Ognuno ha avuto una cotta per qualcuno che non esiste, almeno una volta nella vita. Non mentite, so che è successo anche a voi.
Ecco, la mia era Chandler Bing.
Sì, quello di Friends.
Riguardavo quella serie tv all'infinito, ogni volta che avevo una serata da dedicare a me stessa, solo per rivedere l'amore della mia vita.
Andiamo, come si può non amarlo? E' carino, simpatico, divertente, adorabile, è... perfetto.
Okay, mi sto dilungando troppo.
Vi chiederete perché io vi stia raccontando tutto ciò. Ecco, volevo solo fare una piccola premessa per dirvi che quella sera, dopo un'intera giornata passata a spostare scatoloni e sollevare polvere, tutto ciò che desideravo era rinchiudermi nella mia stanza, farmi una maschera al viso, guardare Friends e ingozzarmi di cibo spazzatura.
Evidentemente, però, l'universo aveva altri piani, per me.
Il cellulare iniziò a squillare di colpo, facendomi per altro prendere un infarto. Come lessi il nome di Cressida sullo schermo, alzai gli occhi al cielo.
«Spero che tu abbia una ragione valida, per interrompermi.» risposi, infilando una patatina in bocca.
«Il viendra ici! Ici, Camille! Chez moi! Dans deux jours! Il seras ici!» gridò la ragazza dall'altro capo.
Allontanai di colpo il telefono dall'orecchio, per non rischiare di perdere l'uso del timpano.
«Cressida, calmati. Più piano, e in una lingua che io possa comprendere.» sospirai.
«Jaques...» mormorò l'altra, con voce stridula.
«Jaques?» ripetei.
«Sì. E' il ragazzo con cui ho... legato durante il mio stage a Parigi.»
Mi morsi il labbro, cercando di non scoppiare a ridere.
«Con "legato" intendi proprio in senso letterale? Del tipo, manette e robe alla Cinquanta sfumature?»
«Camille!» strillò lei.
Soffocai una risata.
«Okay, okay, scusami. Che cosa ha fatto Jaques?» domandai, cercando di mantenere un tono serio.
«Sta venendo qui.» rispose lei.
A quelle parole, non potei fare a meno di strabuzzare gli occhi.
«Intendi qui in America?»
Lei mugolò qualcosa.
«Intendo qui a Chino Hills, Cami. Dice che vuole vedermi, che gli manco.»
Silenzio.
«Oh mio Dio.»
«Già.»
Altro silenzio.
«Ma i preservativi li porta lui, o...»
La ragazza lanciò un urlato nervoso.
«Ah, ti detesto!»
E, detto questo, mi chiuse la telefonata in faccia.
Ridacchiai, lasciando ricadere il cellulare sulle coperte accanto a me. Era esilarante prendere in giro il senso pudico di Cressida, davvero.
Feci per far ripartire l'episodio ma, proprio in quel momento, qualcuno suonò alla porta di casa.
Aspettai alcuni secondi, e dopodiché suonarono ancora.
STAI LEGGENDO
Questa non è una storia d'amore
RomanceVincitrice Wattys2020 nella categoria "New Adult" «E se io provassi a baciarti?» «Ti arriverebbe un calcio proprio lì, dove non batte il sole.» Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. «Smettila di fare la cinica.» «E tu smettila di flirtare con me.» In...