𝟒𝟎. 𝐍𝐨𝐧 𝐝𝐚𝐭𝐞𝐦𝐢 𝐭𝐫𝐨𝐩𝐩𝐢 𝐝𝐞𝐭𝐭𝐚𝐠𝐥𝐢

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Ero fuori ad aspettare che arrivasse la macchina di mia madre, alla mia destra avevo la valigia, mentre a sinistra avevo Louis, che sembrava molto più tranquillo di me e non riuscivo a capire come fosse possibile

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Ero fuori ad aspettare che arrivasse la macchina di mia madre, alla mia destra avevo la valigia, mentre a sinistra avevo Louis, che sembrava molto più tranquillo di me e non riuscivo a capire come fosse possibile. Stava per andare a casa di completi sconosciuti sotto vesti non sue. Stava per essere ricoperto di domande e probabilmente lui avrebbe dovuto mentire all'ottanta percento di queste eppure era così rilassato e non sembrava importargli di niente.

"Hey Riccio, la smetti di torturarti quei poveri capelli? Si può sapere cosa ti hanno fatto?" mi chiese Louis dopo che ebbi passato per la trecentesima volta la mia mano in mezzo ai mie capelli.

"Tu come fai ad essere così calmo?" gli domandai allora ignorando la sua provocazione "Ti rendi conto di quello che dovremo fare, di come dovremo comportarci? E se ci facessero domande a cui non sapremo cosa rispondere?"

Lui scrollò le spalle "Sono un ottimo attore". Io però non lo ero, fingere non era mai stato il mio forte. Lui si voltò a guardarmi e probabilmente si rese conto di non avermi tranquillizzato per niente per niente perché lo sentii sospirare prima di girarsi completamente nella mia direzione. Allungò una mano verso il mio viso e liberò il mio labbro inferiore dai mie denti. Non mi ero accorto che lo stavo torturando. La sua mano si spostò poi dal mio labbro alla mia guancia, dove si fermò. Il suo tocco era in qualche modo caldo e rassicurante.

"Harry  guardami negli occhi" a quella dolce richiesta spostai i miei occhi dal pavimento e li puntai nei suoi. Si era avvicinato più di quanto mi aspettassi e in un secondo dimenticai qualsiasi cosa. Nei miei pensieri c'erano solo i suoi occhi così blu e belli da sembrare brillare. Poi sopraggiunse anche la sua voce. "Harry, andrà tutto bene, alla fine non è niente di così assurdo. Non faremo niente che non abbiamo già fatto, anzi direi che abbiamo fatto molto di peggio di quello che faremo davanti alla tua famiglia" Ridacchio e quella risata travolse anche me.

"Quindi stai tranquillo. Ok?" annuii per dargli una conferma. Lui si avvicinò e mi stampò  un leggero bacio sulle labbra che avevo precedentemente torturato. Arrossii leggermente per quella dolcezza improvvisa. Realizzai che non mi sarei mai abituato ai suoi baci, ai suoi abbracci, alle sue carezze, ai suoi sfioramenti, alla sua sola esistenza. Era semplicemente troppo per questo povero mondo.

"Perché ora sei così gentile?" Non avrei dovuto fargli quella domanda e me ne resi conto nell'istante in cui i suoi occhi si raggelarono e la sua mano lasciò la mia guancia. Tornò a fissare l'orizzonte prima di rispondermi.

"Perché non voglio che tu rovini tutto. Come sempre d'altronde" quelle parole mi ferirono e mi chiesi se si stesse riferendo a quel particolare momento o più in generale a tutta la nostra relazione che io avevo rovinato per il semplice fatto di essermi innamorato di lui. O forse si riferiva a qualcos'altro ancora o a un insieme di cose.

Per fortuna o forse sfortuna, dovevo  ancora capirlo, in quel momento la macchina di mia madre parcheggiò a poca distanza da noi. Vidi Louis stamparsi un finitissimo sorriso sulla faccia e un po' più timidamente lo imitai anch'io.  Mia madre piantò la macchina nel bel mezzo del nulla e spalancando la portiera scese con il motore ancora acceso. Mi venne incontro e mi abbracciò, mentre io rimanevo immobile e imbarazzato.

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