31.

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MADISON.

Mi spoglio, mettendo una semplice vestaglia in seta lunga fino al ginocchio di un rosa tenue con sotto del pizzo bianco e anche sulla scollatura.
Mi infilo sotto le coperte e abbraccio il cuscino.
Mille pensieri e paranoie mi invadono i pensieri.
Penso a Brent e...e a quello che mi ha fatto.
È una persona orribile...e mi sento male al pensiero di quello che è successo.
Qualche ora dopo, mi sveglio di soprassalto, esco dalla mia stanza e vado dalla piccola.
Respira tranquilla e dorme serena, il suo pancino si muove su e giù dolcemente ed è davvero ballissima.
Scendo le scale e vado in cucina.
Jack è seduto al bancone parla al telefono, quando si accorge che sono entrata nella stanza, staglia corto con la telefonata dicendo «ti richiamo.»
«Ehi piccola» dice e mi cinge in vita
Gli poso le mani sulle spalle e gli accarezzo il collo
«Non riuscivo a dormire. Chi era al telefono?» chiedo
«Mia madre, voleva sapere come stavi. Mi ha detto che le farebbe piacere se andassimo a vedere per delle cose del matrimonio. È ancora presto però possiamo andare per farci un'idea su come fare.» dice e mi bacia le labbra.
Annuisco e faccio per staccarmi fa lui per andare a bere dell'acqua ma mi ferma.
«Qualcosa non va?» chiede e mi guarda negli occhi
La preoccupazione per tutta questa storia del matrimonio è palesemente visibile, almeno da parte mia.
Scuoto la testa ma non mi crede.
«Che succede? Non vuoi che ci sposiamo?» scende dallo sgabello, mi da le spalle e cammina al fondo della cucina, andando verso il frigorifero.
Lo apre e prende una bottiglia di vino rosso.
Riempie un bicchiere e lo beve tutto in un secondo.
«Si che voglio, e solo che...fino a poco tempo fa, io non mi ricordavo di te, di noi...» si rabbuia quando mi sente parlare cosi
«Poi con le cose successe, mi sembra tutto un sogno che tu voglia sposarmi, dopo tutto...» finisco per dire
E capisce a cosa mi riferisco.
«Pensi che ti tradirò ancora?» sbotta e mi si avvicina, facendo lunghi passi decisi
Faccio un passo indietro quando mi si piazza davanti e lo vedo rabbuiarsi.
«Hai paura di me? Non ti fidi? Cosa ti succede?» chiede a raffica
Abbasso lo sguardo, in modalità sottomessa e lo sento sospirare.
«Ascoltami. Qualsiasi cosa sia successa in quella casa, non succederà più, idem il mio errore.
Ho imparato la lezione, e non succederà ancora. È una promessa, che manterrò per tutta la vita.» dice, e mi prende le mani
«Mi ha sottomessa... Mi ha picchiata, abusata. Aveva una stanza rossa identica a quella in questa casa. Non era come con te, se non avessi fatto quello che diceva...mi avrebbe picchiata. Già l'ha fatto...scopandomi. Mi ha costretta a fargli cose...son stata costretta a farmi fare delle cose.» e arrivano le lacrime.
Mi lascio cadere sul pavimento con le ginocchia al petto e le mani in viso per nascondere le lacrime.
«Mi dispiace» è l'unica cosa che riesco a dire
Le sue braccia mi stringono e io mi sciolgo nel suo abbraccio.
L'unica cosa che sento, è un grande vuoto che viene riempito solo da dolore, lacrime e ancora dolore.
Mi prende in braccio e mi alza come se non pesassi nurnte.
Mi porta sul divano e mi tiene stretta a se, accarezzandomi e capelli e inspirando il mio profumo.
«Mi dispiace» dico ancora, tra un singhiozzo e l'altro.
«Non è stata colpa tua.» dice e mi accarezza la guancia, guardandomi negli occhi.
«Se vuoi lasciarmi...lo capisco.» mi asciugo le lacrime con un fazzoletto e mi siedo dritta accanto a lui.
«Cosa? Pensi che io voglia lasciarti per una cosa successa della quale tu non ne hai la colpa?» dice, tutto d'un fiato.
Abbasso lo guardo e lui mi solleva il mento per guardarlo negli occhi.
«Non voglio lasciarti, ne ora ne mai. Ti voglio con me tutta la vita, ogni singolo giorno della mia...della nostra esistenza, sempre. Ti amo come non ho mai amato nessuna in vita mia. E non ho alcuna intenzione di lasciarti» sorride, gli occhi sono lucidi e mi stringe le mani fra le sue.
«Ti amo» lo abbraccio forte e mi sento al sicuro fra le sue braccia, e nella sua vita.

We could come back togetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora