Dipper rimase tutta la notte sveglio a ripensare a ciò che aveva commesso Bill Cipher.
Quel metodo malato, più del solito, lo aveva spaventato ma in parte lo aveva anche sorpreso.
Si era sentito parte di un gioco mortale, un gioco in cui Bill non aveva alcuna paura a scommettere la propria esistenza.
Ma essa non era una sfida equa dato che, a quanto pare, Bill si prostrava come una creatura immortale, invulnerabile alle armi terrene.
Si rigirava nel letto continuamente, cercando di non pensare a Bill o altro.
Voleva svuotare la mente, voleva cercare in tutti i modi di non sfociare in un'ambigua follia al solo pensare a quel demone.
Alla fine Dipper iniziò a compiere una lotta verbale con la sua mente e la sua incoscienza, facendosi domande e cercando di rispondersi in modo logico e razionale.
Doveva pur fare qualcosa che non fosse pensare a Bill, no?
Come poteva lasciarsi andare così tanto facilmente?
Come poteva lasciarsi strappare baci senza proferire parole accusatorie e perfide?
Perché rimaneva sempre in silenzio dopo una sua manifestazione di estrema follia?
Forse era la paura e la voglia di urlare, forse la razionalità che dice di non fare niente, forse il panico del momento.
Ma nessuna di queste opzioni poteva essere plausibile.
In fondo, Dipper aveva battuto quel demone in astuzia e lo stesso Bill Cipher lo riteneva pericoloso per lo svolgimento del suo piano.
Allora perché non riusciva ad agire?
In realtà era piuttosto semplice la questione.
Dipper era sottomesso.
Era sottomesso dalla figura ormai adulta di quel demone da strapazzo.
Bill poteva giocarselo come voleva, dato che era un adulto.
Poteva sempre schernirlo in modo implicito ma con un metodo più studiato, poteva renderlo partecipe ad uno dei suoi giochetti mentali e alle sue fiere della pazzia, poteva fare ciò che voleva.
In fondo, un solo ed unico umano non può nulla contro un demone.
Sembrava come se Bill avesse imparato dagli sbagli del passato, è come se avesse incrementato la sua attenzione e le sue abilità.
Non solo Dipper era cresciuto di carattere, corpo e mente.
Anche il demone dei sogni aveva compiuto il suo cambiamento.
Aveva mantenuto la sua indole squilibrata e poco razionale, nel suo unico occhio si poteva scorgere l'orizzonte del caos e dell'insania.
Ma egli teneva ogni volta una postura elegante e autoritaria, degna di un gentiluomo, e controllava ogni minimo dettaglio delle sue azioni, ogni movimento.
Dipper sentì le palpebre stanche e a furia di pensare Morfeo lo accolse con un dolce abbraccio nel suo regno, nel suo mondo composto da sogni e immaginazione.
Dimenticò momentaneamente la ragione dei suoi pensieri contorti e si mise a dormire.[...]
Erano passate un paio di settimane fa quando Dipper frequentava l'università.
Le lezioni procedevano con tranquillità e le chiacchierate che iniziava con Pacifica o gli amici del club lo mettevamo sempre in uno stato di buon umore.
In questo momento si trovava esattamente nella stanza arredata per il club, a leggere un libro sul paranormale e sulle varie creature che avrebbero potuto popolare quel mondo.
Tutti gli altri partecipanti si scambiavano appunti o documenti riguardanti creature specifiche o addirittura leggende urbane riferite a fenomeni avvenuti proprio a New York."Hey, Dipper."
Il ragazzo alzò lo sguardo verso colui che lo aveva chiamato e incrociò due occhi verdi, rivelando il rosso Alexander che lo fissava con un sorriso a labbra chiuse.
Il moro rivolse altrettanto un sorriso."Va tutto bene? In questi giorni ti vedo un po' con la testa tra le nuvole." Commentò Alex inclinando di poco la testa verso il lato sinistro.
"Oh, no, davvero! Sto bene, Alex, non ti preoccupare." - Spiegò Dipper con un lieve sorriso, cercando di mantenere un'aria convincente. - "Sto cercando di rendermi utile al club, tutto qui." Rispose.
Notò ancora una volta che lo sguardo del rosso era volto verso la sua fronte, verso la sua voglia a forma di Grande Carro.
Non comprendeva affatto l'interesse della maggior parte dei membri alla sua voglia, soprattutto da parte di Isaac.
Sembrava quello più interessato a scoprire le origini di quella forma così ambigua e all'apparenza casuale.
Come se fosse una strana anomalia ultraterrena o addirittura un elemento legato ad un culto cosmologico.
Presto lo sguardo di Alex si posò di nuovo sulle iridi marroni del castano, rivolgendogli sempre un sorriso."Se hai bisogno di qualcosa, chiedi pure agli altri, a me, o ad Isaac, va bene? Insomma, sei un nostro amico e collega, dopotutto!" Disse con semplicità.
Dipper annuì a quell'affermazione con un sorriso, continuando a leggere il libro di creature ultraterrene e soffermandosi sul capitolo adattato agli gnomi.
Conosceva bene quei piccoletti, oh eccome se li conosceva.
Furono le prime creature che Dipper e Mabel incontrarono nella loro estate a Gravity Falls.
Ma non avevano incontrato solo gnomi, no affatto.
Tra minotauri, donne ragno, cristalli in grado di rimpicciolire e ingrandire, fantasmi e piccole palline da golf viventi ne aveva passate tante, insieme a sua sorella.
E infine lui, Bill Cipher, colui che aveva resto la sua estate ancora più interessante e spericolata.
Nonostante la sua figura da antagonista, egli aveva reso le sue vacanze indimenticabili e speciali.
Ma dopotutto... Lui aveva provato a conquistare il mondo, aveva rinchiuso sua sorella in una bolla di immaginazione e menzogne.
Aveva provato addirittura ad uccidere uno dei gemelli senza alcuna pietà, solo per raggiungere il suo scopo attraverso lo zio Ford.
Eppure Dipper non riusciva a provare minimamente qualcosa di simile all'odio o alla rabbia.
Bill per lui era cambiato, non solo di aspetto, ma anche di carattere.
Non riusciva più ad osservarlo con gli occhi di un adolescente, sembrava che il loro rapporto fosse cambiato.
Diventò leggermente rosso non appena gli tornarono in mente tutti i baci rubati e i brevi momenti passati insieme a lui, senza contare le sensuali provocazioni che ogni volta gli riservava.
Non riusciva a capacitarsi dell'idea di aver baciato un demone con così tanta facilità.
Un maschio, per giunta.
Dipper era sicuro di provare attrazione per le donne, ma stava seriamente mettendo in dubbio la sua sessualità.
E la sua sanità mentale.
Il demone non lo trattava più come un bambino o come un giovane adolescente.
Si studiava dei giochetti adatti a dei giovani adulti come lui, a qualcuno con un'ampia conoscenza del mondo.
Dipper continuò a farsi domande interne senza darsi una risposta, ma sapeva senza dubbio una cosa.
Bill Cipher lo aveva stregato.
Lo aveva ipnotizzato con la sua immagine di uomo affascinante e autoritario.Oh ma buongiorno cari miei!
O buon pomeriggio... O buonasera
Insomma, mattina, pomeriggio o sera... Salve amici!
Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì... Perché non sono tanto sicura di esso ;w;
Spero comunque che vi piaccia!
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3
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Non puoi resistermi, Pinetree - Bill Cipher x Dipper Pines
Hayran KurguDipper Pines, ormai a sette anni di distanza dagli avvenimenti di Gravity Falls, gestisce con sua sorella gemella, Mabel Pines, un bar nelle strade di New York. Tutto va per il meglio: il locale è amato dai newyorchesi, i ricavi economici vanno per...