- Capitolo 11 - Myla.

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- Capitolo 11 -

Myla.

***

Era passato più di un mese dal compleanno di Myla e Clarke passava le sue giornate alternandosi tra il lavoro, la casa, l'asilo nido – dove finalmente era riuscita ad iscrivere sua figlia – e la pittura. Doveva assolutamente creare dei nuovi quadri che dovevano essere pronti entro la vigilia di Natale. Costia le aveva detto che avrebbe voluto organizzare la sua mostra in vista del periodo natalizio e; "Quale giorno migliore, se non quello della vigilia di natale, per l'inaugurazione?", le aveva detto con talmente tanto entusiasmo che Clarke non era riuscita a dirle no. In fin dei conti la donna l'aveva assunta proprio per quello, non poteva di certo tirarsi indietro, anche se avrebbe preferito di gran lunga avere molto più tempo a disposizione e non solo due settimane. Quel giorno, inoltre, avrebbe dovuto passare a prendere Myla in anticipo – visto che al nido facevano mezza giornata – e lei non sapeva davvero come fare a causa della mole di lavoro che doveva portare a termine al più presto. Per fortuna c'era Anya che, con la scusa di voler passare del tempo con sua figlia perché; "Non l'ho potuto fare per due anni, adesso non rompete le scatole e datemi mia nipote.", aveva detto, rivolgendosi sia a lei che a Raven, e Clarke non aveva potuto dirle di no. Entrambe la stavano aiutando più del necessario e lei non sarebbe mai riuscita a ringraziarle abbastanza, ne era sicura.

Controllò l'ora sul suo orologio stretto intorno al polso sinistro, era da poco passata l'ora di pranzo e lei non era ancora riuscita a mettere niente sotto ai denti. Il suo stomaco si stava contorcendo per i crampi causati dalla fame, ma non poteva davvero allontanarsi dallo studio. Doveva finire il quadro che aveva iniziato quella mattina stessa, non poteva permettersi di allontanarsi o il colore si sarebbe seccato troppo e lei non avrebbe potuto sfumare su alcuni dettagli molto importanti.

Alcuni giorni prima, mentre frugava all'interno delle scatole contenenti le sue cose arrivate da New Orleans, le era finita tra le mani una vecchia foto datata 24/12/2011. Le si era fermato il respiro davanti all'immagine immortala dalla fotocamera, distesa a terra su un letto di neve, con braccia e gambe spalancate e i lunghi capelli castani sparsi ovunque, c'era Lexa intenta a fare un angelo della neve, gli alberi e alcune panchine di Central Park sullo sfondo a fare da cornice. Il sorriso sul suo volto rivolto verso il cielo, da dove cadevano ancora alcuni fiocchi sporadici, il naso arrossato arricciato in una smorfia adorabile e gli occhi chiusi, come a voler assaporare al meglio quel momento, la facevano apparire così eterea e meravigliosa agli occhi di Clarke. Non ricordava nemmeno dell'esistenza di quella fotografia, eppure, non appena se l'era ritrovata tra le mani, non era riuscita ad impedirsi di prendere colori e pennelli per riportare, fedelmente ed in ogni minimo dettaglio, quell'immagine sulla tela che adesso aveva davanti agli occhi. Stava giusto per perfezionare alcuni riflessi della luce che si rifletteva sui capelli della – a quel tempo – ragazza che tanto amava, quando qualcuno bussò alla porta facendola sobbalzare. Fortunatamente il pennello inzuppato di colore era distante dal viso della ragazza nel dipinto, altrimenti il danno sarebbe stato irreparabile. Clarke maledisse mentalmente chiunque avesse osato interromperla proprio in quel momento, aveva espressamente detto al personale di non disturbarla per nessun motivo al mondo, ma a quanto pareva là dentro non sembrava conoscessero il significato di tali parole. Sospirò osservando l'immagine davanti a se, mancavano pochissime pennellate e sarebbe stato perfetto. Si morse il labbro inferiore, indecisa se ignorare chiunque fosse dall'altro lato della porta per continuare il suo lavoro oppure alzarsi e congedare, nel modo più educato possibile, la persona che in quello stesso istante aveva ripreso a bussare. Stanca di sentir vibrare il vetro della porta, a causa dell'insistenza dei colpi che lo sconosciuto vi stava infliggendo, Clarke si alzò dallo sgabello su cui era seduta e andò ad aprire.

Always & Forever - Clexa&RanyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora