- Capitolo 2 - Come foglie d'autunno.

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- Capitolo 2 -

Come foglie d'autunno.

***

Quella mattina Clarke si era alzata di pessimo umore, l'ansia per il viaggio le stringeva lo stomaco in una morsa fredda e ferrea. Doveva darsi una calmata. Erano quasi tre anni che non metteva piede a New York, da quando era volata fino a New Orleans. Si era lasciata la città alle spalle con il cuore a pezzi e le lacrime ad offuscarle la vista, ma aveva dovuto. Aveva riflettuto molto prima di prendere quella decisione e una volta presa coscienza di ciò che avrebbe dovuto fare se ne era andata, obbligandosi a non voltarsi mai indietro. E così aveva fatto, almeno fino a quando la sua migliore amica non ci aveva messo lo zampino. Ogni anno, appena il lavoro glielo permetteva, Raven prendeva il primo volo e la raggiungeva nella capitale del Jazz e dell'Arte. Non si era mai persa niente della vita di Clarke, sapeva che l'amica aveva bisogno di lei e si era fatta in quattro pur di aiutarla. Aveva persino lasciato la sua ragazza quando aveva capito che aiutare la bionda avrebbe significato continuare a mentirle e Raven non voleva costruire un rapporto basato su omissioni, bugie e mezze verità. Clarke non si era mai perdonata per questo, aveva distrutto la vita della sua migliore amica per salvare quella della persona che amava, ma era stata costretta a farlo. Doveva molto a Rae, per questo, quando l'amica l'aveva chiamata disperata per dirle che non sarebbe potuta andare da lei a causa degli impegni lavorativi, non aveva esitato un solo secondo. L'aveva rassicurata e le aveva detto che per quell'anno sarebbe stata lei a prendere il primo volo per New York.

Per la prima volta dopo tanto tempo Clarke aveva preso una decisione dettata dall'istinto e non dalla testa, senza starci a pensare troppo aveva afferrato il PC mentre aveva ancora il cellulare poggiato all'orecchio e con pochi semplici gesti aveva prenotato un volo diretto, il tutto accompagnato dalla voce incredula dell'amica che continuava a ripeterle "Sei sicura, Clarke? Non devi farlo per me, troverò un modo per venire a Natale."

Ma Clarke aveva già deciso e niente le avrebbe fatto cambiare idea.

***

All'ultimo piano della sede della Woods Industries, Anya stava cercando di mantenere la calma mentre una Raven a dir poco furiosa le urlava contro di non saper tenere la bocca chiusa. La donna aveva provato qualsiasi cosa per farla calmare, ma la sua furia sembrava inarrestabile. Era da ormai mezz'ora che il litigio andava avanti e lei sapeva che se non fosse riuscita a calmarla prima dell'arrivo di Lexa sarebbe stata una catastrofe.

<< Rae, >> sibilò esasperata mentre con una mano si scostava i lunghi capelli biondi dal viso. La latina si bloccò. Le ultime parole pronunciate si persero nell'aria, gli occhi puntati sul suo viso provato. La osservò come non faceva da tempo, non l'aveva più guardata attentamente da quando si erano lasciate e adesso che si soffermava sul suo viso, riusciva a percepire tutto il dolore che ancora le gravava sulle spalle. Non doveva essere facile nemmeno per lei tutta quella situazione.

Raven sospirò e si lasciò cadere sulla poltrona posta davanti alla sua scrivania, adesso che aveva dato sfogo a tutta la rabbia e la frustrazione che aveva accumulato nell'ultimo periodo si sentiva spossata e profondamente delusa da se stessa. Se l'era presa con la bionda, l'aveva usata come sacco da boxe, come valvola di sfogo, pur essendo consapevole che la colpa di tutta quella situazione era solo ed esclusivamente sua.

<< Mi dispiace. >> Un sussurro appena udibile, ma Anya l'aveva sentita. Anya la sentiva sempre.

<< Cosa? >>

<< Ho sbagliato, An. Ho sbagliato fin dall'inizio, non è colpa tua. Mi dispiace di aver alzato la voce, ma non sei l'unica ad essere stanca, >> ammise Raven, la mano destra a stringersi il ponte del naso e lo sguardo basso.

Always & Forever - Clexa&RanyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora