L'orologio segnò le quattro del pomeriggio, e quello fu il segnale dei gemelli di tornare a casa.
I gemelli salutarono i colleghi e subito dopo uscirono dal locale, abbassando la saracinesca e assicurandosi che fosse tutto a posto."E anche oggi è fatta!" Esclamò Mabel con gioia, stiracchiandosi.
Percorsero insieme le strade di New York, sempre chiacchierando e parlando di come stavano andando gli affari, oltre ad alcuni episodi divertenti avvenuti in cucina.
"Stavano per bruciare i pancake, ti rendi conto?! Meno male che c'ero io in quel momento!" Disse quasi urlando e facendo ridere il fratello.
A due isolati dal locale, i gemelli Pines entrarono in un palazzo bianco con varie finestre dai dettagli eleganti e una scala di emergenza che percorreva l'intero edificio.
Salirono le scale e si fermarono al quinto piano, percorrendo il corridoio per arrivare ai loro appartamenti."Se hai bisogno di qualcosa, sono accanto a te." - Disse Mabel con un sorriso, aprendo la porta del suo appartamento - "letteralmente." Esclamò alla fine.
Avevano deciso di stare in due appartamenti separati ma comunque vicini, così da avere i propri spazi.
Inoltre Mabel aveva un piccolo ospite nella sua dimora.
Dipper annuì sorridendo e, non appena la ragazza entrò nella sua casa, fece lo stesso: appena entrato fece passare lo sguardo lungo l'entrata del suo modesto appartamento, ovvero un salotto ben fornito, con un divano verde palude, una poltrona dello stesso colore, un tavolino in legno e un mobiletto attaccato al muro per una televisione, con un tappeto blu scuro ad abbellire il tutto.
Sempre lì accanto vi era una scrivania con un computer con alcuni documenti su di essa e qualche appunto con degli scarabocchi.
Più avanti vi era una normale cucina fornita di tutto ciò che era necessario e un tavolino rotondo con tre sedie di plastica, con un rialzamento del pavimento per arrivarci.
Dipper lasciò le chiavi sul comò vicino all'entrata, si tolse le scarpe e si accasciò sul divano, affondando la testa nel cuscino blu notte.
Si mise a pancia in su e chiuse gli occhi, nell'intento di fare un pisolino, ma subito dopo li aprì: si era ricordato della figura nella macchina elegante, insieme a quel bagliore dorato."Chissà cosa voleva..." Pensò Dipper guardando verso il soffitto.
Scosse la testa e si mise su un fianco, chiudendo definitivamente gli occhi, lasciando che la stanchezza vincesse sulla sua mente e sul suo corpo.
[...]
Dopo qualche oretta trascorsa tra le braccia di Morfeo, il ragazzo aprì lentamente gli occhi, risvegliandosi dal suo sonno ristoratore.
Si asciugò velocemente la bava dalla bocca e si alzò dal divano, decidendo di farsi una doccia.
Si diresse verso la porta del salotto che conduceva alla sua camera, con l'intento di andare in bagno: la camera da letto disponeva di un semplice letto, un comodino in legno, una lampada su di esso, una libreria piena di libri e una poltrona azzurra, lasciando spazio ad una porta che portava al bagno.Dipper la aprì e, dopo essere entrato, la richiuse subito dopo, privandosi dei vestiti ed entrando nella doccia.
Ci mise poco a lavarsi e ad asciugarsi i capelli, quindi uscì dal bagno e si mise addosso una comoda tuta da casa.
In tutto quello si erano fatte le sette e il castano si mise davanti al computer per controllare alcuni documenti, oltre ad ordinare altri ingredienti per il suo locale.
E da lì partì la visione, la figura nella macchina, di nuovo.
Dipper sospirò pesantemente e scosse la testa con energia, cercando di levarsi dalla testa quella presunta figura."Ora pensiamo al locale, Dipper!" Si disse il castano, stando al computer fino alle otto, tra documenti, ordinazioni e qualche videogioco.
Si alzò dall'apparecchio elettronico e si diresse in cucina, aprendo il frigo e prendendo un tramezzino confezionato come cena, non aveva molta fame.
Mangiò sul divano davanti alla televisione, guardando ogni tanto le novità che trasmettevano sul telegiornale o facendo zapping tra i canali.
E in tutto questo, Dipper fu così annoiato che, dopo mezz'ora di tempo dedicato alla televisione, andò in camera e si mise subito a letto, aspettandosi di passare una giornata normale.
Ma non sarà stata una giornata normale.
Il giorno dopo, Dipper si svegliò come al solito, fresco come una rosa, ma non si accorse che erano già le nove e mezza e di solito il locale lo aprivano alle otto."OH MERD-."
Si alzò subito dal letto e si fiondò in bagno, lavandosi e vestendosi di fretta con dei jeans azzurri e una camicia blu.
Prese tutto ciò di cui aveva bisogno e si mise le scarpe, notando che c'era un biglietto che recitava testuali parole:"Hai dormito un po' di più fratellino, quindi mi sono permessa di andare da sola al locale e aprirlo comunque! Tanto ci sono gli altri, se stai male rimani a casa.
Firmato,
La Magica Mabel."Dipper sospirò di sollievo e sorrise dolcemente, cosa avrebbe fatto senza sua sorella?
Uscì comunque dall'appartamento e scese le scale dell'edificio, trovandosi a percorrere il marciapiede a passo veloce.
Arrivò davanti al locale già aperto, entrando con una strana calma e tranquillità, data dal biglietto che aveva lasciato sua sorella."DIPPER!"
Parlando del diavolo spuntarono le corna.
Mabel si avvicinò a Dipper con il suo solito sorriso, ma si poteva notare una strana preoccupazione nel suo sguardo."Oh, Mabel! Scusami... Ho dormito troppo." Le disse il fratello, grattandosi il retro della nuca.
"Oh, non preoccuparti fratellino! Piuttosto..."
Dipper assunse uno sguardo confuso all'affermazione della sorella, ma non appena ella indicò un gruppo di donne ammassate all'entrata del giardino interno, sussultò.
"Vedi, quando ho aperto il locale il primo cliente ad entrare è stato questo ragazzo biondo, ben vestito, bellissimo! Ha chiesto se poteva stare fuori nel giardino..." Spiegò con un sorriso imbarazzato.
Egli sospirò e si avvicinò all'entrata interna, spostando con delicatezza alcune ragazze per vedere chi era quella fantomatica persona: un uomo ben vestito al tavolo nel giardino, in camicia gialla e completo elegante nero, con dei bellissimi capelli biondi che coprivano la parte destra del viso, così folti che avresti potuto passarci ore ed ore le dita dentro.
Le gambe accavallate lasciavano intravedere un portamento estremamente elegante, persino come teneva la tazza del caffè era impressionante.
Dipper deglutì, dovendo ammettere che era un bell'uomo, con eleganza e portamento.
Si avvicinò a lui, con un passo lento, quasi intimidito, fino ad arrivare al tavolo al quale era seduto il biondo."Salve, signore... Spero che vada tutto bene, perché come ha potuto notare... Un gruppo di donne vi sta osservando da qualche minuto, se vuole pos-."
Il ragazzo si zittì non appena il suo sguardo incrociò quello dell'uomo.
Un occhio dorato, l'unico visibile tra i due presenti in quel viso, dalle mille e preziose sfumature, lo stava osservando dal basso.
La pupilla presente nell'iride teneva una forma verticale, quasi come se fosse stata una lente a contatto per fare scena, ma non era così.
Dipper trovava quell'occhio stranamente familiare, per lui era affascinante quanto inquietante, come lo sguardo di un predatore.
Il biondo increspò le labbra in un sorriso languido, simile ad un ghigno, e pronunciò delle parole che fecero paralizzare il ragazzo."E così ci incontriamo di nuovo, eh, Pinetree?"
SAAAAAALVEH AMICI MIEIH :D
Bene... Mi dispiace troppo per il ritardo, ma la scuola mi sta uccidendo
Insieme al freddo
Bene, bene, bene... Il demone ha fatto la sua comparsa!
Scusatemi se il capitolo fa schifo ma l'ho scritto di corsa-
Spero che comunque vi piaccia!
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya tutti :3
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Non puoi resistermi, Pinetree - Bill Cipher x Dipper Pines
FanfictionDipper Pines, ormai a sette anni di distanza dagli avvenimenti di Gravity Falls, gestisce con sua sorella gemella, Mabel Pines, un bar nelle strade di New York. Tutto va per il meglio: il locale è amato dai newyorchesi, i ricavi economici vanno per...