Capitolo 13

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Quando presi l'ascensore ero quasi agitata, uscii e dirigendomi verso la porta bussai, ma non ricevetti nessuna risposta, ci riprovai, e ancora nessuna risposta, provai ad aprire e la porta era aperta, lo trovai a giocare alla playstation con un'espressione seria.

"Niall perché non mi hai risposto?" Domandai sedendomi vicino a lui

"Perché dovevo? La porta era aperta" rispose con tono menefreghista

"Ti prego Niall non posso stare senza di te" appoggiai la mia testa nell'incavo del suo collo, lui si scansò, spense la play e andò in cucina, lo seguii

"Buonanotte Hope" prese un bicchiere d'acqua e andò in camera sua

"Pensa a come ti sai comportando" aggiunse prima di sbattere la porta e chiuderla a chiave, indietreggiai, presi il cellulare e andai nell'hall dell'albergo, perché si stava comportando così? Non può essere geloso di Harry, non ne ha nessun motivo.

Guardavo la gente che entrava e usciva da quell'albergo, era stressante ma d'altronde non avevo voglia di andare a dormire o a guardare la televisione.

Ero seduta su quella poltrona da molto tempo, ero triste perché da quando Harry è entrato a far parte della mia vita tutto è cambiato, specialmente Niall. Delle urla strozzate dal pianto e dalla gioia mi riportarono alla realtà, Il signorino Styles aveva finito il concerto, delle lacrime rigarono il mio viso, se non fosse per lui tutto sarebbe normale come sempre.

Sentii i suoi occhi addosso, e piano piano i suoi passi erano sempre più vicino a me, la sua mano si posò sulle mie gambe con l'altra prese il mio mento e asciugò le lacrime, era inginocchiato

"Hope cos'hai?" Domandò spostandomi una ciocca di capelli, mi scostai e mi alzai girandomi dall'altra parte, in modo che lui non vedesse il mio aspetto orribile

"Harry andiamo" sentii la voce della sua manager, mi voltai e la guardai meglio, con aria stufata andò verso il bar

"Ti prego Harry vattene" dissi indicando l'ascensore

"No non me ne vado finché non mi spighi cosa sta succedendo" prese il mio braccio e con la sua mano enorme incrociò la mia molto più piccola, un sorriso spuntò sulle mie labbra

"Almeno hai sorriso" disse con uno sguardo divertito

"Ora dimmi cos'è successo" il suo braccio andò a finire intorno alla mia spalla, ci stavamo dirigendo verso le scale, o meglio nella sala relax, come se mi avesse letto nel pensiero, un po' di tranquillità

"È Niall" dissi di punto in bianco, lui inchinò la testa d'un lato come un cane

"Niall non vuole parlare con me" mi lamentai come una bambina

"Sarà un momento gli passerà" i suoi occhi non smettevano di guardarmi ero imbarazzata, se solo lo avessi guardato di sicuro avrebbe notato le mie guance rosse, così parlai guardando le mie scarpe, stanno diventando piuttosto interessanti

"Spero presto" affermai, mi alzai dal divano e lui fece lo stesso

"Ora vado, domani sarà una giornata impegnativa" dissi dirigendomi verso la porta

"Come mai?" Chiese sussurrando, si avvicinò a me, il suo respiro era profondo, un ricciolo toccò la mia guancia, causandomi un brivido

"Perché devo sopportare te" con l'indice toccai il suo petto notai una sorrisetto malizioso, i suoi occhi si spostarono sulla mia bocca, gli stampai un bacio sulla guancia e mi diressi verso l'appartamento

"Buonanotte splendore" disse con la sua voce profonda

"Buonanotte Styles" mi allontanai con un sorriso, presi l'ascensore e ancora pensando a quel momento aprii la porta di casa senza fare rumore, andai in camera e mi sdraiai sul letto dopo aver messo il pigiama

I don't live a lieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora