- Capitolo 9 - Incontri inaspettati e fraintendimenti.

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- Capitolo 9 -

Incontri inaspettati e fraintendimenti.

***

Lexa era uscita di casa presto quella mattina, nonostante l'appuntamento con sua zia fosse fissato per le 10:00 davanti al bar ad un paio di isolati da casa sua, lei aveva deciso di incamminarsi a piedi visto che erano solo le 9:00 del mattino. Complice il fatto di non essere riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, non aveva intenzione di rimanere in casa un secondo di più ed essere sommersa da pensieri scomodi. Avrebbe percorso il tratto di strada con molta calma, godendosi la quiete del parco che costeggiava il marciapiede e assaporando quella sensazione di pace che quelle foglie tutte colorate le procuravano.

Continuò la sua passeggiata, osservando le persone che la circondavano e i vari artisti di strada che riempivano il marciapiede con musica, dipinti e balli. Si soffermò ad osservare alcuni negozi, era appena iniziato novembre, ma alcune vetrine avevano già esposto alcune decorazioni natalizie ed erano meravigliose. Lexa non amava molto il periodo natalizio, certo, le piaceva vedere la città immersa in tante piccole lucine colorate, le piaceva la neve e l'atmosfera calda e rilassante che si creava con una tazza di cioccolata calda davanti ad un caminetto, ma finiva lì. Quella veramente ossessionata dal Natale era Clarke. Un sorriso amaro le deformò la bocca, era riuscita a non pensare a lei fino a quel momento, ma inevitabilmente i suoi sforzi erano stati vani non appena l'idea del natale l'aveva assalita, riempiendole la mente di ricordi di loro due. Scosse la testa e cercò di concentrarsi su qualcos'altro, non voleva pensare alla bionda, ma il fato non era molto d'accordo con ciò che voleva. Per una frazione di secondo, solo una, i suoi occhi verdi si posarono su una nuvola di capelli biondi che la fece congelare sul posto. "Non può essere", pensò incredula. Prima ancora che potesse realizzare cosa stesse facendo, i suoi piedi iniziarono a muoversi da soli sull'asfalto, incapace di fermarsi, iniziò a seguire la donna che le era passata di fianco pochi secondi prima. La testa che continuava a dirle che si era sbagliata, che non poteva assolutamente essere chi pensava fosse, ma il suo cuore, che le era salito fino in gola, le ripeteva che aveva visto bene e che quella a qualche metro di distanza da lei, che correva a perdifiato, con i capelli in disordine ed i vestiti stropicciati, era proprio la sua Clarke. Sua, si schernì da sola, la bionda aveva smesso di essere sua nell'esatto momento in cui l'aveva lasciata. Non avrebbe nemmeno dovuto seguirla, doveva continuare per la sua strada, raggiungere sua zia al bar in cui avrebbero dovuto incontrarsi e fingere che niente di tutto quello fosse successo.

Continuò quel suo ridicolo inseguimento fino a quando non vide la donna fermarsi di fronte ad un edificio. Su una delle vetrate spiccava una scritta bianca, in corsivo e molto fine che recitava; "MidNight Gallery". Si chiese per quale motivo la "n" in "midnight" fosse scritta in maiuscolo, pensiero che venne accantonato all'istante non appena vide uscire dalla porta a vetri della galleria una donna vestita in maniera impeccabile. I capelli castani erano acconciati in uno chignon disordinato ed erano l'unica cosa fuori posto in quella figura così austera e perfetta. Indossava una gonna a vita alta color porpora, una camicetta di raso nera e la giacca abbinata alla gonna, ai piedi portava delle décolleté dello stesso colore della camicetta. Lexa continuò a studiarla da lontano, cercando di non farsi vedere da nessuna delle due donne, in fin dei conti non era ancora sicura che quella bionda a pochi metri da lei fosse veramente Clarke. La vide salire le scale che la separavano dalla "donna in rosso" e correrle incontro, la sua bocca si storse in una smorfia infastidita. Doveva avvicinarsi se voleva scoprire di più su quelle due figure che adesso stavano parlando.

Percorse qualche passo nella loro direzione, continuando a mantenere un profilo basso. Era quasi arrivata a pochi passi da loro quando il suo cellulare prese a vibrare nella tasca del cappotto, sbuffò spazientita e lo afferrò per chiudere la chiamata che la stava distraendo dalla sua missione, ma il nome di sua zia la bloccò all'istante. Per inseguire quella sua folle idea aveva perso tempo e se Indra la stava chiamando stava a significare solo una cosa, era in ritardo e sua zia la stava aspettando al bar già da un po'. Osservò le due donne a pochi metri da lei ancora per qualche secondo, poi afferrò il cellulare e se lo portò all'orecchio, decisa a voltarsi e ad allontanarsi da quelle due sconosciute. La convinzione che si fosse sbagliata fin dall'inizio stava giusto iniziando a prendere forma dentro di sé quando qualcosa la congelò sul posto, un nome, un semplicissimo nome. Sei stupidissime lettere che fecero rabbrividire Lexa e fermare il suo cuore. A pochi passi da lei, la donna vestita in rosso aveva appena pronunciato il nome di Clarke, ne era sicura. Si voltò giusto in tempo per vedere le due donne abbracciarsi ed entrare dentro alla galleria fin troppo vicine. Le parole di Octavia rimbombarono prepotenti nella sua testa in un eco fastidioso, Clarke aveva un'altra, era riuscita ad andare avanti senza di lei e faceva davvero male.

Always & Forever - Clexa&RanyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora