L'Allieva e... tempesta in arrivo

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Il giorno seguente io, Lara, Michele, altre due specializzandi più una giovane dai lunghi capelli rossi, mai vista prima, raggiungiamo Claudio nella sala settoria.
"Da oggi avrete una nuova collega" dice Claudio indicando la ragazza dai capelli rossi "Lei è Paola Giordani. Si è appena trasferita da Genova e mi auguro vogliate metterla subito a suo agio. Vieni, cara, aiutami." dice CC rivolgendole un sorriso dolce, sorriso che Paola ricambia subito.
"Non ci posso credere!" sbotto mentre mi vesto assieme a Michele e Lara "Perché sta facendo il provolone con la nuova?!"
"Carne fresca. E comunque quella è la ragazza che è uscita assieme a Beatrice e a Conforti quella volta che ti dissi, ricordi?" dice Lara riportandomi alla mente quella frase di quando io e lei ci sentimmo al telefono quasi un anno fa.
"Magari lo fa solo per non farla scappare subito!" dice Michele incoraggiante.
"Dai andiamo." dico io avvilita precedendoli.
"Il cadavere presenta dodici coltellate di cui una è quella mortale inflitta a... sembra distanza ravvicinata... al cuore. Tutte presentano la medesima profondità e a giudicare dall'angolazione... sembrano inflitte con la mano sinistra. Inoltre dal tampone risulta che la vittima abbia avuto un rapporto sessuale..."
"Violentata?" chiedo.
Claudio mi fulmina con lo sguardo "No, come dicevo, dal tampone risulta il rapporto sessuale, ma è un rapporto consenziente inoltre non ci sono tracce organiche rilevabili."
Osservo il corpo senza vita di Alessandra e vedo ai polsi, sulle braccia, ma anche sulla schiena ecchimosi varie.
"Claudio? Guarda" dico attirando la sua attenzione su ciò che mi aveva colpito "sembrano segni di percosse."
"Questo purtroppo non possiamo dirlo con certezza, Alice." constata lui "Ti occupi tu di restituire gli effetti personali ai parenti della vittima?"
"Certo."
Nel corso dell'esame esterno, Claudio – aiutato dalla rossa – trova sotto le unghie della vittima del tessuto epiteliale "Quindi ha lottato prima di morire." constato.
"Questo non possiamo saperlo!" ribatte la nuova guadagnandosi uno sguardo interrogativo da parte mia, mentre CC le sorride esclamando "Non avrei saputo dirlo meglio! Bene, esame esterno terminato." aggiunge.

La ragazza indossava quella sera un ciondolo a forma di semiluna, un paio d'orecchini e un anellino d'oro. Li ripongo in una bustina e poi esco dalla sala settoria e raggiungo la parente della vittima, una giovane molto somigliante ad Alessandra.
"Salve, sono la dottoressa Allevi." mi presento alla giovane donna.
"Margherita, la sorella di Alessandra." si presenta tra le lacrime.
"Mi dispiace molto."
Margherita annuisce.
"Qui ci sono gli effetti personali di sua sorella." proseguo.
"Grazie." dice con voce rotta.
"Io conoscevo sua sorella." dico.
"Davvero?" annuisco "Quando vi siete conosciute?"
"Molti anni fa a scuola. Frequentavamo lo stesso liceo. E' sempre stata una ragazza molto speciale." constato cambiando subito argomento.
La ragazza si asciuga velocemente le lacrime "Già, lei è sempre stata così.. bellissima, intelligente, speciale, amata da tutti." afferma a testa bassa.
"Era una persona che non passava inosservata!"
Margherita si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e proprio in quel momento noto dei graffi sulla sua mano "Sì, lo era. Lei per me era un mito. Sa essendo sorella minore è normale che la venerassi! Lei ha sorelle?"
"No, ho un fratello più piccolo."
"Spero godiate di maggior fortuna di quella che abbiamo avuto io e Alessandra." la osservo perplessa "Grazie di tutto, arrivederci." si congeda nel momento in cui evidentemente si è resa conto di starsi sbottonando un po' troppo.
"Arrivederci."

Forse dovrei rimettermi subito al lavoro per la Wally, ma il ritrovamento di quella poverina e la sua autopsia mi hanno stremata! Piuttosto decido di andare in centro a bere una cioccolata calda con Silvia e poi ho bisogno di parlare un po' con lei. Le racconto di Alessandra e lei assume un'espressione un po' turbata "Me la ricordo eccome! Era veramente una in gamba. Finire così...!" sospira "Mi ricordo ancora la vostra espressione dopo quello che vi avevano fatto! Eravate terrorizzate!" deglutisco al solo ricordo "Però poi so che lei aveva cambiato liceo, o ricordo male?"
"Sì, lo cambiò e ha fatto bene. Se ne andò in uno privato e poi da allora non l'ho più né vista né sentita. Fino a ieri che l'ho vista... così. Mi ha riaperto una vecchia ferita."
Silvia mi stringe la mano "Se ne vuoi parlare, io sono qui."
Le sorrido flebilmente "Anche Claudio vorrebbe che ne parlassi, anzi per la verità lui vuole sapere tutta la storia, ma... non gliene ho parlato ancora."
Silvia annuisce "Fallo quando sarai pronta. Affrontare quell'episodio non è semplice."
Annuisco flebilmente, poi per fortuna la discussione vira su altri temi ben più lieti: lo shopping.
Quando torno a casa, Claudio non è ancora rientrato e così ne approfitto per controllare un po' di posta elettronica ricevuta arretrata e fra queste leggo che fra dieci giorni comincia un corso d'inglese. Ho bisogno di migliorare il mio inglese così prendo la decisione di recarmi l'indomani presso il British e fare una prova.

Quando Claudio ritorna, ha un'aria tremendamente serena e non fa che smanettare al telefono.
"Con chi ti scrivi da quasi un'ora?" gli chiedo curiosa dopo aver pulito la cucina.
"Con Paola."
Per poco non mi scivola un piatto dalle mani "Con chi? La nuova?" chiedo voltandomi "Già vi siete scambiati il numero di telefono?"
"Siamo colleghi, fra colleghi di solito si fa così." mi risponde riprendendo a scrivere.
"E cosa vi dite esattamente?" chiedo incrociando le braccia con espressione seria.
"Parliamo di cadaveri." risponde senza alzare lo sguardo dallo schermo.
"Di cadaveri?"
"Sì, sai quelli che abbiamo in obitorio?" mi schernisce lui.
"Mi prendi per il culo?" sbotto, finalmente alza lo sguardo dal cellulare "Parlate da un'ora di cadaveri?!"
"Sì." mi risponde "Vuoi leggere?" chiede tendendomi il telefono a mo' di sfida.
"Sì." replico prendendo il telefono fra le mani provando un moto di gelosia, fino a quel momento sconosciuto o perlomeno non così forte. Sono ben 150 messaggi, ma nessuno di questi è al di là della sfera lavorativa. Mi sento scema. Alzo lo sguardo su di lui che lo distoglie alzandosi per andarsi a versare un bicchiere di vino rosso "Scusa." dico tendendogli il telefono.
Lui afferra il telefono e chiude la schermata, mi osserva con sguardo accusatorio, ma non commenta. Beve tre grossi sorsi di vino per poi andare vicino alla finestra.
"E' che sei un bellissimo uomo e... tutte ti vogliono." tento di giustificarmi "Pensavo che la rossa fosse tra queste, ma mi sbagliavo."
Lui si volta "Evidentemente pensi ancora che io, siccome so di essere bello, seducente e intelligente, voglia conquistare tutte le donne che mi capitano a tiro! Allevi, ma cosa devo fare per farti abbandonare questa idea? Possibile che ancora hai questa immagine di me in testa?"
Non rispondo, ho lo sguardo basso: mi sento idiota.
"Sai i passi che ho fatto, sai che sto cercando di dimostrarti quanto ti ami e che ti sostengo eppure tu continui a pensare che io possa flirtare con altre. Non posso nasconderti che questa tua sfiducia mi delude molto."
"E che ho visto oggi come facevi il provolone con quella... Paola e... ho pensato che volessi... non so neanch'io cosa!"
"No, dillo! Pensavi? Pensavi che volessi provarci? E' questo quello che intendevi dire?" chiede guardandomi con occhi ardenti.
Io mi guardo intorno colta in flagrante, sì pensavo a questo. Ma lui no.
"Dillo!" mi incita ancora ora con sguardo furente.
Scuoto la testa.
"Non lo pensavi o non lo vuoi ammettere ad alta voce? Sai, dopo un anno passato insieme a Bruxelles, dopo che abbiamo vissuto alti e bassi come coppia, io credevo che avessimo finalmente smesso di comportarci come dei bambini e invece..." posa il bicchiere ormai vuoto sul davanzale "...vado a vedere una partita di tennis di là. Quando la paranoia sarà passata, mi fai un fischio." aggiunge per poi lasciarmi sola in cucina.
Sento la tv accendersi e poi dopo un po' il telecronista parlare dei tennisti e dei loro ultimi match. Prendo il bicchiere che Claudio aveva lasciato e lo pulisco, sono gelosa di lui. Vorrei che capisse il mio punto di vista, vorrei che capisse che io a suo confronto mi sento sempre l'ultima ruota del carro, mi sento inadeguata di fronte alla sua eloquenza, di fronte alla sua intelligenza e al suo savoir faire. Sospiro, credevo che non avrei più provato queste sensazioni e invece l'arrivo della Giordani ha rimesso tutto in discussione!    

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