SEBASTIAN

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La porta del mio ufficio si apre all'improvviso. Scatto in posizione retta, temendo sia il Capo a farmi visita. Mi strofino gli occhi frastornato, mentre vedo entrare una donna: alta, capelli ricci e rossi come il fuoco con un'espressione irritata.

Si avvicina rapidamente alla scrivania.

Degli occhi verde marcio mi scrutano come un falco che osserva la sua preda.

«Mr. Simmons!» sbotta «Avevate detto che i Fuggitivi erano in un vecchio aereporto vicino al centro. Ebbene abbiamo seguito uno di loro e li abbiamo attaccati. Molti sono morti, ma non siamo riusciti a catturarne neanche uno. E lei sa cosa vuole dire... E' già la seconda volta che ci manda in Missione senza nessun risultato!»

Deglutisco nervosamente. «Può darsi che vi abbiano attirato apposta lì. Quindi potrebbe essere stata solo una trappola.»

Lei mi scocca un'occhiataccia, ringhiando. «Ah, Mr. Simmons!» fa vibrare la biancastra mano in aria, seccata «Trappola? Mi sta, per caso, prendendo in giro?»

Scuoto il capo, sbigottito dall'odio e disgusto che prova per i Fuggitivi.

«Senta, non é colpa mia se i Fuggitivi sono scappati dal luogo in cui il Tracciatore li ha avvistati» cerco di dire più deciso, ma la mia voce trema.

La donna mi scruta a fondo. I suoi occhi balzano da una parte all'altra del mio corpo. Poi sul suo viso si crea un'orribile smorfia, la quale per poco non fa sobbalzare dalla sedia. «Mr. Simmons! Come mai é così... Rilassato? Le ricordo che se non porterà a termine con successo la missione, dovrà fare i conti con l'ira del Capo e anche la mia!»

«Infatti non sono rilassato!» sbotto. Ed è vero. La sua espressione mi incute terrore.

La donna accenna un sorriso, sistemandosi la camicia bianca. «Va bene» dice infine allontanandosi dalla scrivania con passo regale. Prima che possa uscire, azzardo una domanda. «Signorina... Come... Aveva detto di chiamarsi?» Lei mi scruta con disgusto.

«Per caso lei ce l'ha con me?» chiedo.

La donna per un momento sembra essere stupita dalla domanda, ma in pochissimi secondi, la sua sorpresa si tramuta in ribrezzo. «Mi chiamo, Emily Martin! Ma per lei sono e sarò sempre il capo delle Spedizioni. E comunque no, non ce l'ho con lei!» replica uscendo, lasciando l'aria tesa come una corda di violino.

Perché mai dovrebbe essere in collera con me? Sono davvero preoccupato. Spero che non abbia scoperto nulla, poiché se dovesse avere il minimo sospetto, incomincerebbe a fare ricerche e sicuramente scoprirebbe cos'ho in mente.

Perché se mi scoprissero sgattaiolare nelle segrete, dove tengono i prigionieri, non mi risparmierebbero di certo.

Vi starete chiedendo perché gli Ibridi tengano nelle segrete dei Fuggitivi con poteri. Dunque la risposta é facile: gli Ibridi stanno lavorando ad un progetto chiamato "Rivoluzione ZC". Consiste nel trovare il gene "ZC" che ci permette di possedere delle doti. Se dovessero mai riuscire a scoprirlo, toglierebbero immediatamente i poteri a tutti, così da sconfiggere definitivamente l'ultimo briciolo di speranza. Ma fino ad ora, il progetto non ha mai avuto i risultati previsti. Ma comunque andare dai prigionieri è l'unico modo per tenere Wanda al sicuro; aggiornare Thomas sugli spostamenti delle Pattuglie di Controllo. Questo, contatta telepaticamente una fonte dentro il gruppo di sopravvissuti.

Mi allontano dalla scrivania raggiungendo la finestra, da dove guardo con occhi spenti quello che è rimasto dei vecchi grattacieli. Sospiro e spero che, ovunque Wanda si trovi, stia bene e al sicuro.

Così dicendo afferro alcuni appunti sui vari spostamenti dei Fuggitivi, faccio un bel respiro e mi allontano dalla stanza per raggiungere la Sala d'Osservazione dove si scrutano tutti i movimenti dei Fuggitivi e si studiano piani per attaccarli.

Non amo molto quel posto. A pensarci bene non sono le parete piccole verniciate di azzurro ha darmi i brividi, ma tutti quei computer avanzati che possono rivelare i Poteri. Perché tali poteri, dopo essere utilizzati, emettono delle onde che vengono captate dai computer in un battito di ciglia.

Percorro il corridoio molto velocemente, facendomi largo tra la gente. Mentre giro l'angolo per accedere alla Sala, mi scontro contro una persona.

Alzo lo sguardo e vedo una ragazza alta, magra, capelli castano chiaro, degli occhi piccoli castano più scuro nascosti dagli occhiali.

Prima che possa proferire parola, i suoi occhi mi scuotono con fare incerto.

«Scusi tanto, Mr. Simmons!»

«Non c'è problema... Lei è...?»

«Sasha. Sasha Macville» si sistema gli occhiali sul naso pronunciato e mi porge la mano.

Io ricambio il saluto sorridendole. «Che ci faceva nella Sala d'Osservazione?»

«Ehm...» è titubante «Nel palazzo è scoppiata la massima allerta.»

Alzo il sopracciglio. «Perché?»

La ragazza sembra ignorare la domanda. «Io dovrei andare... Ho molta fretta!»

Mi passa accanto e fa per andarsene, quando io le afferro il braccio. Lei si gira e mi guarda irritata. Indica con un leggero cenno del capo la mia mano che tiene stretto il suo braccio. «Vorreste mollarmi?»

Scuoto il capo. «Mi spiace, per la scortesia, Macville, ma avrei bisogno di risposte... Sa, non vorrei essere a corto di notizie, visto che sono l'informatore delle quadre di Spedizioni.»

Lei mi guarda sconcertata. Successivamente scuote il capo e commenta. «Oh, mi dispiace tanto, Mr. Simmons! Non pensavo che lei fosse a capo delle Spedizioni.»

«Non si preoccupi, Macville» taglio corto «Quindi... cosa sta succedendo?»

Lei sembra indugiare. Il suo sguardo torna al pavimento. Le mie dita le tirano su il mento e lei con occhi tristi confessa. «Hanno catturato un Fuggitivo!»

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