𝟒𝟖. 𝐍𝐨𝐧 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐧𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐮𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐮𝐭𝐞𝐫𝐞

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Quel giorno a colazione Lou non sembrava prestare la minima attenzione a quello che stavo dicendo

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Quel giorno a colazione Lou non sembrava prestare la minima attenzione a quello che stavo dicendo. Tutto quello che riusciva a fare era lanciare occhiatacce a Josh e a Liam, il quale stava evidentemente ridendo per una battuta detta dal primo. Ormai era qualche giorno che andava avanti così, quei due erano sempre più uniti e Louis era sempre più nervoso. Avere una conversazione con lui stava diventando sempre più faticoso, spesso finiva per urlarmi contro, per poi chiedermi scusa due secondi dopo e assicurarmi che non ce l'aveva con me.

L'unico momento in cui era un po' più rilassato era dopo il sesso, ma non è che potessimo scopare ventiquattr'ore al giorno. Io lo sopportavo e mantenevo la calma anche quando prendeva ad insultarmi, perché sapevo che era il suo modo di affrontare la cosa, ma non sarei potuto andare avanti così per sempre.

"Lou" lo chiamai. "Louis" riprovai quando non ricevetti risposta. Infatti i suoi occhi erano rimasti incollati a tre tavoli più in là.

"Tomlinson!" dissi allora e finalmente riuscii a risvegliarlo dal suo stato di trance omicida e a farlo girare verso di me. Mi guardò però con aria spenta, quasi infastidita. Io mi schiarii la gola. "Non pensi... Non pensi che sarebbe il caso di provare a parlarci?" azzardai timidamente.

"Con chi?" mi chiese seccato.

"Con Josh."

"Non abbiamo niente di cui poter discutere" ribatté secco, facendomi capire che l'argomento si chiudeva lì. Io annuii stancamente. Finimmo la colazione in silenzio. Gli lasciai poi un bacio a stampo a mo' di saluto prima di allontanarmi da lui e dirigermi a lezione. C'era ancora gente che ci guardava strano o che vedevo reprimere smorfie, ma ogni giorno che passava questo accadeva sempre di meno. Per mia fortuna al contrario dei miei vecchi amici di Holmes Chapel nessuno ci disse mai niente, almeno non direttamente, ma penso dipendesse più dal fatto che avessero paura che il mio ragazzo li uccidesse. La cosa positiva però era che Nick sembrava starmi leggermente meno addosso. Forse era una mia impressione o forse stava iniziando a capire che la cosa fra me Louis era abbastanza seria e si stava rassegnando.

Appena arrivato in classe tirai fuori il cellulare e mandai un messaggio a Liam scrivendogli se potevamo vederci appena dopo le lezioni. Ovviamente non mi ripose subito, ma aspettò il cambio dell'ora, sia mai che tirasse fuori il cellulare durante le lezioni. In ogni caso mi disse che per lui andava bene e di trovarci in giardino, dato che finalmente stava iniziando a fare un po' di caldo.

Quel pomeriggio, appena sgattaiolato fuori dall'alula, mi diressi subito all'esterno dell'edificio. Ben presto Liam mi raggiunse e ci salutammo con un abbraccio veloce. Parlammo per un po' del più e del meno mentre camminavamo, prima che tirassi fuori il vero argomento per cui avevo voluto vederlo.

"Senti, Liam... Tu e Josh siete diventati amici, giusto?" gli chiesi incerto.

"Sì, andiamo d'accordo" mi rispose lui tranquillamente.

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