"Allora, ragazzi, oggi vi parlo del nostro lavoro del mese prossimo."
Tutti i membri del club dell'ignoto ascoltavano con molta attenzione le parole che Isaac doveva riferire loro.
Erano tutti seduti attorno al tavolo in legno scuro dalla forma ovale, donato proprio dall'università.
Dipper aguzzava le orecchie e teneva tra le sue mani un blocco di fogli di carta per prendere qualche appunto all'apparenza poco utile.
Il corvino continuava a esporre il programma con molto interesse, aggiungendo qualche gesto delle mani per enfatizzare il suo discorso."Andremo a studiare fuori città in una villa appartenente alla mia famiglia. Mi hanno permesso di utilizzarla per i nostri studi sul paranormale." Spiegò.
Tutti i presenti annuirono alle sue parole e continuarono ad ascoltare.
"Partiremo il giorno prima tutti insieme con un bus che porta in quella zona, infine andremo nella villa per dormire e fare le nostre cose, tutto chiaro?" Chiese infine, puntando lo sguardo su ogni membro del club per vedere se c'erano sguardi confusi o altro.
Niente di tutto ciò.
Annuirono semplicemente e presero appunti sul giorno, sull'ora e sulla destinazione che avrebbero raggiunto il mese successivo.
Dopo gli ultimi preparati e i vari chiarimenti, il gruppo lasciò l'aula messa prima in ordine e si diressero verso l'uscita dell'università, dove le lezioni erano già terminate da un pezzo e l'amica di Dipper, Pacifica, se n'era già andata.
Tutte le mattine avente lezione, il moro lasciava che Pacifica lo deliziasse con la sua presenza e che durante il tragitto parlassero del più e del meno.
Si erano visti poco in quei giorni, ma i pochi minuti che passava con la bionda al ragazzo bastavano e avanzavano.
Non appena egli mise piede fuori dall'edificio e iniziò a percorrere la scalinata, i suoi occhi marroni si posarono su una figura familiare in lontananza.
Strizzò gli occhi verso la figura per rendere la vista più potente, ma non appena egli riconobbe la persona davanti all'Università i suoi occhi si spalancarono di colpo.
Si fermò di colpo in mezzo alla scalinata, fermando anche i suoi compagni che lo stavano seguendo con tranquillità.
Quando anche loro posarono gli occhi sulla figura, rimasero abbastanza sorpresi.
Bill era appoggiato alla portiera di una vettura all'apparenza costosa e rigorosamente nera, con qualche dettaglio dorato sul cofano.
Fissava Dipper con uno dei suoi soliti sorrisi sensuali ed accattivanti, sorrisi che avrebbero potuto far cedere anche il più etero degli uomini.
Rimase fermo a fissare il demone camuffato da umano e deglutì silenziosamente, avvicinandosi con cautela all'uomo davanti alla macchina, come se avesse potuto trasformarsi in una bestia assetata di sangue da un momento all'altro."Oh, eccoti! Pensavo che non uscissi più... Pronto ad andare?" Chiede il biondo, inclinando di poco la testa verso il lato destro.
Dipper emise un'espressione confusa a quella domanda.
Non solo era abbastanza preoccupato, ma anche eccitato, alla presenza di Bill Cipher in quel luogo, ma aveva paura di ciò che il pazzo aveva in mente questa volta."... Bill... Di che stai parlando...?" Sussurrò il giovane uomo, sperando che nessuno oltre Bill lo avesse sentito pronunciare quelle parole che esprimevano confusione.
Buttò uno sguardo ai suoi amici ancora sulle scale e notò che anche loro osservavano la scena con poca chiarezza.
Se avesse espresso la sua opinione completamente isolata dall'argomento di Bill, di certo quest'ultimo sarebbe passato agli occhi degli amici di Bill come uno stupido.
Ma forse il demone non aveva neanche pensato ad una scena del genere, dato che avrebbe sempre potuto ricorrere ad uno dei suoi giochetti varie ore dopo l'accaduto o addirittura il giorno dopo."Oh, ma tu sei il pianista dell'altro giorno!"
Queste parole provenirono direttamente da una ragazza del club, seguite da alcune esclamazioni di altre giovani accanto a lei.
Dipper pensò al nome di quella ragazza dai capelli biondi con una striatura più scura su un determinato ciuffo dei suoi capelli.
Il suo nome era Carol, ma ci mise del tempo per ricordare i nomi delle altre che già esse si erano fiondate verso la figura del demone, che le osservava con una finta espressione sorpresa.
Bill amava alla follia essere riempito di complimenti da giovani ragazze ormai invaghite di lui per la sua bellezza.
Le osservava con un sorriso irresistibile, mentre esse lo tormentavano di apprezzamenti e di lusinghe, fissandolo con occhi innamorati.
Dipper studiava la scena senza un preciso sentimento o una banale espressione facciale.
Vedere tutte quelle ragazze accanto a Bill Cipher non gli faceva né caldo né freddo.
C'era solo un elemento di cui non riusciva a capacitarsi: il peso del suo petto.
Ogni volta che Bill era avvolto da ragazze o giovani donne sentiva il suo petto appesantirsi, nelle sue vene scorreva un sentimento che non riusciva a categorizzare come normale.
È come se le volesse attorno al demone."Ah, giusto, che sbadato..."
Bill fece capolino tra le ragazze e si avvicinò a Dipper, risvegliandolo dai suoi pensieri.
Lo fissò dritto negli occhi e deglutì, aspettando una sua affermazione."Allora? Dovevamo andare a mangiare fuori oggi... Non te lo ricordi?" Chiese il demone con un sorriso, inclinando di poco la testa.
Dipper rimase in silenzio, lasciando tutti con il fiato sospeso.
Cosa doveva rispondere?
Doveva assecondarlo o dire la verità?
Cosa sarebbe accaduto se avesse detto la verità?
Ma le sue labbra si mossero da sole, senza che la mente metabolizzasse una risposta adeguata."Ah, giusto! È vero" Disse.
Bill estese il suo sorriso e si girò verso la vettura, posando una mano sulla maniglia della portiera e aspettando che Dipper lo seguisse.
Il tutto sotto lo sguardo sorpreso dei suoi compagni d'università."Ecco... Allora io vado, ragazzi, ci vediamo la settimana prossima!" Esclamò il giovane uomo agli amici, entrando nella macchina con Bill.
Dopo qualche minuto la macchina stava già sfrecciando per le strade di New York, tra le note di musica Jazz provenienti dalla radio incorporata.
Bill era al volante e guidava con maestria, mentre Dipper, accanto a lui, cercava in tutti i modi di non fissarlo.
Se avesse mai incrociato lo sguardo con il suo, avrebbe dovuto iniziare una conversazione, oppure sarebbe rimasto incantato dal suo occhio dorato.
Come sempre."Allora? Non mi dici nulla?"
Dipper sussultò e si girò forzatamente verso il demone che teneva lo sguardo dritto sulla strada, dato che non voleva schiantarsi.
Osservò con attenzione la sua figura elegante e autoritaria, quasi come se avesse davanti un quadro.
Era questo di cui Dipper aveva paura.
Aveva paura di non riuscire a distogliere lo sguardo, di essere troppo dipendente dalla figura del biondo.
Di essere completamente sottomesso alle semplici parole che quel demone da strapazzo tirava fuori dalle labbra.
Aveva provato ad ucciderlo, gli aveva inflitto cicatrici mentali difficili da estinguere, lo aveva minacciato più volte.
Eppure non riusciva a non rimanere affascinato da quella creatura così malata ma così sensuale e accattivante.
E pensare che quando era un adolescente lo vedeva solo come un triangolo volante con poca sanità mentale.
E invece, eccolo lì.
Un uomo, anzi, un demone con un corpo virile che rasentava una marmorea perfezione, una voce melodiosa e roca, che riusciva a far sciogliere chiunque, un aspetto degno di una scultura greca o di un modello famoso.
Come avrebbe fatto Dipper ad uscire da quella situazione?Ma salve!
Beh, che dire... Il capitolo non mi piace molto ;w;
Forse l'ultima parte mi convince un po' di più, però spiega comunque poco
Mi spiace... Ho scritto di sera e avevo sonno :'D
Però ditemi comunque che ne pensate! Critiche sono ben accette!
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3
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Non puoi resistermi, Pinetree - Bill Cipher x Dipper Pines
FanfictionDipper Pines, ormai a sette anni di distanza dagli avvenimenti di Gravity Falls, gestisce con sua sorella gemella, Mabel Pines, un bar nelle strade di New York. Tutto va per il meglio: il locale è amato dai newyorchesi, i ricavi economici vanno per...