𝐒𝐓𝐀𝐍𝐙𝐀 𝟐𝟓𝟖
«Styles... Harry Styles» Guardai la segretaria cercare il mio nome nel lungo elenco di fogli che aveva.
«Styles, Styles, Styles... Ah eccolo! Stanza 258, sei in camera con un certo Louis Tomlinson!»
Presi le chiavi che mi offriva...
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Passò un mese.
Il rapporto con Zayn si era stabilizzato, fino a tornare come in principio, solo noi quattro. Uscivamo, ridevamo, scherzavamo, ma ero io a non essere felice. Il limitarmi a sbirciare Louis a pranzo non mi bastava, ma d'altronde cosa potevo fare? Lui era stato molto chiaro, non mi voleva tra i piedi e per quanto questo mi ferisse, se era quello che voleva io l'avrei accontentato.
Niall era rimasto sconvolto dal nostro litigio, non capiva il comportamento di Louis ed era triste per me, ma penso che in fondo fosse sollevato dalla notizia che non passavo più del tempo che lui.
Zayn ovviamente era al settimo cielo, anche se aveva il buon senso di non mostrarlo troppo.
Liam era il più combattuto, da una parte era felice che fossimo tornati amici io e Zayn, dall'altra però era seriamente dispiaciuto dal fatto che io e Louis avessimo litigato. Era stato contento del fatto che qualcuno a parte Josh stesse accanto a Louis; mi aveva ribadito più volte che avrebbe voluto farlo lui, ma che si era sempre trattenuto per via di Zayn.
A volte mi chiedo cosa penserebbero se sapessero del bacio, anzi, dei baci. Beh certo Niall sapeva del primo, il meno importante, di quelli che ci eravamo scambiati la sera invece non lo sapeva neanche lui, non lo sapeva nessuno. Se Zayn l'avesse saputo avrebbe di sicuro ucciso prima me e poi Louis, Liam non so bene come avrebbe reagito, un conto era essere amici, un conto era essere... beh qualcosa di diverso non ben definito e Niall... In realtà non so neanche perché non l'abbia detto a Niall, lui mi avrebbe accettato di sicuro, forse sarebbe anche stato felice per me, ma non ce la facevo. Ero convinto che quello che era successo fosse una cosa troppo personale, una cosa che riguardava solo me e Louis.
Il mio più grande punto interrogativo era Josh. Io ovviamente non gli avevo detto niente, ma non potevo sapere se Louis aveva fatto lo stesso, dopotutto era il suo migliore amico. Così ogni volta che mi ritrovavo a parlare con lui mi sentivo in imbarazzo, continuando a chiedermi se lui sapesse.
Josh cercava anche di convincermi che Louis era pentito di quello che mi aveva detto, ma io non ci credevo. Non aveva mai provato a chiedermi scusa, anzi a dire la verità non mi aveva parlato affatto, continuava ad avere quell'atteggiamento ostile e di superiorità nei miei confronti e la conclusione non poteva essere che una: credeva in ogni parola che aveva detto e non si pentiva affatto.
Io non facevo niente per avvicinarmi, ma mi mancava. Mi mancava da morire. Mi mancavano i suoi occhi di ghiaccio che però si scioglievano quando rideva, il suo bellissimo sorriso che mi riempiva il cuore di gioia quando sapevo che ero io a provocarlo, il modo in cui gli venivano le rughette d'espressione in mezzo agli occhi quando si concentrava...
Ad interrompere i miei pensieri ci pensò Liam, che con molta delicatezza spostò la sedia da parte alla mia facendomi quasi rovesciare tutto il caffè che stavo bevendo.
