"Nell'ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo."
-Efesini 4:26-27
Aurora e Dimitri erano rimasti lì, per un paio di ore, a ridere, scherzare, ricordare e piangere.
Erano stati insieme per tre lunghi anni. Lui era stato il primo ed unico ragazzo di Aurora. Si era messa con lui a quattordici anni, con lui aveva avute tutte le prime volte. Il primo appuntamento, il primo bacio, la prima volta e la prima delusione. Anche se era stata lei a lasciarlo, aveva sofferto quanto lui. Non lo amava più ma gli voleva un bene dell'anima e perdere lui era stato come perdere un fratello.
Stare insieme era diventata un'abitudine. Quando Dimitri non era con lei, non sentiva la sua mancanza. Per il ragazzo, invece, era diventata un'ossessione. Voleva stare sempre di più con Aurora. Così assuefatto dalla sua presenza da non riuscire a farne a meno. Aurora lo aveva capito e aveva preferito chiudere prima che si trasformasse in una relazione tossica.
"Sono le otto e un quarto, sarà meglio che vada" disse Aurora interrompendo la loro conversione. Dimitri annuì e sotto il suo sguardo attento, la ragazza si alzò e si recò verso l'uscita.
Sorrideva. Ma era un sorriso nostalgico. Se fosse stato per la sua testa non avrebbe mai smesso di amare Dimitri, non avrebbe mai chiuso la porta ma il suo cuore aveva avuto la brillante idea di buttarla giù.
"Aurora aspettaci" le urlò una voce che la costrinse a girarsi.
Irina e Micheal correvano verso lei. Più che correre, Irina trascinava Micheal. Il castano e Aurora erano amici una volta. Ma poi Aurora si era distaccata. Per lei Michael era cambiato. Durante l'adolescenza, purtroppo, è così. Si cambia, si cresce e non si hanno più gli stessi interessi. La criticava per avere lasciato Dimitri, per l'erba. Una volta erano un gruppo loro quattro. Ma da quando Dimitri e Aurora avevano rotto, il biondo aveva preso le distanze anche da Irina e Micheal.
Quando raggiunse Aurora, si gettò tra le sue braccia. Michael, invece, la guardava soltanto con una leggera preoccupazione.
Aurora lo imitava. Cosa era successo? Il ragazzo davanti lei non cambiava espressione. I suoi occhi verde smeraldo erano penetranti e spesso coperti dai ciuffi castani.
"Qualcosa non va?" Chiese Aurora spingendo via Irina.
"Beh tesoro caro questo dovresti dircelo tu...sai ieri eri un po' su di giri. Che succede Rora?" Domandò accennando tanta preoccupazione alla fine.
Aurora sbuffò. Non voleva far preoccupare nessuno dei due. Se la voleva cavare da sola ma non per testardaggine ma Irina era più fredda di lei a volte. Aveva una famiglia unita e mai avrebbe capito il suo dolore, anzi l'avrebbe attaccata dicendole che aveva sbagliato, che era lei quella cattiva e non suo padre. Lei lo aveva sempre giustificato. Avere una figlia a vent'anni non era facile e tutti possono sbagliare. E Aurora non aveva voglia di sentire tutte quelle cavolate.
La bionda esitò a rispondere. Si girò verso la scuola dando le spalle ai suoi amici.
"Niente davvero, solo che non sopporto più Ciel e lo conosco da un giorno, nemmeno"
"Certo capisco, ma devi passarci solo cinque ore al giorno quindi stai tranquilla" cercò di calmarla Irina.
"Veramente vorrei passare più ore al giorno con lei, se solo accettasse il mio invito ad uscire" disse ad una certa la voce grottesca di Ciel.
Tutti gli gettarono un'occhiattaccia e piano Aurora si voltò di scattò con lo sguardo imbruttito.
"Scordatelo" rispose acida.
"Sempre più convinto di chiedertelo ahahah come posso resistere a questo tuo dolce caratterino" continuò a provocarla.
E con un sorriso beffardo si avvicinò ad Aurora. La faceva sembrare molto bassa nonostante fosse un metro e settantacinque.
"Adoro quando ignetti fumo dalle narici" la prese in giro.
Aurora sempre più nervosa, decise di non rispondere e con gran velocità, si diresse verso la scuola seguita a ruota da Irina, Micheal e Ciel.
Sembrava interminabile la prima ora. Generalmente passava veloce il tempo per Aurora che ascoltava sempre le spiegazioni degli insegnanti con molta attenzione e curiosità. Ma quella volta era diverso. Aveva l'ansia e non sapeva perché, e in più la voglia di fumare le causava scariche di adrenalina. Le era sempre piaciuto fumare, la rilassava. Sin da quando aveva quattordici anni. Sempre con le sigarette in bocca e ogni tanto qualche canna.
Senza sosta guardava lo zaino e di fretta prese il pacchetto con dentro la Marijuana.
"Professore posso andare in bagno?" Chiese attirando l'attenzione di tutta la classe.
"Sì certo. Ti senti bene Sbirnova? Hai una faccia strana" domandò preoccupato l'insegnante sistemandosi gli occhiali rotondi sul naso.
"Sto bene e non è colpa mia se questa è la mia faccia" questa fu la risposta ironica di Aurora che fece ridere tutti quanti esclusi Ciel, Michael e Irina.
Irina e Michael erano abituati alla cruda ironia dell'amica e quindi non diedero peso a quella situazione ma Ciel sentiva che qualcosa non andava. Assottigliò lo sguardo fissando la bionda uscire dalla classe.
"Che mi nascondi Aurora?" pensò.
Nel frattempo la ragazza si chiuse in uno dei bagni delle femmine ed iniziò a rollare.
Di solito era precisa in tutto quello che faceva ma quella volta no. Fece tutto di fretta mentre le lacrime le rigavano il viso.
Gli occhi azzurri le bruciavano per il pianto e per il fumo. Erano rossi e la pupilla iniziò a dilatarsi coprendo sempre di più l'iride chiara.
Dalla sua bocca , il fumo, entrava ed usciva. Il cuore batteva forte nel petto ed il corpo tremava di fremiti. L'ansia di essere scoperta era troppa come il fumo e la puzza causati dalla marijuana.
Ma piano, la marijuana, fece il suo dovere ed Aurora iniziò a rilassarsi tanto che non sentì la porta del bagno aprirsi.
Davanti a lei apparve il volto severo di Ciel che la guardava contrariato.
"Che stai facendo?" Domandò.
Aurora non rispose.
Inaspettatamente, scoppiò a piangere di nuovo. Lacrime, singhiozzi veri, il petto che si alzava e si abbassava, un pianto isterico, convulso. Si gettò addosso a Ciel, gli buttò le braccia al collo.
Lui sgranò gli occhi ma non la strinse. Le sue braccia rimasero lunghe sui suoi fianchi. Non disse niente. Lasciò che la ragazza si sfogasse mentre bagnava la sua maglietta Supreme di lacrime miste al mascara.
"È tornato papà" disse tra un singhiozzo e un altro ignorando che Ciel era all'oscuro di tutta quella storia.
Piano si staccò da lui. Il suo sguardo era basso, voleva sfuggire a quello di Ciel.
E mentre stava per dare delle spiegazioni, sentì le voci di Irina e Michael fuori dal bagno.
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La Redenzione Del Diavolo
Terror"Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote...