È passata una settimana da quella fatidica notte. I miei genitori non si erano accorti di nulla, così io e Isabelle eravamo ritornate intorno alla mezzanotte. Nessuna delle due aveva accennato qualcosa su quello che era successo. Non c'era niente da dire. Oggi è un altro giorno di scuola e come tutte le mattine mi vesto e saluto i miei per incontrare Isabelle davanti casa. Da un po' di giorni è la nostra routine. Lei mi passa a prendere con la sua auto e in cambio io le procuro il suo caffè americano che tanto ama.
<<Buongiorno>>, esclama raggiante non appena le porgo il suo caffè.
<<Buongiorno>>, rispondo mentre mi allaccio la cintura di sicurezza.
<<Pronta per una giornata super eccitante?>>, domanda cercando di partire e di cambiare marcia con solo una mano.
<<Ti conviene finire il caffè e poi partire>>, dico mentre Bells spegne il motore dell'auto.
<<Hai ragione. Non voglio che la mia adorata Tessy si procuri delle ammaccature>>, ammette accarezzando il volante.
<<Tessy? La tua auto si chiama Tessy? Chi è che al giorno d'oggi da dei nomi alle proprie auto?>>, chiedo sorpresa.
<<Non offenderla. Lei ti può sentire>>, ribatte consolando Tessy.
<<Okay, scusami Tessy>>, dico accarezzando il manubrio.
<<Oh mio dio, non ci posso credere! Quello non è Noah?>>, chiede Bells eccitata e confusa allo stesso tempo.
Merda, mi ero dimenticata di lui!
<<Cosa? Noah? No, non può essere>>, cerco di rispondere mantenendo la calma.
Finché non si accorgerà di noi, andrà tutto bene.
<<Ehi, Noah!>>, urla Isabelle sbracciandosi fuori dal finestrino.
<<Cosa stai facendo?>>, esclamo preoccupata e in ansia.
Non voglio vederlo.
<<Gli chiedo se vuole un passaggio. Andiamo alla stessa scuola>>, mormora mentre cerca di attirare l'attenzione del mio vicino di casa.
Finalmente si accorge di noi e attraversa la strada.
<<Ciao ragazze>>, ci saluta con la mano.
<<Ehi, Noah. Stavi andando a scuola? Che ne dici se ti diamo un passaggio?>>, domanda civettuola Isabelle.
<<Oh, sarebbe fantastico, grazie>>, ammette mentre sale sul sedile posteriore.
<<Allora, cosa ci facevi di fronte alla casa di Hannah?>>, domanda curiosa partendo sgommando.
Mi devo tenere al sedile per non sbattere la testa sul finestrino. Ma chi le ha dato la patente?
<<Sono il suo vicino di casa>>, dichiara sganciando la bomba.
Isabelle frena nel bel mezzo della strada, stranamente vuota.
<<Cosa? Sei il suo vicino?>>, chiede incredula.
Non essendo preparata alla frenata brusca, sbatto la fronte sul vano portaoggetti di fronte a me. Dio, che male.
<<Oddio, Hannah. Stai bene?>>, domanda preoccupato Noah.
<<Sì, sto bene>>, rispondo massaggiandomi la parte dolorante.
Scommetto che fra poco mi verrà un bel mal di testa.
<<Quindi, fammi capire bene>>, continua Isabelle. <<Sei il suo vicino di casa e nessuno dei due ha voluto informarmi di questa notizia?>>.
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Reflection 2
ChickLitApro gli occhi. Sono confusa. Perché sono a Miami? Nella mia vecchia stanza? Sopra al mio vecchio letto? Dovrei essere a New York. Dovrei essere alla festa di compleanno di mia sorella, Celine. Dovrei essere insieme al mio ragazzo, Chris. Improvvisa...