19.

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JACK.

Dopo un'altra settimana alle Hawaii, torniamo a Seattle.
Il viaggio di ritorno è più breve rispetto a quando siamo partiti.
«Casa dolce casa» Madison varca la soglia di casa con la piccola Elisabeth in braccio e io che porto i bagagli.
In soggiorno ci aspettano i miei genitori, i suoi genitori, Samantha, Sebastian e Estela.
«Bentonati» dicono in coro
Estela si mette da parte stringendosi nelle spalle.
Lascio le valige vicino la soglia e vado da lei.
«Cosa ci fanno tutti qui?» sussurro
«Sono voluti entrare per forza. Gli ho detto che non eravate ancora arrivati, la signorina Samantha ha parlato con Madison mi ha detto. Lei sapeva che sarebbero venuti.» dice, e io mi giro a guardare Madison che ha ancora in braccio la piccola e tutti le sono in torno.
Il suo pianto richiama la mia attenzione.
«Levatevi tutti. Lei deve dormire, non è un giocattolo.» mi faccio spazio fra i parenti e prendo la piccola, portandola al piano di sopra.
Apro la porta della vecchia camera di Madison e ora tutto è diverso.
Le pareti sono di un color rosa confetto con del tamponato bianco che sembrano nuvole.
Sulla sinistra la sua culla anchessa rosa con al fondo scritto 'Princess' in lilla.
Resto a cullarla per una decina di minuti prima che si addormenti.
La metto nella culla con un lenzuolino e un puluche e scendo al piano di sotto, lasciando la porta aperta.
La mia famiglia e quella di Madison sono sedute sul divano a conversare mentre Madison è in cucina.
«Ehi, la piccola?»
«Si è addormentata. Non mi piace che tutti le stiano addosso quasi come se fosse un fenomano da baraccone. Lei è nostra. È la nostra bambina, la nostra principessa.» dico, e lei mi bacia toccandomi i capelli.
La prendo in braccio, facendola sedere sul bancone in cucina.
«Non stai pensando quello che penso che farai» dice, e io la zittisco con un bacio.
«Ci stanno le nostre famiglie di la» ansima e mentre io abbasso la zip dei jeans
«Shh»
Apre le gambe e le sposto le mutandine di lato.
«Sei sempre maledettamente bagnata per me»
«Zitto e dammelo...» geme, mentre le bacio il collo e il seno, fuori della maglietta.
Entro dentro di lei molto lentamente davanti e lei lancia in gridolino.
Le sto facendo male per il parto recente.
«Ti prego non smettere» suppica con l'affanno
Esco da lei e poi rientro più volte.
Si tiene alle mie spalle mentre inizio ad aumentare il ritmo.
«Cosi vengo troppo in fretta» ansima e io esco da lei
«Stavi già per venire?» chiedo e lei guardandomi annuisce
Si alza e la giro a 90 sul bancone, entrando dentro di lei dietro.
La faccio alzare, facendole appoggiare la schiena al mio petto mentre mi muovo veloce dentro di lei.
«Conta» ordino e a ogni colpo lei conta.
«Dieci...» ansima e le gambe iniziano a tremarle le gambe
Altre tre volte e io vengo dentro il suo meraviglioso culo appena lei viene analmente.
Si appoggia stremata al bancone e io mi tiro su la zip dei jeans.
«Va tutto bene?» chiedo mentre lei si ricompone
«A meraviglia, stasera ti faccio una sorpresa» dice e fa per uscire dalla cucina
«Che cos'è?»
«Se te lo dico non è più una sorpresa» dice ridendo e mi fa la linguaccia
Usciamo entrambi dalla cucina e raggiungiamo le nostre rispettive famiglie che parlano di pappette e pannolini in soggiorno.
«Jack da piccolo era molto capriccioso quando gli si doveva fare il bagno. Non se lo faceva fare da nessuno eccetto dalla sua baby sitter Naomi che veniva a casa nostra tutti i giorni.» mia madre deve smetterla di raccontare i fatti miei e sputtanarmi cosi.
«Mamma! A loro non frega niente di com'ero da bambino.» la rimprovero e lei si stringe nelle spalle, zittendosi.
«Jack!» Madison mi rimprovera e io la guardo male, quando alza gli occhi al cielo mi fa venire il nervoso.

Dopo tre ore di presentazioni e sputtanamenti pubblici, finalmente tutti se ne vanno.
«Cosa desiderate per cena?» domanda Estela
«Ti va di andare a mangiare una pizza? Offro io» dice Madison
«Alla piccola posso pensare io» dice Estela e Madison corre di sopra a vestirsi.

We could come back togetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora