Non fidarti di lui

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"E' lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati."

-Colossesi 1:13-14

Q

uando la mattina del 2 dicembre Aurora tornò a casa sua, trovò entrambi i genitori seduti sul divano e preoccupati. Lucifero fissava il vuoto e sembrava infastidito mentre Alexandra era spaventata e aveva il telefono in mano in attesa di una chiamata della figlia.
"Ciao" salutò Aurora con voce flebile.
I due voltarono il capo e corsero verso la figlia che si stava togliendo la giacca.
"Dove sei stata? Mi hai fatto preoccupare" le disse Alexandra mentre l'abbracciava forte. Suo padre rimase dietro la donna e accennò un sorriso ricambiato.
"Mi dispiace ma volevo starmene da sola" spiegò sedendosi sul divano.
"Avete intenzione di dirmi la verità o devo scoprire tutto da sola?" Domandò lei invitando i genitori a sedersi sul divano.
I due sospiravano e per un attimo si guardarono. Lucifero annuì. Era il momento di spiegare tutto, almeno quello che loro sapevano.
"Okay, è una storia un po' lunga..." cominciò il diavolo.
"Tranquillo, ho tempo" scherzò Aurora.
"Io faccio il caffè nel frattempo" disse Alexandra per poi alzarsi. Avrebbe lasciato la situazione nelle mani del compagno, lei si sarebbe fatta soggiogare dai suoi sentimenti e avrebbe raccontato soltanto la loro storia d'amore.
"Vedi io e tua madre ci siamo conosciuti vent'anni fa a Mosca, questa parte era vera. Lei era a casa di uno zio mentre io facevo un giro nel mondo degli umani perché ero annoiato dagli inferi. Conobbi tua madre una sera in un pub, lei era salita sul palco a cantare e fui incantato dalla sua voce e dalla sua bellezza. Non mi era mai successo prima d'ora, lei mi attraeva e non per la sua anima ma per il suo aspetto. Poi me ne innamorai. Fu difficile attirarla a me e  portarla a letto" iniziò a raccontare Lucifero con gli occhi pieni di emozione. Aurora non avrebbe mai pensato di vedere in quello stato il demonio.
"Quando un umano giace con un demone, si legano per sempre e da lì riuscì nel mio intento. Lei mi apparteneva. Iniziammo a frequentarci come due adolescenti. Progettavamo una vita insieme, un'eternità insieme. Tua madre ha sempre saputo chi io fossi ma non si è mai lasciata intimorire. Mi amava e avrebbe fatto di tutto per stare con me anche appoggiarmi nella rivolta contro.. quello" continuò a dire Lucifero bloccandosi verso la fine con una faccia disgustata e arrabbiata. Aurora rise, capì che 'quello' era Dio.
"Cos'è successo dopo?" Domandò curiosa la ragazza.
"Dopo sei arrivata tu...
Due anni dopo la nostra relazione Alexandra rimase incinta. Io non riuscivo a crederci, era impossibile procreare un mezzosangue. Ero confuso, sapevo che eri mia, potevo percepirlo ma non riuscivo a capire come fosse stato possibile" disse Lucifero ancora senza spiegazioni per quell'accaduto.
"Però i Nephilim sono esistiti no?!" Esclamò Aurora cercando una giustificazione.
Lucifero annuì.
"Sì ma dopo che i vigilanti si unirono alle donne umane, Dio tolse agli angeli la facoltà di poter procreare. Si rese conto che i Nephilim erano malvagi. Fuori erano angeli ma dentro erano demoni" rispose Lucifero.
"Dopo la tua nascita capì che non potevo rimanere. Dio, gli angeli e i demoni ti avrebbero trovata e fatta fuori. Per questo andai via" finì di raccontare abbassando lo sguardo. Aurora fu colpita da quelle parole che sorrise e strinse la mano del padre rivelando il tatuaggio con la rosa sul polso. Rosa simbolo d'amore. Famiglia l'amore più grande. Lucifero parte della famiglia di Aurora.
Il diavolo strinse la mano della figlia mentre Alexandra tornò da loro con i caffè.
"I nonni lo hanno sempre saputo?" Domandò alla madre che metteva lo zucchero nelle tazzine. Alexandra annuì e si sedette vicino loro.
Aurora era ancora frastornata dalla verità ma ora che aveva Ciel e suo padre si sentiva meglio. Doveva capire ancora tante cose e doveva trovare il modo di far ricongiungere i due demoni. Per il momento si accontentò di  avere suo padre lì, vicino a lei, e sentiva qualcosa di buono in lui. Per lei era Lucifero e non Satana.
Alexandra fissava incuriosita il compagno che non faceva altro che sorseggiare la tazzina di caffè da mezz'ora.
Si avvicinò lentamente a lui e le poggiò una mano sulla spalla.
"Ehi a che stai pensando?" Domandò sedendosi vicino a lui.
"Ad Aurora. Lei ora sa la verità ma ci sono ancora molte cose da capire" spiegò poggiando la tazzina sul tavolino.
"Come faccio a capire quale sia la ragione della sua nascita? Non so che pensare. La mente di mio padre è vasta e imprevedibile" continuò fissando Alexandra. Era così teso e troppo umano.
Alexandra non disse nulla per un po'. Stava cercando risposte. Pensava e ripensava a quella conversazione tra padre e figlia finché non si ricordò di un particolare.
"Lucifero ma cosa sono i Nephilim?" Domandò curiosa.
Il diavolo sospirò.
"Tanti anni fa, prima della venuta del Messia, alcuni angeli chiamati 'I Vigilanti' si accoppiarono con le donne perché furono colpiti dalla loro bellezza e da lì nacquero i Nephilim, metà angeli e metà umani. Quegli angeli guidati da Semeyaza restarono sulla terra ed insegnarono agli uomini molte cose. I nephilim erano malvagi e giganti e così Dio li sterminò con il diluvio universale ed ecco spiegato anche la storia dell'arca di Noè" disse con riluttanza e senza soffermarsi su troppi particolari.
Alexandra annuì.
"Quindi tu pensi che Aurora possa essere un Nephilim?"
Lucifero scosse la testa.
"No, i nephilim erano malvagi e Aurora non lo è. È solo un po' arrogante e troppo sicura di sé ma è buona. E poi le madri dei Nephilim morirono di parto mentre tu sei viva". Marcò l'ultima frase come convinzione che sua figlia non appartenesse a quella razza.
Alexandra si alzò di scatto. Ora era agitata anche lei.
"Allora cos'è? Che creatura ho messo al mondo?" Urlò. Era così confusa e preoccupata per il destino della figlia.
Lucifero si alzò e la tirò tra le sue braccia.
"Stai calma, vedrai che lo scopriremo" la rassicurò. I suoi occhi brillarono intensamente. Aveva in mente un piano.
Nel frattempo Aurora cercava di dormire ma i suoi incubi glielo impedivano.
Si agitava tra le lenzuola e cercava disperatamente di chiamare sua madre ma invano.
Si calmò soltanto quando una mano candida si poggiò sulla sua fronte. Aurora sudata e stanca aprì gli occhi e vide il volto di Ciel  che le sorrideva.
"Che ci fai qui?" Domandò con un dolce sorriso sul volto.
"Mi mancavi" rispose lui prima di lasciarle un casto bacio sulle labbra.
"Cosa stavi sognando?" Le chiese mentre si sdraiava di fianco a lei.
"Oh niente di che. Solo un incubo" cercò di non darle troppo peso. Era così felice di avere il biondo lì con sé che non voleva rovinare l'atmosfera con incubi troppo frequenti.
"Mangiato pesante eh" ironizzò Ciel mentre stringeva Aurora a sé. Lui era l'unico ragazzo in grado di toccarle il cuore.
"Sono contenta che tu sia qui. Mi serve il tuo aiuto" confessò Aurora. Il demone la fissò confuso.
"I miei genitori mi hanno, finalmente, raccontato la verità però ho ancora dei dubbi su me stessa" continuò.
Ciel spalancò lo sguardo. Ora sapeva tutto.
"Quindi ora sai di essere la figlia di Satana. Bene che altro vuoi sapere?" Sembrava scocciato.
"Tu lo sapevi ma non me lo hai mai detto?!" Lo rimproverò lei.
"Non era compito mio" si giustificò.
"Antipatico...almeno potresti dirmi cosa sono?" Domandò Aurora quasi implorandolo.
"Non lo so ancora. Nemmeno Satana lo sa" disse alzandosi in piedi.
"Sei il più grande mistero di tutti i tempi" le rivelò Ciel fissando il cielo notturno. Aurora abbassò lo sguardo. Avrebbe fatto ricerche ma non in quel momento. In quel momento voleva solo stare con il demone che aveva davanti. Si alzò anche lei e si diresse verso di lui. Lo baciò e lo condusse di nuovo nel suo letto. Ciel sembrava confuso. L'altra volta era stato spontaneo, non ci aveva pensato molto mentre ora era diverso. Non era convinto.
"Ma se tuo padre dovesse scoprirci?" Cercava delle scuse per poter scappare. Ma Aurora era testarda e decisa e alla fine riuscì a passare la notte con lui. Nonostante i dubbi iniziali, Ciel alla fine si convinse e sentì qualcosa di diverso dentro se.
Si alzò nel cuore della notte e fissò Aurora che dormiva beata. Il suo volto era triste e dispiaciuto.
"Che mi prende?" Si domandò. Aveva bisogno di pensare e per questo se ne andò a notte fonda.
La mattina successiva Aurora non fu contenta di non vederlo vicino a lei ma pensò che se ne fosse andato per paura di suo padre.
Quando scese di sotto, i genitori l'aspettavano per colazione e lei felice corse ad abbracciare il padre.
Lui ne fu sorpreso ma ricambiò l'abbraccio con piacere finché i suoi occhi non divennero rossi e spinse via Aurora.
"Ma che hai?"
Domandò lei dopo aver sbattuto la testa al muro.
"Hai l'odore di Ciel addossò. È stato qui?" Domandò lui con rabbia.
I suoi occhi sembravano bruciare dall'ira.
"Si può sapere che ti ha fatto?" Urlò lei ancora più arrabbiata del padre.
"Non ha fatto niente. Il problema è quello che farà" spiegò lui. Camminava avanti e indietro. Era incapace di stare fermo.
"L'ho bandito dall'inferno perché avevo capito che non era più lo stesso" continuò avvicinandosi alla figlia. Poggiò le mani sulle sue spalle e l'avvertì:
"Non fidarti di lui".
Aurora lo allontanò.
"Sei stato tu a dargli un pugno quel giorno?! Comunque sia sappi che mi fido più di lui che di chiunque altro e non sarai tu a separarci" gli disse Aurora prima di scappare.
Lucifero provò a seguirla ma Alexandra lo fermò.
"Lasciala andare, Aurora e Ciel sono legati come noi due. Ogni tuo tentativo sarebbe vano. Sii un padre e non il diavolo. Lasciala sbagliare"


La Redenzione Del DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora