MADISON.
«Allora?»
I preparativi per il matrimonio non potevano più aspettare.
La data del matrimonio era stata fissata per il 12 di maggio.
Un mese ne troppo caldo, ne troppo freddo.
Le bomboniere sarebbero arrivate fra due settimane.
Un sacchetto bianco con dentro dei confetti, un fiocco a chiuderlo e al centro del fiocco, un ciondolo fatto ad albero della vita tutto pieno di brillantini.
Gli invitati non sarebbero stati tanti, la mia famiglia e la sua, Samantha, Alex il suo nuovo ragazzo, la famiglia di Samantha e una sessantina di parenti mai visti, trenta dalla parte di Jack, e tranta dalla parte mia.«Visto che non ti sei più fatta sentire tu, mi son fatta sentire io.» mi oltrepassa Samantha, entrando nel salotto e lascando cadere la borsa e la giacca sul divano.
«È oggi vero la scelta dell'abito?» annuisco, prendendo la borsa- che più che borsa è una valigia - e la giacca che appendo all'appendiabiti vicino la porta d'entrata.
«A che ora ha l'appuntamento all'atelier?»
«Alle tre del pomeriggio, abbiamo ancora tempo» dico, sedendomi sul divano
«Sono le 14:45! Non hai tempo» mi urla, afferrandomi per il braccio facendomi alzare di colpo.
La seguo fuori dall'appartamento fino ad arrivare la garage.
«Andiamo con la mia macchina. Cosi poi quando torniamo, ti fermi a dormire da noi. È tanto che non passiamo una serata fra donne» dico gentilmente e lei annuisce.
Dopo un paio di isolati, il negozio di abiti da sposa, appare alla nostra sinistra in bella vista.
È a tre piani ed è gigantesco.
Dalle vetrine inizio a scorgere molti vestiti, alcuni di un avorio scuro, altri di un grigio perla, altri rossi o bianchi con decorazioni colorate e poi il classico bianco.
«Vieni» Samantha mi tiene aperta la porta, facendomi entrare nel negozio.
Una donna sulla trentina ci viene in contro. Porta un abito a tubino nero con dei tacchi medi e i capelli raccoli in una mezza coda, fermata con una molletta.
«Buongiorno, io sono Karen Airis, la titolare della boutique» sorride e ci invita a seguirla
«Siamo venute per vedere degli abiti da sposa per il matrimonio» la informa Samantha, e a me sfugge una risata.
In un negozio di abiti da sposa, cosa mai potremmo vedere?
«Quando vi sposerete?» chiede
Io e Samantha ci guardiamo e scoppiamo a ridere
Karen ci guarda confuse e noi ci ricomponiamo.
«Noi siamo migliori amiche. Io sono la sposa» e la titolare diventa rossa come un peperone ma conclude con un «capisco» questa conversazione.
Restiamo sedute a un divanetto mentre aspettiamo una commessa che venga a illustrarmi degli abiti.
«Salve, io sono Evelyn. Karen mi ha informata di tutto. Seguimi» mi rivolge un sorriso smalliante e io la seguo in corridoio pieno di vestiti.
«Hai già in mente qualcosa?» chiede
«Emh...non saprei. È la prima volta che vengo qui.» alzo gli occhi e vedo ancora vestiti su vestiti su vestiti.
«Che ne dici di questo? Potrebbe piacerti?» e mi mostra un abito a sirena in pizzo
Il pizzo non mi fa impazzire...ma da qualcosa dovrò pure iniziare.
Andiamo in camerino e provo il vestito.
Non mi sta male, ma non mi piace.
Scuoto la testa e me lo tolgo.
«Prendo dei modelli un po' diversi da questo e te li faccio provare» annuisco ed esce dalla stanza.
Ne approfitto per chiamare Jack e chiedergli cosa sta facendo e come sta la piccola.
Mi dice che sta giocando con delle bambole in soggiorno insieme a lei.
La sento ridere quando lui le dice "di chi è questo pancino?" e son sicura le ha fatto il solletico.
Quando sento aprirsi la porta chiudo la conversazione con un «ti amo, devo andare» e attacco.
«Eccomi qui. Allora questi, sono abiti molto diversi dal primo. Quale ti ispirara per ora?» il primo è corto con una collatura a cuore, il secondo invece è sempre a sirena ma senza pizzo, il terzo è molto più grande stile Cenerentola.
Li provo tutti ma nessuno mi piace.
Dopo quasi due ore a provare abiti, inizio a pensare che non troverò nulla che mi piace.Camminando nel corridoio degli abiti, in fondo a sinistra, intravedo un abito, diverso da quelli che ho provato fin ora.
Lo prendo e alle mie spalle la voce della commessa mi fa trasalire.
«Vuoi provare questo?» chiede, oprendosi di portarlo
«In realtà ne posso prendere due. Uno per il matrimonio e l'altro per la festa.» andiamo fino al fondo del corridoio e un altro vestito richiama la mia attenzione.
Prendo anche quello e andiamo nel camerino.
Sono due vestiti meravigliosi, ma completamente diversi fra loro.
Appena provo il secondo abito, mi viene la pelle d'oca.
Mi fascia bene il corpo fino alle cosce ed è più ampio nella gonna.
«È bellissimo...» ecco le lacrime
Mancavano in questa giornata.
Alzo mentalmente gli occhi al cielo e la commessa mi passa un fazzoletto.
Deve essere abituata a questo genere di reazioni.
«Aggiudicato?» chiede e io annuisco
Salta di gioia, batte le mani e ride.
Ha una risata cosi contagiosa che io fra le lacrime sto ridendo.
«Se ti sembra troppo semplice, si può aggiungere una fascia con degli stress, per dare un tocco di luce in più» dice, scuto la testa e lo tolgo
La giovane donna, mi passa il primo vestito che ho preso e quando lo provo ho la stessa sensazione del secondo.
Ha la scollatura a cuore con una cinta piena di strassi sotto la scollatura.
Mi passa un secondo fazzoletto per asciugarmi le lacrime e mi ricompongo.
«Il primo costa tremilacinquecento dollari. Il secondo viene cinquemila» annuisco e le sorrido.
Lasciamo i vestiti nel camerino e usciamo per vedere il velo e le scarpe.
Ne prendo due paia, perfette da abbinare agli abiti, le prime dei tacchi pianchi semplicissimi e le seconde delle ballerine.
«Questo ti starà d'incanto» mi mostra un velo con una tiara e me lo fa provare davanti a un grande specchio li nella sala.
«È perfetto» sorriso come un ebete alla mia immagine riflessa nello specchio
«Nel primo abito, dato che è semplice, potresti togliere il velo e la sciare la tiara» annuisco alla sua proposta e torniamo in camerino
«Torno subito» esce e io ne approfitto per andare da Samantha che è tre ore minimo che aspetta
«Allora?» chiede in fibrillazione
«Ho scelto gli abiti, il velo e le scarpe» mi abbraccia e urla di felicità
Tre commesse e varie clienti si girano a guardarci e io la vorrei uccidere.
Sembra che si debba sposare lei dal quanto è felice.
«Allora, 5.000 e 3.500 gli abiti, le scarpe 30 e 30 , la tiara 17 dollari e il velo 10.» prendo la borsa e insieme a lei mi avvio alla cassa
«Il tutto vi verrà spedito domattina» dice e mi fa il conto
«Sono 8.587 dollari» passa la carta di credito e pago tutto.
«Grazie mille, arrivederci.» salutiamo e la giovane, mi fa gli auguri per le nozze.
Non mi sembra vero tutto questo.
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We could come back together
ChickLitSequel di "You are my slave" Jack è distrutto dal dolore dopo che Madison scopre la veritá sul suo tradimento. Lei con l'aiuto della sua migliore amica e dell'ex autista di Jack, licenziatosi dopo la loro rottura, si trasferisce a casa di Brent lont...