WANDA

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«Quindi... Qualcuno vorrebbe spiegarmi come ha fatto Jess a guarire la mia ferita?» azzardo l'ennesima domanda.

La quale avrebbe sicuramente causato una protesta da parte di Daniel.

Infatti la sua reazione, così prevedibile, non mi sorprende affatto. Sospira guardando il terreno che stiamo velocemente calpestando.

Onestamente non mi importa delle sue reazioni. Devo sapere la verità. Anche perché sono entrata da poco in questo gruppo di sopravvissuti e stanno succedendo cose a dir poco folli e surreali. Dal momento in cui Chris è stato colpito fino alla guarigione istantanea della mia ferita...

E l'unico modo per fare un po' di chiarezza in questa strana faccenda, è chiedere. Non che ne abbia voglia, perché prevedo che non sarei sufficientemente soddisfatta delle loro risposte ... parleranno a monosillabi e io sarò sempre più confusa e preoccupata.

Mentre procediamo, sento qualcuno tirarmi il braccio così da farmi accostare mentre tutto il gruppo procede. Vorrei raggiungerli, ma qualcosa me lo impedisce. Mi giro vedo il viso di Jess contratto in una smorfia. Mi incute paura la sua strana espressione.

Mi lascia il braccio prima di parlare.

«Cosa vuoi sapere, Wanda? Sappi che la risposta non ti piacerà affatto e ti risulterà incredibile , ma devi credermi perché è la verità.»

Lo guardo aggrottando la fronte. Dopo questa presentazione, mi aspetto una notizia che mi possa davvero sconvolgere...

«Beh... Io ho dei poteri...» incomincia. "Genio, questo lo avevo già immaginato...". Mentre nella testa frullano tante domande, la mia espressione si fa curiosa. Voglio saperne di più nonostante la mia poca fede nelle risposte che loro potrebbero darmi. «Beh... E... Il mio potere è quello di guarire... La gente... Come...» sospende la frase con uno sguardo preoccupato e incerto.

Ho quasi il sospetto che non mi creda capace di capire... Se no, come si può spiegare la sua espressione?

«Come cosa?»

Si guarda attorno nervoso prima di cambiare il sorriso in un ghigno maligno con occhi bui. Non l'ho mai visto così.

Lo guardo frustrata.

Lui deve aver capito che sono confusa dalla mia espressione perché aumenta il ghigno e sembra divertirsi nel vedermi così.

Mi sale un brivido sulla schiena quando una brezza fredda mi colpisce in pieno.

Percepisco una presenza... Diversa... "Ma è solo la mia immaginazione" cerco di ripetermi nell'intento di consolarmi e calmare l'ansia che mi circola per tutto il corpo, ma fallisco miseramente.

Il ghigno lascia spazio a un sorriso malvagio. "Di male, in peggio!"

Quella sensazione che qualcosa di terribile potrebbe accadere da un momento all'altro, non mi piace per niente. L'ansia continua ad aumentare e, di conseguenza, anche il battito del mio cuore si fa sempre più accelerato.

«Cara, la nostra Wanda. Lo sai chi siamo?» sibila il ragazzo.

Rimango sbigottita davanti a quell'espressione, ma soprattutto quello a lasciarmi di stucco è la domanda che mi ha appena fatto. Perché parla in prima persona plurale? E soprattutto perché tutto ad un tratto è cambiato?

Cerco di indietreggiare e mantenere la calma. Ma quando cado sul terreno umido grazie a delle maledette radici, un'espressione di panico fa capolino sul mio viso.

Jess mi si avvicina sibilando nuovamente qualcosa.

«Dovresti venire con noi se non vuoi finire in guai seri!» le sue parole sono ovattate e risuonano come echi nelle mie orecchie, insieme al rumore dei battiti del mio cuore. Inspiro ed espiro cercando la calma, finché non decido di alzarmi e di muovere più rapidamente che posso le gambe, ma il mio corpo non risponde perché lui ha anticipato la mia mossa, fermandomi con una stretta molto forte il polso. Sento un calore innaturale che sta entrando nella mia mano e sembra assorbire la mia energia. "Energia... ma che cosa sto pensando?"

Strabuzzo gli occhi. «Ma di che diavolo stai parlando, Jess? E lasciami immediatamente!»

Non mi risponde e non mi molla , limitandosi a ridere. Ha una risata amara e piena di disprezzo. La calma che avevo miracolosamente trovato, sparisce in un attimo lasciando spazio alla frustrante sensazione della paura. Quanto la odio.

«Ah» commenta lui, con una scintilla malvagia negli occhi. «Certo! Tu non puoi sapere... Non sei ancora come loro...»

Continuo a non capire. «Come loro chi? Saresti così gentile di spiegarmi questa storia e non parlare come se lo sapessi già?!»

Il ragazzo in un millesimo di secondo gira il mio polso con facilità, così da farmi urlare di dolore. Il mio urlo è ovattato. Vorrei urlare un forte - AIUTO! - ma dalla bocca non esce alcun suono.

Mi guardo attorno spaventata e disorientata. La vista mi si annebbia e barcollo leggermente.

Il calore e il dolore che sento nel polso si espandono rapidamente per tutto il corpo e Jess ne approfitta per avvicinarmi di più a lui.

Il miei occhi terrorizzati guardano il sentiero: non c'è nessuna figura in avvicinamento. Dopo di che, mi rigiro verso Jess.

«Cara, cara, sciocca!» esclama con voce acuta, toccandomi pesantemente le guance. «Non è vero che non sai niente! Tu sai! Solo che non sei ancora pronta per capire...» ritraggo il viso.

«Capire che cosa?» "Ma ... Davvero Jess crede che io non possa capire? E io che lo credevo più sveglio..."

Per un momento mi sembra di vedere il vero Jess, nell'espressione dolce e timida, ma poi cambia completamente aspetto sotto i miei occhi. E per l'ennesima volta, le mie domande sembrano essere cenere dissolta nell'aria.

Forse l'ho immaginato... Visto che ho ancora la vista annebbiata dal dolore.

Qualunque sia la risposta, il viso di Jess si modella, restringendosi e allargandosi, trasformandosi in una faccia paffuta con occhi piccoli e neri, labbra sottilissime e naso appuntito.

Ora credo di non sentirmi bene. Mi sale un conato di vomito, per tutta la confusione che mi turbina in testa e il dolore acuto al polso, ma cerco nervosamente di respingerlo, deglutendo. Il dolore ormai è diventato sempre più forte e sta bruciando molte energie che servirebbero a liberarmi dalla presa e cercare in qualche modo aiuto.

Sospiro miseramente. Ormai sono in mano sua, cosa posso fare mezza tremante e stranamente indebolita ?

L' estraneo che é piazzato davanti a me ha una divisa bianca.

Bianca. Ah.... Ora è tutto chiaro: è un militare delle Pattuglie di Controllo... Ma da quando in qua gli ibridi possono prendere le sembianze degli umani...? Ma soprattutto perché proprio quelle di Jess...?

«Ora, cara ragazza speciale» incalza. «VIENI CON NOI!» finisce con un ordine che, ovviamente non posso seguire. Tento di liberarmi dalla presa, pestando inutilmente i piedi nella terra umida. Così, mentre lui mi porta tra gli alberi più fitti, mi concentro.

"Aspetta... Concentrarsi su che cosa?" Non lo so nemmeno io, ma quando cerco di allontanarmi , lui mi riporta con forza vicino, lo respingo con le mani e il movimento che eseguo sembra creare una scia rossa.

Dopo aver sentito un boato e visto un lampo rosso che colpiva il soldato mi avvicino e noto che la divisa bianca si è trasformata in brandelli di stoffa nera. "Ma... Come diavolo ha fatto la divisa ha diventare nera come se fosse stata bruciata, quando non c'è mai stato fuoco? E' tecnicamente impossibile. Forse mi sono immaginata tutto. Sicuramente è così."

Lo riguardo e noto il suo viso ricoperto da pelle nera mista a un colore bordeaux e rosso accesso con brandelli di pelle che pendono dalla faccia contratta in un'espressione stupita.

Non appena giro lo sguardo, la mia testa vortica molto velocemente. Le gambe non mi reggono più. Barcollo per un po' sorreggendomi con le mani su un tronco, finché le mie gambe cedono cadendo sulle ginocchia e successivamente la mia testa tocca terra e tutti rumori si fanno ovattati. Prima di perdere conoscenza, scorgo alcune figure, mischiate a chiazze di tutti i colori, avvicinarsi a me...

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