fregati entrambi di me e della mia opinione, farò lo stesso. Non la prenderò per i capelli, Claudio, tranquillo, non vi insulterò come vorrei tanto fare, ma non chiedermi di sorridervi perché questo non accadrà mai!" replico furiosa "Adesso vattene che mi devo cambiare." riprendo voltando il capo dall'altra parte e incrociando le braccia.
"Come vuoi tu."
"Come voglio io?" riprendo "No, come vuoi tu! Sei tu che mi costringi a comportarmi così. Complimenti per il tatto, sbattermi la tua relazione in faccia dopo pochissimo che ci siamo lasciati e quel che è peggio chiedermi di essere... non c'è altro da dire." mi avvicino alla porta "Spostati!" esclamo "Adesso, esci!"
"Okay" dice soltanto "ah, io e te comunque avremo modo e tempo per parlare. Ora devo presentare il mio progetto a dei docenti tedeschi, domani stabiliamo l'argomento della tua tesina conclusiva." detto questo Claudio va via e mi lascia con una forte tachicardia e tanta, ma tanta amarezza.

Oggi ho detto addio a Claudio, lui lo ha detto a me. Provo un freddo e un tale vuoto che è come se qualcuno mi avesse risucchiato via tutto, anche il sogno che avevo di diventare medico legale, tutto.
Neanche le angherie della Wally mi hanno scalfita oggi, catalogo i reperti ossei senza battere ciglio, senza replicare, è Michele che mi scuote dopo "Ali, non t'ho mai vista lavorare con così tanto coinvolgimento! Sei ore di fila e neanche una pausa, complimenti."
Sorrido amaramente, ma non rispondo, è Lara che risponde "Ha deciso di diventare una stakanovista come Conforti." colgo un cenno della mano di Michele "Che c'è?" chiede non capendo, il mio migliore amico deve averle fatto il gesto di non nominarlo, ma Lara non ha colto e così mi ritrovo ad abbassare il capo, respirare profondamente e poi alzarmi, non voglio parlare di lui, anzi se possibile non vorrei parlare affatto per oggi.
L'aria fuori è incredibilmente fresca per essere giugno, il vento mi accarezza la pelle provocandomi piccoli brividi che mi costringono a stringermi nelle spalle, chiudo gli occhi perdendomi per qualche momento in quel soffio che increspa l'aria. Per fortuna ricevo una telefonata di Silvia che mi fa distrarre per qualche momento dalla tristezza che aveva nuovamente guastato il mio umore, "Ali, ma che hai detto a 'sto tizio di me?" mi chiede Silvia tutta agitata, starà camminando e parlando gesticolando come al suo solito "Come cosa gli ho detto? Ho detto che cercavi un lavoro serio in cui poterti impegnare." rispondo non capendo la domanda diretta della mia migliore amica.
"Non dovevi, Alice, ha detto che farà una segnalazione allo studio dove mi trovo e che mi assume!"
"E qual è il problema? Anzi, auguri!" esclamo.
"Auguri un corno, Alice! Se me ne vado e subito dopo lo studio riceverà la denuncia, l'avvocato farà due più due e capirà che sono stata io!"
"E quindi?" chiedo non capendo.
"Ma l'Istituto t'ha bruciato il cervello? Capiranno che sono stata io, no?" esclama agitata Silvia.
"Ascolta, dopo chiamo io Davide e gli chiederò di non farlo, magari l'avrà detto per impressionarti o così per dire!" cerco vanamente di tranquillizzarla.
"Ah, quindi scrivere una lettera davanti a me è solo un modo per impressionarmi e farmi assumere secondo te?"
"Ma non lo so, Silvia, magari l'ha scritta sì, ma poi non la manda. Facciamo così: per le 18:30 lascio questo posto e chiamo Davide, forse..."
"Forse l'avrà già spedita!" mi interrompe lei dall'altro capo del telefono "Sono così angosciata, Ali, e se l'avvocato Mancini mi denunciasse?"
Respiro profondamente "Ascolta, chiamo ora Davide e vedo di capire cosa vuole fare, tu però stai tranquilla. Appena ne so di più ti richiamo, promesso."
"Non ti dimenticare." mi implora.
"Va bene. Oh, e auguri, eh!"
"Sì." dice lei angosciata prima di riagganciare.
Non l'ha presa bene,meglio provvedere subito e aiutare un'amica in difficoltà!


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Buonasera a tutte!
Questo capitolo può sembrare di transizione, 
ma in effetti non lo è perché comunque delle cose sono successe.
Voi cosa dite, Davide avrà spedito la lettera che screditerà Silvia?
Alice gli farà cambiare idea? 
Alice e Claudio si sono veramente detti addio?
Si accettano scommesse...!
Grazie per la pazienza e per i vostri splendidi messaggi,
a presto!

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