- Capitolo 14 - Senza più barriere.

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- Capitolo 14 -

Senza più barriere.

***

Raven assisté impotente al crollo di Lexa, le barriere della donna si stavano sgretolando davanti ai suoi occhi, una dietro l'altra, rivelando cosa vi fosse al loro interno, rivelando tutto quello che aveva provato a nascondere da quando Clarke le aveva raccontato ogni cosa. La consapevolezza di quali fossero i veri sentimenti di Lexa la fece trasalire, la donna provava rancore, è vero, ma non verso la sua amica, si rese conto. Era arrabbiata con se stessa, per non essersi accorta fin da subito di cosa fosse realmente successo a Clarke. Si stava punendo, aveva iniziato ad evitare tutto e tutti perché non riusciva ad accettare la realtà dei fatti. Per anni si era convinta che fosse la bionda il cattivo della situazione, che fosse solo colpa sua se lei stava soffrendo, ma adesso che finalmente sapeva, non riusciva a perdonarsi per averla odiata quando Clarke aveva solo cercato di proteggerla nel modo che aveva ritenuto più giusto.

Era entrata all'interno di quello spogliatoio con l'intento di far sfogare Lexa, sperava di riuscire a farle capire quanto Clarke avesse agito in buona fede, ma adesso si ritrovava a dover affrontare ben altro. Qualsiasi idea, o supposizione, si fosse fatta in quei giorni si era rivelata completamente sbagliata.

Stando attenta a non far gravare troppo il suo peso sulla gamba dolorante, Raven si avvicinò alla mora con cautela e si sedette accanto a lei, facendo attenzione a non invadere troppo il suo spazio. Conosceva Lexa e sapeva benissimo quanto la donna odiasse mostrarsi così fragile, soprattutto davanti alle persone a cui teneva e, per quanto avesse provato a dimostrare il contrario, sapeva che la mora teneva moltissimo a lei e al loro rapporto.

<< Non è colpa tua, Lexa, >> le disse apprensiva.
<< Avrei potuto fare qualcosa... >> le rispose la mora tirando su col naso, la voce rotta dai singhiozzi ed il respiro leggermente affannato.
<< Non è vero, non avresti potuto, >> le fece notare in modo dolce, parlandole con lo stesso tono di voce che utilizzava con Myla quando doveva spiegarle qualcosa di fin troppo complesso per una bambina di soli due anni.
<< Vi eravate lasciate in quel periodo e lei voleva solo dimenticare quella brutta esperienza, sapeva che se ti avesse detto la verità fin da subito te ne saresti fatta una colpa e non voleva questo, >> le spiegò, << non avrebbe mai voluto lasciarti e comunque – e di questo ne sono certa – se non fosse stato per Myla, voi due adesso stareste ancora insieme e, probabilmente, tu non avresti mai scoperto cosa le è realmente successo quella notte. Conosci bene Clarke, è testarda e, pur di evitare di far soffrire le persone che ama, è disposta a sacrificarsi. >>
<< Lo so, ma non è giusto, >> le disse Lexa, alzando di scatto la testa e facendo scontrare le iridi verdi con le sue.
<< Stiamo parlando di Clarke, Lexa, metterà sempre gli altri al primo posto e mai se stessa, >> sbuffò scocciata, la sua amica era fatta così e niente e nessuno sarebbe mai riuscito a cambiarla. Osservò la mora al suo fianco utilizzare l'asciugamano per pulirsi il viso dalle lacrime che avevano finalmente smesso di scendere, aveva gli occhi arrossati e la voce resa roca a causa del pianto, ma Raven sapeva che, adesso che si era sfogata, si sentiva meglio.
<< Ha detto che mi ama ancora, >> si lasciò sfuggire Lexa, un sussurro appena udibile, come se non riuscisse a credere alle parole che avevano appena lasciato le sue labbra.
<< Lo so, non riuscirebbe a smettere nemmeno se ci provasse, >> borbottò alzando gli occhi al cielo, << sei difficile da dimenticare, Woods, >> la prese in giro assestandole una leggera gomitata al fianco sinistro.
<< Ho le mie doti nascoste, Reyes, >> le rispose la mora allo stesso modo, ricambiando la gomitata.
<< Ouch, >> si lamentò lei, << io non te l'ho data così forte, >> borbottò offesa.
<< Sei diventata una pappa-molle, Reyes, non ti riconosco più! >>
<< Non osare! >> Le disse indispettita.
<< Oh, io oso eccome! Passare del tempo con Anya ti deve aver ammorbidito, >> continuò a prenderla in giro.
<< Te la faccio vedere io la pappa-molle, >> brontolò, voltandosi e spingendola a terra prima di mettersi a cavalcioni su di lei ed intrappolarle entrambe le mani sopra la testa, << chi è la pappa-molle adesso? Eh, Woods? >> la schernì soddisfatta mentre Lexa la osservava con gli occhi spalancati, di sicuro non se lo aspettava.
<< Levati immediatamente di dosso, Reyes, o giuro che- >>
<< Cosa, Lexa? Cosa fai se non mi sposto? >> La provocò divertita, ma l'altra non riuscì a rispondere perché venne interrotta dal gemito di dolore che sfuggì al suo controllo. Quel movimento brusco aveva fatto sì che una tremenda fitta le colpisse la gamba, il respiro le si mozzò in gola e una smorfia di pura sofferenza le deformò il volto mentre, con fare impacciato, cercava di spostarsi dal corpo di Lexa, in modo da poter stendere meglio la gamba sinistra, il tutto sotto lo sguardo preoccupato della donna che, << Raven, da quando ha ricominciato a darti fastidio? >> Le chiese mentre si rialzava di scatto dal pavimento, il tono di voce serio e lo sguardo preoccupato puntato sulla sua gamba. Lei scrollo le spalle in risposta, cercando di sdrammatizzare e di farle capire che non era niente di grave, ma Lexa non era stupida e lei non era mai stata una brava attrice, perciò non si sorprese quando la mora la osservò in modo scettico, un sopracciglio inarcato e le braccia incrociate sotto al petto.
<< Le fitte sono ricominciate un mese fa, ma nell'ultimo periodo mi prendono sempre più spesso, ti prego non dirlo ad Anya, >> sproloquiò tutto d'un fiato.
<< Non dirò niente ad Anya, ma tu fammi dare un'occhiata, >> le concesse.
<< Solo se prometti anche di parlare con Clarke, >> provò a contrattare e Lexa le rivolse uno sguardo tagliente.
<< Non se ne parla, adesso fammi vedere quella gamba, Raven, >> le ordinò perentoria, ma lei scosse la testa e provò ad allontanarsi dalle mani della donna che la osservò esasperata.
<< Così ti farai male, smettila di fare la bambina e fammi controllare quella gamba, >> provò di nuovo, ma lei tornò a scuotere la testa decisa.
<< Dimmi solo una cosa, tu la ami ancora? >> Le chiese senza distogliere lo sguardo dal suo viso, voleva essere sicura che le stesse dicendo la verità.
<< Raven. >>
<< Lexa, >> la ammonì.
La donna alzò gli occhi al cielo esasperata e, << sì, la amo ancora, >> soffiò fuori, arrendendosi alla sua cocciutaggine.
<< E vorresti tornare insieme a lei? >> Continuò il suo interrogatorio, stringendo i denti non appena la gamba tornò a darle fastidio a causa di un movimento troppo brusco. Lexa scatto in avanti preoccupata e, << sì, vorrei, ma non è possibile e adesso fammi vedere quella gamba, Reyes. >>
<< Per ora mi accontento, sono tutta tua, >> le disse ammiccando prima di accasciarsi con la schiena contro gli armadietti in metallo e permetterle di controllare la sua gamba dolorante. Non era ciò a cui aspirava, ma poteva ritenersi soddisfatta per quella piccola vittoria. Doveva assolutamente parlarne con Anya.

Always & Forever - Clexa&RanyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora