Capitolo 24

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Quella serata aveva un non so che di strano, mentre stavamo camminando vidi per caso un graffito di un leone, con dietro un'eclissi lunare. Beh alquanto particolare, affascinante e un'immagine abbastanza familiare. Peter, iniziò a raccontarmi della sua vita, mio padre già lo conosceva da anni ma nei suoi riguardi aveva un semplice rapporto di rispetto, il suo padre biologico era un ubriacone e quando abbandonò sua madre, lei perse la testa, Peter in fin dei conti era cresciuto da solo, tra la strada e le esperienze di vita degli altri, mentre mi raccontava mi teneva la mano e gli occhi bassi, potevo percepire un velo di tristezza dai suoi occhi, che camuffava con delle smorfie. 

Io non gli dissi nulla, non ho mai chiesto anche perchè io stessa vivevo la separazione dei miei come uno dei miei più forti traumi. 

D'improvviso Peter, mi chiese di salire a casa sua, non profilai parola acconsentii solo col capo, fui sconvolta dal fatto che Peter abitasse in quei pressi, passavamo fuori casa sua in fondo ma lui non l'aveva mai detto. 

Salimmo le scale di questo palazzo che si trovava pochi metri prima del punto d'origine, era nei pressi della 3 uscita del parco, vi era dinanzi a me una lunga rampa di scale senza ascensore, lui abitava al terzo piano. Giunti fuori la porta di casa sua, ero terrorizzata dall'idea di conoscere sua madre o di fare cattiva impressione ma come ogni persona matura tirai un sospiro e mi feci coraggio. 

Suonammo il campanello ma nessuno venne ad aprire la porta, cosi Peter cacciò dalla sua tasca il mazzo di chiavi e fece due svolte all'interno della serratura. D'un tratto sentii dei passi correre velocemente verso la porta di ingresso, guardai era un piccolo Labrador dal colore bianco perla, che scodinzolava e saltellava all'idea di avere dinanzi a lui Peter, assistetti alla scena più dolce del mondo, d'un tratto vi era Peter steso sul pavimento col suo cucciolo sul petto. Tale scena fu interrotta da una voce femminile che disse. "Ti sembra il modo di bussare alla porta?".

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