Sei anni dopo... (PARTE 1)

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Ci tengo a precisare che non ero arrabbiata.

Ero solo... diversamente entusiasta.

«Coraggio Cami, secondo me stai facendo solo tante scene.»

La voce di Feng mi arrivava lontana, con tanto di eco. Era colpa della connessione. Non so esattamente su quale diavolo di isola tropicale fossero finiti, probabilmente una in cui il Wifi non era ancora arrivato.

«Chi è?» sentii la voce di Mike sopraggiungere da lontano.

«Cami.»

«Ehi Cooper! Come butta?»

Io alzai gli occhi al cielo.

«Tutto bene, maritino. A te come va la luna di miele?»

Sentii il ragazzo sorridere.

«Se proprio lo vuoi sapere, alla grande. Buffet illimitati, spiagge con la sabbia bianca e tanto ma tanto sesso coniugale. Potrei abituarmici a questa cosa del matrimonio.»

Potrei giurare di aver sentito Feng tirargli un pugno.

«Ti conviene, visto che è finché morte non ci separi. C'è bisogno che te lo ricordi?»

«No amore, c'è già quell'anello lì a ricordarmelo. Più il senso di leggerezza nella schiena a causa dello spazio lasciato vuoto dal rene che ho dovuto vendere per comprartelo.»

«Siete adorabili.» commentai, soffocando un sorriso. «Ma fate attenzione. Non sono pronta a diventare zia. Non di nuovo. Devo ancora imparare ad adempiere ai miei doveri di madrina.»

«A proposito! A Julie è passata la febbre?»

«Sì, ma Harry mi ha chiesto un'altra settimana di permesso, giusto per essere tranquilli. La mia opinione professionale da madrina è che Cressida è troppo apprensiva. Yahoo dice che è normale che ai bambini vengano queste cose nel corso dei primi due anni.»

«Okay Mike, togli Camille dalla lista di possibili madrine. Chi è la seconda in lizza?»

Il ragazzo ci riflettè un secondo.

«Scott, suppongo.»

«Okay.» Feng non ci dovette neanche riflettere. «Di lui mi fido.»

Alzai gli occhi al cielo.

«Okay, scusate, possiamo concentrarci di nuovo sul mio problema?» chiesi.

«Quale sarebbe il problema?» fece eco Mike.

Feng sospirò.

«Scott ha regalato a Camille un weekend romantico a Venezia per il suo compleanno, ma lei sostiene che sia un "regalo riciclato" perché c'era già andato una volta con Jessica, qualcosa come, ehm... una vita fa.» spiegò velocemente. 

Mike scoppiò a ridere.

«Secondo me il vero problema è che qualcuno qui non riesce ad accettare di star invecchiando e quindi riversa la sua frustrazione su tutti i poveri innocenti che la circondano. Compreso quel santo di Scott.»

«Innanzitutto...» la voce mi uscì più acuta del dovuto, «Compio trent'anni, non settanta. Sono ancora nel pieno della mia giovinezza. Secondo poi, è solo che mi conosco, e so che passerò i prossimi due giorni ad osservare il mio fantastico fidanzato guidarmi con maestria fra i pittoreschi viottoli di una splendida città, con la consapevolezza che il motivo per cui li conosce così bene è che li ha già attraversati. Con un'altra.» rimarcai, nel caso in cui il concetto non fosse chiaro.

«Amica, posso darti un consiglio?» chiese Mike, avvicinandosi al microfono del cellulare.

«Da ragazza a ragazza?»

Questa non è una storia d'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora