Prologo

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Nove mesi prima…

E' il 20 dicembre e il Natale è ormai alle porte: niente mi entusiasma di più delle luci, dei colori, degli odori e di questo clima di serenità/complicità che ognuno sembra sprigionare. Mi aggiro entusiasta fra le strade belga, ogni vetrina, ogni angolo addobbato sembra invitarmi a fermarmi a osservarlo e così faccio, di questo passo ci metto due ore abbondanti per arrivare da Zara dove vorrei acquistare un regalo per Claudio. Non mi aspetto di riceverne uno da lui, lui mi ha sempre detto che odia il Natale e tutto questo clima.
Quando arrivo, mi aggiro estasiata tra le lunghe file di capi di abbigliamento e accessori vari, tutto è splendido. Comprerei tutto se potessi! Alla fine opto per un completo elegante color blu notte, il blu è un colore che gli sta benissimo e che soprattutto mette in risalto i suoi occhi chiari. Spero gli piaccia e di aver soprattutto indovinato la taglia!
Per fortuna oggi non dovevo recarmi nell'efficientissimo Istituto belga e così ho potuto godermi la mattinata e buona parte del primo pomeriggio rilassandomi e beandomi del delizioso clima natalizio. Quando ormai sono le 18 rientro nel piccolo appartamentino che io e Claudio abbiamo affittato, lui non è ancora rientrato, ma del resto lui non rientra mai prima delle 19 quindi ho ancora un po' di tempo per me stessa prima di preparare qualcosa da mangiare per entrambi: chiamo nonna ragguagliandola circa le ultime novità da Bruxelles, mentre lei mi racconta delle ultimissime da Sacrofano.
"Mi manchi tanto, nonna." dico poco prima di salutarla.
"Anche tu, ma pensa che stai vivendo la tua favola in terra straniera col dottorino e vedi che la nostalgia ti passa!"
Dopo aver terminato la telefonata, vado a fare una lunga e calda doccia... ripenso alle parole della nonna, ha proprio ragione. Questo periodo è stato perfetto e spero che continui così! Ormai abbiamo trovato un nostro equilibrio e credo/spero che niente possa più renderlo fragile... la porta della doccia si apre di colpo e mi ritrovo Claudio nudo che con un 'ciao Sacrofano' entra nell'abitacolo: gli sorrido buttandogli le braccia al collo e baciandolo lo saluto.
Quando entrambi siamo a casa, mi sembra quasi che il resto del mondo non esista.
Bastiamo noi.

Mi sto asciugando i capelli quando Claudio si presenta in bagno con aria disgustata tenendo fra le mani un festone rosso "Questo cos'è, Sacrofano?"
Lo guardo spegnendo il phon "Un festone." rispondo innocentemente.
"E cosa ci fa qui?" chiede guardandomi ancora con quell'aria carica di disgusto.
"Ci addobbiamo casa."
"Non se ne parla!" esclama "Sai che odio il Natale!" prosegue uscendo dal bagno.
"Non fare il guastafeste, Claudio, dai!" esclamo seguendolo "Come fa a non piacerti questo clima? I colori..."
"Troppo vivaci!" esclama.
"...gli odori..." proseguo.
"Le puzze vorrai dire!" dice ancora lui.
"I regali!" ribatto.
"Alice, il Natale è una festa commerciale! Come dice quella pubblicità? La gente vuole solo i regali! E' un giorno come un altro, c'è un finto buonismo da disgusto in giro, si spendono una marea di soldi solo per dimostrarsi fintamente buoni!"
"Questo tuo cinismo è da disgusto." obietto io "Quando fai così sembri il Grinch!"
"Quel mostro verde?"
"Sì, solo che tu sei decisamente più bello." commento sorridendogli.
"Modestamente!" esclama sorridendo compiaciuto.
"Tu modesto?! Ma per favore!" esclamo prendendolo in giro e provocandogli una piccola risata "Comunque tornando alle decorazioni, che ne dici di aiutarmi?"
"Scordatelo!" sbotta "Neanche sotto tortura!" lo guardo con gli occhi da cucciolo "No, no, non mi freghi, Sacrofano!"
"Ma dai!" il mio tentativo di persuasione però naufraga miseramente, almeno fino al giorno dopo. Il sabato siamo entrambi liberi e pertanto possiamo dedicarci ad altri tipi di attività senza avere i minuti contati o senza avere il "timore" che la sveglia ci riporti bruscamente alla realtà.
Il pomeriggio convinco non so come Claudio a fare un giro con me per le strade di Bruxelles, "Ricordami la prossima volta che dici 'andiamo a fare una passeggiata' di non dire va bene perché mi freghi! Lo sapevo che si finiva a fare shopping!" esclama facendo ondeggiare due grosse buste piene di vestiti che ho acquistato.
Lui odia fare shopping, odia fermarsi ad ogni vetrina, odia fare commenti banali su oggetti comuni, lui è pragmatico, schietto, pungente, non ha tempo di fermarsi a queste piccolezze: per quello basto io.
Lui è la mente, io sono il cuore.
Non so se questa divisione dei "compiti" mi piace veramente.
"Forza, Sacrofano, è già la decima vetrina consecutiva!" impreca CC sbuffando mentre mi corre quasi dietro, mentre io accelero il passo avvicinandomi ad un'altra vetrina.
"Abbiamo appena iniziato!" sentenzio sorridendogli sperando di trasmettergli un po' di buon umore.
Lui mi osserva in silenzio assumendo però uno sguardo tra il rimprovero e il seccato. Tuttavia non obietta nuovamente, ne approfitto di questa microscopica vittoria per trascinarlo in un negozio di decorazioni natalizie: le adoro. Ad ogni angolo ci sono luci, oggettini per la casa, decorazioni per l'albero. Lo guardo "Non ci pensare nemmeno!" sbotta "L'albero no! Non fa per me!" prosegue distogliendo lo sguardo.
"Daaaai." lo imploro usando il tono di una bambina che sta chiedendo l'ennesimo giocattolo o una caramella, lo fisso con occhi imploranti. Dopo tre secondi mi osserva, poi alza gli occhi al cielo ed esclama "Va bene! Però ti aiuto solo a montare l'albero, le luci etc le fai te!"
"Promesso!" esclamo buttandogli le braccia al collo e baciandogli la guancia, purtroppo questo slancio di tenerezza comporta la rovinosa caduta di due palline di vetro che stavano sul ripiano lì vicino e che il commesso ci ha immediatamente addebitato. Se avevo avuto una piccola vittoria almeno sull'albero, il costo di quelle due palline ha fatto incazzare CC come non mai tanto da farlo imprecare fino al nostro rientro in appartamento e da far rimandare la questione "albero" di due ore abbondanti. Conclusione? Ho decorato l'albero il 21 dicembre sera a quasi le due di notte quando Claudio ormai si era addormentato sul divano e ha smesso di infierire sulla mia costante sbadataggine.

Il giorno dopo mi sveglio che sono quasi le 9:30 e CC mi accoglie con un sorriso meraviglioso e che oscura completamente il Claudio incollerito di ieri sera.
"Ti ho preparato la colazione... tu resta qui che te la porto." dice alzandosi dal letto.
"Colazione a letto?! Ma no, dai, non c'è bisogno..." tento di dire io e facendo per alzarmi.
"Non esiste proprio. Per favore, resta lì." prosegue posando le mani sulle mie spalle per poi sorridermi e darmi un bacio sulla punta del naso.
Un po' malvolentieri lo accontento, resto seduta in mezzo al letto e aspetto la colazione: pochi minuti dopo sento il campanello del fornetto e poi altri piccoli rumori come il tintinnio di una tazza e poi l'immancabile imprecazione di Claudio che mi fa sorridere. Qualche istante dopo Claudio compare con un vassoietto che posa delicatamente sul letto, poco più in là si siede anche lui. Sul vassoietto ci sono una tazza di caffè fumante, un cornetto, una rosa e quattro biglietti. Alzo il mio sguardo su di lui e lui non riesce a nascondere un sorriso "Grazie!" esclamo contenta della sorpresa.
"Leggi." mi invita lui mal celando la gioia dipinta sul suo volto.
Prendo i biglietti e leggo "Bruxelles – Roma, Roma – Bruxelles".
"COSA?!" esclamo con un'espressione di tale gioia mista a sorpresa che temo di star rischiando una paralisi facciale "Claudio, ma... questo è il più bel regalo di Natale che potessi farmi!!!" esclamo felicissima "Tu avevi detto di odiare i regali di Natale!"
"Infatti il mio è un regalo. Ho pensato che ci tenessi a festeggiare queste feste con la tua famiglia e così... li ho presi e torniamo qui il 2 gennaio." mi guarda "Contenta?"
"Contenta?! Di più!" poso i biglietti sul vassoio e un po' maldestramente poso questo sul comodino basso accanto al letto, quindi mi siedo su Claudio cingendogli il collo con le braccia "Ti amo, lo sai? Anche se non lo dici e sembri burbero, hai un gran cuore e so che mi ami. Questi biglietti ne sono la prova, grazie mille." lo bacio, lui ricambia questo gesto posando una mano delicatamente fra i miei capelli stringendomi con l'altra più forte.

Partiamo il 24 mattina, siamo entrambi di buon umore, ridiamo, scherziamo, ci teniamo per mano, in aereo Claudio mi ha anche tenuto la mano nel momento del decollo baciandomela delicatamente e facendomi così distrarre da quei momenti di distacco e atterraggio che provocano ogni volta una sensazione sgradevole.
Claudio si è dimostrato ancora una volta un uomo meraviglioso, attento, dolce, tenero. E in questi giorni di assoluta calma e in cui siamo entrambi lontani dal luogo di lavoro me ne sto rendendo conto sempre di più. Passiamo di sfuggita in Istituto a fare qualche augurio al professor Anceschi, per quieto vivere dato che ci dovremmo entrambi ritornare alla Boschi ora Supremo dell'Istituto, a Lara e Michele, poi siamo stati da Calligaris non sorpreso di vederci insieme, quanto piuttosto di vederci a Roma.
Poi è la volta di Sacrofano, casa mia, ho il cuore che mi batte forte ogni volta che ritorno qui. E' una sensazione di benessere quella che provo ora e il mio CC lo sa, lo sente, mi guarda con occhi di chi mi sta dicendo tante cose con un solo sguardo. Quando varco la soglia di casa, sono accolta da un abbraccio collettivo da parte di mio fratello, di Yukino, di Silvia, dei miei genitori e della nonna che mi accolgono non solo con quel gesto di affetto, ma hanno messo alla parete di fronte l'ingresso anche uno striscione con su scritto 'BENTORNATI' sorrido e cerco lo sguardo di Claudio impegnato però a sorridere a nonna e a prendersi due baci sulle guance da lei e da mia madre, le quali stravedono per lui. In quel clima di così grande festa, del ritrovato calore familiare, mi sembra di realizzare cosa sia lo spirito del Natale: non le luci, i pacchi sotto gli alberi, gli addobbi, ma stare insieme a chi si ama, stare bene con sé stessi e con chi si vuole bene.
Ormai è mezzanotte e a casa Allevi tutti danno pacchi e pacchettini a tutti, tranne io e Claudio che riceviamo e basta. "Scusateci." diciamo entrambi quando gli altri lanciano verso di noi degli sguardi e la risposta collettiva è "Voi siete il regalo!" sorridiamo a quell'affermazione.
Claudio poi mi rivolge uno sguardo intenso "Buon Natale, Sacrofano." gli sorrido felice baciandolo delicatamente sulle labbra "Ho... una cosa per te. In realtà, ho avuto una complice." dice guardando verso Silvia che si avvicina a noi con un pacco abbastanza grande, io guardo sorpresa entrambi, poi Claudio prende il pacco dalle mani della mia migliore amica e me lo porge. Lo apro e ciò che vedo mi lascia di nuovo a bocca aperta: un lungo vestito rosso fuoco non esageratamente scollato.
"Claudio, ma... è... magnifico. Grazie."
Mi sorride "Vorrei vedertelo presto addosso." dice con quel tono maledettamente sensuale che usa ogni volta che vuole convincere qualcuno a fare qualcosa e mai come stavolta sono ben lieta di accontentarlo.
"Certo! Grazie, grazie a tutti e due." dico abbracciando prima Silvia e poi baciando il mio dolcissimo Claudio "Buon Natale anche a te, amore mio."   


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Con questo capitolo vi auguro
un buon Natale e buone feste!

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