.^Capitolo 7^.

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[...]

Finalmente, era lì.
Sembrava quasi che fossero passati decenni per la realizzazione del suo sogno.
Finalmente era davanti all'Università di New York, sentiva i brividi percorrerlo alla vista di quell'edificio.
Avrebbe presto seguito le lezioni della facoltà di chimica, una delle sue materie preferite fin da quando era molto giovane.
Non che fosse già un adulto, per carità.
Però era davvero bravo in chimica, e quella facoltà era ciò che faceva per lui.

"Finalmente qui..." - Mormorò Dipper. - "Non vedo l'ora di rivedere Pacifica." Disse tra sé e sé, con un'innata gioia di riabbracciare l'amica.

Con un sorriso genuino sulle labbra, egli fece qualche passo sulle scale per raggiungere la porta d'ingresso.
Ma su di essa comparvero delle crepe, delle crepe troppo evidenti.
Dipper si fermò di colpo alla vista di esse.
Piano piano, tutto l'edificio si riempì di crepe dall'aspetto minaccioso, fino a far crollare a poco a poco l'edificio e il terreno sottostante.
Il ragazzo, allarmato da ciò che stava accadendo, fece dietro-front e si mise a correre, osservando la terra sotto di lui che si sgretolava.
Correva per le strade di New York, prive di gente e di macchine.
Vi era solo quello strano e terribile terremoto.
Ma ormai esso lo aveva raggiunto, e sotto di lui la strada scomparve, scoprendo uno strato vuoto e privo di luce.
Gli occhi di Dipper si spalancarono.
Senza esitazione, il suo corpo si rigettò verso il basso, come attirato da una forza invisibile, lasciando cadere nel vuoto il povero ragazzo che urlava invano per lo spavento.

[...]

Il suo busto e la sua testa si alzarono di colpo, accompagnati da un respiro fin troppo irregolare e una fronte madida di sudore.
I suoi occhi vagarono velocemente, ruotando da destra a sinistra, dall'alto al basso.
Una scrivania, un computer, dei documenti importanti, una lampada a far luce e le luci della città che incombono sul resto della stanza.
Dipper si mise una mano sul petto, precisamente sul cuore e prese un profondo respiro, ritornando a guardare lo schermo del computer.
Aveva finito di ordinare e gestire le ultime cose del locale, quindi diede un'occhiata ai documenti presenti sulla scrivania.
Ma la sua schiena si raddrizzò non appena sentì due mani posarsi sulle sue spalle.
Come due serpenti che avvolgono la loro preda.
Le dita affusolate ed eleganti si muovevano lentamente, nell'intento di compiere un massaggio piacevole e rilassante.
Sapeva benissimo di chi fossero quelle mani, oh eccome se lo sapeva.

"Bill, se non hai niente da fare non venire a rompermi le scatole."

Una lieve e roca risata provenne dalle sue spalle, facendogli venire i brividi in ogni caso.

"Vedo che riconosci le mie mosse, Pinetree... Ma non sono colpito più di tanto."

Il moro ruotò di qualche grado la testa per osservare la figura del demone dietro di lui.
Strinse leggermente i fogli tra le mani quando vide quello.
Sì, quel sorriso.
Quel dannato sorriso che lo accompagnava sempre, dappertutto, in ogni dove.
Che aveva da sorridere ogni volta?
Cosa c'era di così divertente in Dipper da fargli incurvare le labbra all'insù?

"Fammi indovinare..." - Chiese Dipper assottigliando gli occhi. - "Sei stato tu, vero?"

Bill si morse lievemente il labbro e annuì con semplicità alla sua domanda, tornando a compiere quel massaggio stranamente piacevole per l'umano.
Si chinò verso la spalla di Dipper e con aria falsamente curiosa diede un'occhiata ai documenti e ai dati presenti sul computer, il che fece sbuffare il ragazzo.

"Uuhh, alla fine ti sei deciso Pinetree! Abbandonerai tua sorella per andare all'università?" Disse Bill in tono schietto, estendendo il suo ghigno come se fosse una buona notizia

Dipper allora si alzò di colpo dalla sedia, facendo indietreggiare di qualche passo il demone.
Sorpassò la sedia e lo prese per il colletto della camicia, non rendendosi conto del rischio che stava correndo in quel momento.
Fece mescolare le sue semplici iridi scure nel colore dorato dell'occhio di Bill, senza però incantarsi.

"Vedi di chiudere quella bocca, lurida serpe." Sibilò il castano con disprezzo, assottigliando gli occhi.

A quel punto, Bill prese delicatamente i polsi di Dipper e li portò via dal suo colletto leggermente stropicciato, notando che le mani emettevano dei tremolii.
Come aveva previsto.
Dopotutto l'umano cercava di mostrarsi forte e freddo davanti al biondo, ma chi poteva rimanere completamente lucido davanti ad una persona capace di fare letteralmente di tutto?
Ad un tratto, la schiena del moro si ritrovò appoggiata violentemente alla scrivania, bloccato tra essa e il corpo del demone.
Le sue mani avvolte dai guanti rigorosamente neri si spostarono dalla superficie della scrivania ai morbidi fianchi del giovane adulto, facendolo sobbalzare.

"... N-non dovresti essere in giro? A cercare di conquistare il mondo?!" Chiese Dipper di colpo, sentendo la viscida pressione del demone sul suo corpo.

"Oh, ma te l'ho già detto, Pinetree..." Rispose con tono profondo, sfiorando con le dita la pelle non ancora marchiata del castano.

Egli deglutì e venne percosso da vari brividi, mentre il respiro si faceva più pesante e lento.
Le invitanti labbra di Bill si avvicinavano con lentezza, ogni mossa era priva di fretta e insicurezza.
Solo l'autorità e la sensualità facevano parte delle azioni compiute dal demone.
I respiri dei due presenti si intrecciarono tra loro, insieme alle labbra separate solamente da un dannato millimetro.
Dipper non sapeva cosa stava accadendo al suo corpo, alla sua mente.
Non si era mai sentito così caldo di fronte a una persona, soprattutto ad una del suo stesso sesso.
Avrebbe potuto capire davanti ad una donna, come ad esempio Pacifica.
Ma la pericolosa vicinanza del demone al suo viso e la sua ambigua ma splendida bellezza lo facevano sentire strano.

"Io voglio divertirmi, prima di conquistare il mondo, chiaro?" Chiese il biondo con uno sguardo intrigante, afferrando il labbro tremante dell'umano tra i denti.

Dipper sobbalzò ed emise un mugolio quando Bill strinse con forza il labbro tra i suoi denti, facendolo sanguinare e macchiandosi la lingua di quel sapore deliziosamente metallico.
Ma dopo poco, quando ormai il castano stava socchiudendo gli occhi, il demone lasciò andare il suo labbro, sparendo subito dopo senza lasciar tracce.
Egli riprese fiato quando Bill se ne andò e dopo poco si sedette sulla sedia della scrivania, inumidendosi il labbro inferiore ancora sporco di liquido scarlatto.

"Che diamine hai in mente demone...?"

Ma ciao! Piaciuto il capitolo?
Lo ammetto, non mi dispiace ma potevo fare di meglio
Cooomunque... Spero davvero che vi piaccia come sto impersonando Bill Cipher! Sto cercando di farlo il più realistico possibile, ma ovviamente non posso farlo del tutto Canon, chiedo venia amici ^^"
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3

Non puoi resistermi, Pinetree - Bill Cipher x Dipper PinesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora