Always & Forever - Clexa&Ranya

- Capitolo 4 - Conseguenze dolorose.

- Capitolo 4 -

Conseguenze dolorose.

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Quella mattina Raven era uscita di casa presto, nonostante avesse dormito solo qualche ora – aveva passato quasi tutta la notte a parlare con Clarke, dovevano rifarsi del tempo perduto – si sentiva riposata. La bionda le era mancata più di quanto dava a vedere ed insieme a lei aveva sentito la mancanza anche della piccola Myla. Averla in giro per casa aveva spazzato via il malumore e lo stress che l'aveva assalita nell'ultimo periodo, il sorriso e l'allegria della bambina erano stati una boccata d'aria fresca nelle sue giornate monotone.

Quando varcò la porta del suo ufficio, situato all'undicesimo piano della Woods Industries, il sorriso non aveva ancora abbandonato il suo viso. Si tolse il cappotto e lo appese all'appendiabiti posto dietro alla porta insieme alla sciarpa, poi si avvicinò alla sua scrivania e recuperò il cellulare dalla borsa prima di lasciarla in un angolo. Accese il computer ed attese che il sistema si avviasse prima di controllare le email, sicura di trovare tra di esse quella che le comunicava la nuova data della riunione per l'acquisizione della AzgedaCorp. L'email in questione spiccava in cima a tutte le altre, Raven la aprì e fece scorrere lo sguardo tra quelle poche righe che le aveva inviato Anya. La riunione era stata spostata a quello stesso pomeriggio, alle 16:30 doveva farsi trovare nell'ufficio della sua ex. Avrebbero analizzato insieme l'accordo ed avrebbero discusso se fosse stato necessario aggiungere o meno determinate cose. "Non vedo l'ora", pensò. L'ultima volta che erano rimaste da sole lei ed Anya non era finita molto bene, Raven aveva paura che l'altra riprendesse il suo interrogatorio da dove l'aveva lasciato. Conosceva la donna come le sue tasche, era ostinata e non si sarebbe arresa facilmente. Decise di non starci a pensare troppo, avrebbe affrontato il problema quando esso si sarebbe presentato. Rispose alla email di Anya, confermando la sua presenza alla riunione di quel pomeriggio e si dedicò a sfoltire le scartoffie che ricoprivano la sua scrivania.

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Il rumore dei suoi tacchi stava attirando l'attenzione dei suoi dipendenti che la guardavano come se fosse un fantasma. Lexa si era assentata dal lavoro fin troppo a lungo e, dopo quasi tre anni di assenza, il personale dell'azienda aveva iniziato a credere che non sarebbe più tornata. Ignorò le occhiate furtive che le rivolgevano i suoi dipendenti e con passo deciso si diresse verso l'ufficio della sua socia. Entrò senza bussare – un'abitudine che non avrebbe mai perso – e palesò la sua presenza alla bionda che, impegnata in una telefonata importante, sobbalzò di sorpresa nel ritrovarsela davanti così all'improvviso. Anya alzò il dito indice in un chiaro invito ad aspettare che finisse di parlare con la persona dall'altro capo del telefono, poi congedò il suo interlocutore e riposizionò la cornetta al suo posto prima di puntare lo sguardo su di lei.

<< Non credevo venissi. >> Commentò osservandola da capo a piedi con un sopracciglio inarcato, era chiaro che la sua presenza lì la confondeva.

<< Sono il presidente e l'amministratore delegato Anya, questo posto è mio. >> Le rispose semplicemente aprendo le braccia per indicare ciò che la circondava, come se quello bastasse a giustificare la sua presenza lì.

<< Lo eri anche tre anni fa, quando te ne sei andata lasciandomi qui ad evitare che il tuo colpo di testa mandasse tutto a puttane. >> Sputò fuori la donna dai tratti orientali, gli occhi socchiusi ed il corpo rigido per la rabbia che riusciva a malapena a trattenere.

<< Non scaldarti tanto Anya, sei stata tu a chiamarmi ed ora che sono qui, ho intenzione di riprendere in mano la mia vita. Ho delle responsabilità e ci ho pensato a lungo stanotte... >> sospirò facendo un passo avanti e chiudendosi la porta dell'ufficio alle spalle, quel discorso doveva farlo solo ad Anya, non aveva bisogno che l'intero personale si facesse gli affari suoi.