<<Buongiorno, tesoro!>>, esclama mia mamma prima di aprire le tende, facendo entrare la luce nella stanza.
<<Mamma, che ore sono?>>, domando sbadigliando.
<<È ora di andare a scuola>>, dichiara emozionata.
Alzo di scatto la testa dal cuscino e sgrano gli occhi. Oggi sarebbe riniziato l'incubo di tutti gli studenti.
Gemo e ributto la testa sopra al cuscino.
<<Vestiti e scendi per la colazione. Poi papà ti porterà a scuola>>, dice prima di uscire dalla camera.
Scosto le coperte e tocco il pavimento freddo della stanza con i piedi nudi. Li ritraggo immediatamente e indosso le pantofole a forma di unicorno. Mi dirigo verso l'armadio e decido di vestirmi con un morbido maglione rosa antico, jeans neri e le mie scarpe preferite della nike, anch'esse nere.
Una volta lavata, vestita, truccata il minimo indispensabile con il mascara e un ombretto chiaro, scendo in cucina dove mi aspetta una colazione da campioni.
<<Mamma, stai cucinando per l'esercito?>>, domando ridendo.
<<Lo so, ho fatto troppe cose, però oggi ritorni a scuola e non si comincia bene la giornata senza un'ottima colazione. Soprattutto se ci sono i tuoi pancake con lo sciroppo d'acero che ti piacciono tanto>>, esclama sorridendomi.
<<Buongiorno>>, dice mio padre appena entra in cucina.
<<Buongiorno papà>>, esclamo mentre mi affogo di pancake.
<<Buongiorno amore>>, risponde la mamma prima di dargli un bacio a stampo sulle labbra.
<<Hannah, i pancake non scappano>>, dichiara divertito mio padre.
<<Non si sa mai. A te piace rubarmeli>>, lo accuso sorridendogli.
<<Hai ragione e dovrai stare attenta, perchè la mia forchetta è veloce ad afferrarli>>, ribatte mentre prende tre pancake in una volta.
Sorrido scuotendo la testa e riprendendo a fare colazione.
<<Oggi a che ora esci?>>, domanda mia madre.
<<A mezzogiorno>>.
<<Oh tesoro, non saremo a casa per quell'ora>>, risponde abbattuta.
<<Farò una camminata. Sono solo saranno venti minuti a piedi>>, mormoro rassicurandola.
Una volta finita la colazione, mia madre saluta me e mio padre prima di andare al lavoro e papà mi accompagna a scuola.
<<Eccoci arrivati>>.
<<Sì. Grazie papà>>, dico baciandogli una guancia.
Esco, chiudo la portiera e vedo mio padre che riparte per andare a lavoro.
Alzo lo sguardo e osservo la mia scuola. Ci sono studenti divisi in gruppi che parlano prima di entrare e passare quattro ore rinchiusi dentro alle rispettive aule, altri incominciano già ad avviarsi verso l'interno ed altri ancora che bisbigliano sottovoce.
Sento delle auto che incominciano a suonare il clacson e quando si fermano a pochi metri di distanza da me, vedo scendere una ragazza bionda, seguita da altre tre perfettamente truccate e con i vestiti succinti.
Allyson, Tiffany, Chanel e Lucy.
Loro sono le ragazze più popolari della scuola ed è meglio non avere niente a che fare con quelle. Ho sentito delle voci che parlavano di una ragazza ritrovata nei bagni femminili della scuola ricoperta di sangue. Scommetto che se la voce è vera, loro sono le responsabili. A pensarci mi vengono i brividi.
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Reflection 2
ChickLitApro gli occhi. Sono confusa. Perché sono a Miami? Nella mia vecchia stanza? Sopra al mio vecchio letto? Dovrei essere a New York. Dovrei essere alla festa di compleanno di mia sorella, Celine. Dovrei essere insieme al mio ragazzo, Chris. Improvvisa...