Capitolo 18

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È passata una settimana dal mio ricovero in ospedale e oggi, in una giornata ventosa e non particolarmente bella, decido di uscire per andare a correre. I miei mi stanno assillando con le loro continue domande sulla mia salute mentale, se riesco a ricordare qualcosa di quel lunedì mattina. Peccato che la mia mente non voglia collaborare.

Esco dalla porta principale e la chiudo alle mie spalle. Infilo gli auricolari alle orecchie e inizio a correre, una volta premuta la playlist che mi da forza. Lascio vagare la mente e comincio a pensare a Seb. Alzo ancora di più il volume della musica per sovrastare i miei pensieri. Non voglio fantasticare su di lui, sulle sue mani calde e forti che per qualche minuto mi hanno fatto sentire al sicuro. Devo rimanere concentrata, inoltre ora sto insieme a Noah. Decido di percorrere il percorso del parco per poi andare in spiaggia, dove rifletterò su quello che è successo ieri. Non perdo sangue. O almeno si rimargina in fretta. Come è possibile? Perdo la cognizione del tempo e quando ritorno alla realtà mi ritrovo in spiaggia. Mi tolgo le scarpe, tenendole in una mano e mi avvicino all'acqua. Appena essa tocca i miei piedi accaldati per colpa della corsa, mi ritraggo lanciando un gridolino di sorpresa. È fredda. Cosa ti aspettavi, Hannah? Siamo a gennaio.

Ci riprovo, questa volta immergendo un piede alla volta e più lentamente. Piano piano l'acqua diventa più calda, siccome il mio corpo si sta abituando alla temperatura. Alzo lo sguardo e guardo l'orizzonte. C'è solo una persona che sta facendo surf. Probabilmente gli altri surfisti hanno declinato l'invito delle onde del mare con questo tempo. Osservo come la figura domina le onde con la sua tavola. È bravissima.

Improvvisamente, come se mi avesse sentito, smette di cavalcare le onde e si avvicina alla riva, dando delle energiche bracciate.

Quando è più vicino a me lo riconosco. È Seb.

<<Ehi, Rossa. Ti godevi lo spettacolo?>>, mi provoca ridendo.

<<Ah-ah, molto divertente>>, rispondo sarcastica.

<<A cosa pensavi?>>.

<<Cosa?>>, chiedo confusa.

<<Mi avevi detto che quando vieni qui è perché vuoi stare da sola per pensare>>, dice chiarendo la sua domanda.

Se lo ricordava?

<<Te lo sei ricordato?>>, mi lascio sfuggire incredula.

<<Mi ricordo tutto quello che dici>>, ammette sedendosi sulla sabbia.

Indossa una muta blu e i suoi capelli biondi ricadono in morbidi ricci sulla sua nuca bagnata. Alcune goccioline scendono sul suo viso e vorrei leccarle via con la lingua, assaporando il sapore della sua pelle. Cosa sto pensando?

Mi ridesto dai miei pensieri e decido di sedermi vicino a lui.

<<Lo sai? Ho sempre voluto imparare a fare surf>>, dichiaro mentre penso affascinata a questo sport.

<<Davvero? Potrei insegnarti>>, esclama eccitato.

<<Sul serio?>>, ribatto felice.

Poco dopo la mia felicità si spezza.

<<Che succede?>>, chiede confuso intanto che i miei occhi perdono il loro luccichio.

<<Cosa penserà la tua ragazza?>>, domando sapendo già la risposta.

Non ne sarà felice, come non lo sarà neanche Noah. Ma quando mi ricapita di prendere lezioni gratis? Noah capirà e mi sosterrà.

<<Ci siamo lasciati>>, sussurra guardando il mare.

Cosa? Quando?

<<Mi dispiace>>, mormoro mettendogli una mano sopra alla sua.

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