"Io conosco dove tu abiti, cioè là dov'è il trono di Satana; tuttavia tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in me, neppure ai giorni di Antipa, il mio fedele testimone, fu ucciso fra voi, là dove Satana abita."
-Apocalisse 2:13
Quando la campanella di iniziò lezioni suonò, tutti i ragazzi entrarono nelle aule lasciandosi alle spalle il ricordo estivo.
Aurora e Irina entrarono nella classe del professor Smith, il loro insegnante di storia dell'arte.
A grandi falcate Aurora raggiunse gli ultimi posti sulla sinistra dell'aula, dove c'erano anche i termosifoni. Era convinta che avrebbe condiviso quel luogo quasi paradisiaco in compagnia di Irina. Ma quest'ultima non le aveva detto che quell'ultimo anno avrebbe preso posto vicino a Michael, anche in tutte le altre aule..
Aurora rimase molto delusa dal comportamento dell'amica, ma quest'ultima non sembrò curarsene.
Aurora fece spallucce e sconsolata si sedette da sola.
Mentre tutti i ragazzi sistemavano astucci e fogli sul banco, il professore entrò in classe seguito da uno sconosciuto ragazzo.
Tutta la classe curiosa alzò la testa quando furono avvertiti da una frase detta a mezza bocca e a bassa voce:"è quello nuovo".
Alla vista di quel ragazzo tutti rimasero a bocca aperta, Aurora compresa.
Il ragazzo in questione era davvero bello, forse il più bello che fosse mai esistito. Era alto e con un fisico muscoloso, almeno era questo ciò che lasciava intuire la sua semplice maglia bianca.
Aveva un volto quasi innaturale: le labbra chiare e carnose, zigomi perfettamente marcati e grandi occhi verdi che riflettevano tutta la tristezza di questo mondo.
I capelli erano biondo chiaro, lunghi e leggermente ondulati. Avrebbe fatto invidia persino alle statue greche.
"Bene ragazzi, vi presento Ciel Hellson, frequenterà quest'ultimo anno con voi e perciò vi prego di essere cortesi" riattirò la loro attenzione l'insegnante mentre invitava Ciel a sedersi vicino Aurora.
Ciel iniziò a camminare velocemente mentre, con testa alta, scrutava con attenzione tutta la classe soffermandosi proprio sulla sua compagna di banco che ricambiò lo sguardo.
Si guardarono per pochissimi istanti ma fu uno sguardo intenso che bloccò i meandri del tempo. Per una volta, dopo tanto tempo, Aurora sentì qualcuno chiamarla dal suo passato. Ad entrambi parve di essersi conosciuti già tanto tempo fa. Era un'impressione così forte da non poter essere pura falsità.
"Allora siccome questo è il vostro primo giorno di scuola voglio essere buono, disegnerete quel che volete e poi vi metterò un voto non inferiore a una B" disse l'insegnante accorgendosi della forte intesa tra Ciel e Aurora.
"Ciel per favore, so che Aurora è una bella ragazza ma non mangiarla con lo sguardo" ammise scherzando l'uomo.
A quelle parole le labbra del ragazzo si piegarono in un ghigno arrogante.
"Credo che sia il contrario, è lei che mi sta divorando" affermò convinto mentre tutta la classe rise di gusto.
"Ma se sto morendo di fame" rispose sarcastica la ragazza rimanendo in tema.
Ciel la fissò contrariato, e poi si sedette.
"Arrogante" pensò Aurora.
Senza badare troppo a quella situazione, Aurora prese un figlio per iniziare a disegnare ma questo le fu tolto con prepotenza.
"Questo lo prendo io" disse Ciel iniziando a disegnare.
Aurora stava per ribattere ma qualcosa la fermò. Non voleva sfamare la sua arroganza.
Così prese un altro foglio e iniziò a disegnare con molta precisione. La sua mano leggera scorreva lungo il foglio soffermandosi dove riteneva necessario. Le era sempre piaciuto disegnare come tutta l'arte in generale.
Finì il suo disegno in pochi minuti e, solo in quell'occasione capì di aver disegnato un volto maschile che non aveva mai visto in vita sua.
Non ci fece caso, pensando che si trattasse di semplice fantasia.
Il disegno raffigurava un uomo giovane, dai lineamenti marcati e occhi pieni di malvagità.
Soddisfatta di ciò che aveva disegnato inconsapevolmente, si alzò e portò il foglio al professore che dopo essersi congratulato con lei, le mise la solita A.
Quando tornò al posto per un attimo si soffermò a fissare il disegno di Ciel e quasi le prese un colpo.
Foreste che prendevano fuoco, raffiche di vento e un drago che emergeva dalle acque. Il suo sogno....
Quando Ciel si accorse di essere osservato, corrucciò le sopracciglia in un'espressione confusa.
"Che rappresenta?" Domandò Aurora concentrata sul disegno.
"Niente di che, pura fantasia. Che non vedi che c'è un drago che è un animale che non esiste o la bambina vive ancora nel mondo delle favole?" La prese in giro il biondo beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza che rassegnata si sedette. Nove mesi così non li avrebbe retti.
Aurora fissava curiosa Ciel mentre si lasciava elogiare dal professore. Il suo disegno era spettacolare, questo non lo si poteva negare, ma non era necessaria tutta quella vanità.
La ragazza assottigliò gli occhi per il nervosismo, se quel ragazzo avesse continuato ad avere la testa alta per la superbia, sicuramente Dante avrebbe creato il girone dei superbi nell'inferno solo per lui. Ed Aurora rideva all'immagine del ragazzo che camminava con la testa china a causa del masso che gli pesava sul collo.
"È un bel ragazzo non c'è che dire, ma troppo antipatico" le disse Irina che era seduta nel posto davanti lei.
"Già e ti giuro che non lo sopporto proprio. Non avevo mai odiato nessuno. Per me possono andare tutti a quel paese ma lui è l'eccezione alla regola" rispose fredda Aurora mentre continuava a fissarlo.
"Wow è la prima persona che attira la tua attenzione con così tanta facilità ahahah. Già sta nascendo del tenero?" Scherzò la corvina.
I grandi occhi di Aurora, piano, spostarono la loro attenzione su Irina che rabbrividì a quello sguardo così glaciale.
Accennò un lieve sorriso e si girò. Evitava di parlare ad Aurora quando non era nell'umore adatto per scherzare. Non che fosse cattiva o vendicativa ma quando era arrabbiata aveva una lingua così tagliente che avrebbe fatto piangere persone insensibili come lei o il diavolo in persona. L'eloquenza, la scrittura e la sua determinazione erano le sue armi più potenti. Ci sapeva fare con le parole tanto che riusciva a convincere chiunque. Conosceva molti vocaboli sia formali che informali. Era come se avesse studiato tutto il dizionario per ampliare e rivoluzione il suo bagaglio lessicale.
Irina non era di certo il tipo di persona che subiva in silenzio, se solo avesse voluto sarebbe potuta essere peggio dell'amica. Ma non aveva senso litigare per nulla.
Dopo pochi minuti, Ciel, tornò soddisfatto al suo posto e per ironia della sorte, ora fu lui a rimanere colpito dal disegno di Aurora. Scambio di ruolo.
"Aurora dimmi di chi è quel volto che hai disegnato?" Domandò con la voce preoccupata.
Aurora alzò lo sguardo e per un po' non rispose. Perché tutta quella paura? Che fine aveva fatto la sua arroganza?
"Non lo so" rispose semplicemente.
"Non lo sai? " ribattè il biondo.
"È stata una cosa spontanea, quando disegno è così. Ma perché tanto interesse?" Chiese curiosa.
Lo sguardo di Ciel tornò triste e superbo allo stesso tempo. Non soddisfò la curiosità della compagna, prima doveva farlo con la sua.
"Possibile sia lei quella che sto cercando?" Pensò.
Le restanti ore di lezione trascorsero tranquille ed ogni volta Ciel faceva uso della sua sfacciataggine e del suo vanto per infastidire la russa. Ogni volta che un professore domandava qualcosa, lui rispondeva subito senza alzare la mano. E non lo faceva perché era uno studente modello pronto a ricompensare il duro studio ma perché era superbo e presuntuoso. Gli piaceva mostrare la propria iattanza, voleva dimostrare di conoscere ogni cosa ma non sapeva niente di più di quello che riportavano i libri. Il suo era un sapere libresco che chiunque avrebbe potuto avere se solo avesse avuto la decenza e la voglia di aprire il libro e studiare.
Aurora si lamentava ogni volta. Era sempre stata molto paziente e si lasciava scivolare tutto addosso ma quel ragazzo era una vera e propria sfida. Insopportabile era il giusto aggettivo per i suoi modi troppo appariscenti. E, come se non bastasse, il ragazzo fu il suo compagno di banco anche in tutte le altre classi.
Non lo sopportava più, e quasi non le venne l'idea di prendere i voti e diventare suora quando suonò la campanella. Non era mai stata così grata al Signore come in quel momento.
Di fretta si alzò e corse ai distributori con Irina cercando di evitare il biondo almeno per quei dieci minuti.
"Aspettami Aurora, non correre" si lamentava Irina cercando di tenere il passo.
"Muoviti, non voglio vedere quella brutta faccia per un po'" rispose scocciata la bionda.
"Beh proprio brutta no eh" la corresse.
Aurora di scatto si fermò e si voltò verso l'amica.
"Prova a fargli un altro complimento e vado a raccontare a Micheal che ti divertivi con altri questa estate" la minacciò.
Irina deglutì.
"Non lo faresti mai" mormorò.
Aurora sorrise divertita. Era difficile capire quando scherzava e quando era seria. Nella maggior parte dei casi era sempre la seconda.
"Bene, vedo che l'algida regina delle nevi ha anche un senso dell'umorismo. A modo suo ma almeno lo ha" la derise la voce altezzosa di Ciel.
"Troppa confidenza ragazzino" gli fece notare la bionda.
Ciel sorrise e sbattendosene di quanto aveva appena detto Aurora, si avvicinò sempre più.
"Sei la prima ragazza che mi tiene testa anzi la prima persona a prescindere dal sesso. Mi piaci, esci con me questa sera? Vorrei conoscerti meglio" gli domandò senza problemi.
Aurora dapprima sorpresa, iniziò a ridere di gusto. Aveva una risata cristallina e il suo volto sorridente risplendeva più del sole. Irina avrebbe sempre voluto vederla così.
"Scordatelo" fu la sua risposta schietta. Ciel la fissò abbattuto mentre Aurora e la sua migliore amica si allontanarono.
Comunque non si arrese. Continuò a domandarglielo per tutto il giorno nonostante i continui rifiuti della ragazza. Aurora si sentiva soffocare da tutta quell'insistenza di Ciel e gli sguardi di disapprovazione di Irina. Non vedeva l'ora di tornare nella tranquillità della sua casa e quando l'ultimo suono della campana si divulgò nella loro aula, in Aurora, si accese quel lume di speranza che la portò a scappare via.
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La Redenzione Del Diavolo
Horor"Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote...