I suoi occhi erano iniettati di paura, il suo corpo era tutto un fremito, le parole gli morivano in gola e dalle sue labbra provenivano solamente dei piccoli versi spaventati, come se avesse davanti un predatore pronto a dilaniarlo e a farlo a pezzi.
Fece qualche passo indietro a quella vista, facendo subito intuire il suo stato d'animo.
La persona all'interno dell'ascensore invece si fece avanti lentamente, con molta calma e tranquillità, ma con una rigidità innaturale.
Finalmente Dipper riuscì a sbloccarsi e a utilizzare la sua voce, ma tutto ciò che riuscì a pronunciare fu il nome della persona che si trovava davanti a lui."... Isaac...?"
La paura che si rifletteva negli occhi del corvino non era niente in confronto a quella di Dipper, dato che la sua era paura, ma era per lo più composta da sorpresa e sgomento.
Non conosceva il motivo del suo timore e del suo sconforto, ma doveva essere qualcosa di davvero terribile se addirittura il fondatore del club dell'ignoto mostrava ansia nella sua espressione.
I due umani continuarono a guardarsi negli occhi con una paura comune, due sguardi concentrati di terrore."Oh... Oh Signore..." Mormorò Isaac con una voce rotta.
Il castano sussultò non appena sentì quelle parole e tra le miriadi di emozioni che i suoi occhi proiettavano ci mise anche la confusione.
Fece qualche passo in avanti per avvicinarsi a Dipper, ma quest'ultimo indietreggiò di colpo, facendo sussultare il corvino."NO! STAMMI LONTANO, PSICOPATICO!" Urlò Dipper in preda al panico.
Ci fu un momento di silenzio dopo che quella frase, che esprimeva odio e paura, rimbombò per tutta la sala.
Isaac sgranò di poco gli occhi e abbassò lo sguardo pentito, come farebbe un bambino sgridato dal proprio genitore."Dipper, ti prego... Devi ascoltarmi!" - Esclamò disperato il corvino. - "È stato tutto un malinteso! Devi credermi!" Disse.
Il castano non poté credere alle parole del capo del club e strinse con così tanta forza i pugni che fece diventare le nocche bianche, per colpa della sua affermazione.
Digrignò i denti e cercò di mantenere la calma, sostituendo tutta la paura di prima con una rabbia incommensurabile."Hai cercato di uccidermi! Mi hai quasi dato fuoco!" - Ribatté Dipper. - "Io mi fidavo di voi... Ma siete solo un branco di maniaci piromani!" Urlò.
"NON SIAMO STATI NOI A FARE QUELLE COSE!"
Calò di nuovo il silenzio.
Cosa voleva intendere con quella frase? Cosa voleva dire?
Non riusciva a capire più nulla, non sapeva più a cosa credere e cosa dire.
Lo sguardo disperato di Isaac lo faceva sentire a disagio, era sicuro che sarebbe scoppiato in lacrime da un momento all'altro se avesse continuato a urlargli contro."Cos'è tutto questo rumore?"
I due umani sussultarono e si zittirono non appena udirono quella voce.
Le loro espressioni mutarono nuovamente e la paura riprese possesso della situazione.
Si girarono entrambi verso le scale e finalmente Bill Cipher, che di certo aveva assistito alla scena senza proferire parola fino ad allora, fece la sua comparsa.
Fissava entrambi gli umani con un sorriso sornione, tranquillo e languido, uno dei suoi soliti, e con gli occhi leggermente socchiusi, tenuti in quel modo per rendere più seducente la sua espressione.
Il corpo del corvino venne invaso da un fremito senza fine e alla vista del demone iniziò ad indietreggiare, con un'espressione più impaurita di quella di una preda inerme in procinto di essere sbranata."B-... Ethan..." Deglutì Dipper, anche lui leggermente impaurito.
Il biondo scese gli ultimi gradini con eleganza e si mise al fianco di Dipper, rivolgendogli un sorriso così dolce e spontaneo che per l'umano non pareva vero.
Era abituato a sorrisi degni del diavolo, sorrisi sensuali e perversi.
Ma mai avrebbe pensato di poter essere così speciale da ricevere un sorriso del genere dal demone.
Girò lo sguardo verso il capo del club e allargò il suo sorriso a labbra chiuse, rendendolo più tagliente e meno amichevole.
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Non puoi resistermi, Pinetree - Bill Cipher x Dipper Pines
FanfictionDipper Pines, ormai a sette anni di distanza dagli avvenimenti di Gravity Falls, gestisce con sua sorella gemella, Mabel Pines, un bar nelle strade di New York. Tutto va per il meglio: il locale è amato dai newyorchesi, i ricavi economici vanno per...