16. Milkshake

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Scott aveva ragione. Nick era un bravo ragazzo. Ed era bello da far paura, ormai avevo smesso di negare l'evidenza. E sì, il problema era chiaramente mio. 

Quindi l'avevo richiamato?

Meh.

«Coraggio, Cami. Un semplice "Ehi" può bastare.»

Osservai Mike da dietro lo schermo del mio cellulare, sul quale lampeggiava il desolato panorama della mia chat di Messanger con Nick.

«Non posso farmi suora?» chiesi speranzosa.

«Cami.»

«Oppure potrei diventare asessuale.»

«Non credo che sia una cosa che diventi

«Lesbica?»

«Avresti gli stessi problemi con una ragazza.»

Sbuffai, lasciando ricadere il cellulare sul bancone. Dio, ero pessima in quelle cose.

«Ascolta, ne stai veramente facendo un dramma. E' tutta una questione mentale, la tua.»

«E l'hai capito grazie alla tua laurea alla UCLA o sei così perspicace di natura?»

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.

«Fai come ti pare. Resta pure zitella a vita.»

«Posso conviverci.»

«E puoi convivere con il non fare sesso per il resto dei tuoi giorni?»

Ci riflettei per un secondo, ma poi mi dissi che la risposta non sarebbe andata certo a mio favore.

Ripresi il cellulare. Osservai la barra dei messaggi per alcuni secondi. Provai a digitare qualcosa, ma la vocina nella mia testa ci tenne a farmi notare che "come butta, bello" non era un buon modo per intavolare una conversazione.

Prego, non c'è di ché.

«Okay, ho fatto.» dissi, con una certa soddisfazione.

Mike mi prese il cellulare dalle mani, scorrendo lentamente le parole.

«"Ciao Nicholas, scusa se non sparita. Non c'è niente di male nel modo in cui baci. Anzi. Sei un grande baciatore. Se ci fosse la possibilità, uscirei da sola con le tue labbra..."» distolse lo sguardo, guardandomi disgustato. «Non voglio leggere altro. Tutto ciò è osceno.»

Sbuffai, riprendendomi il cellulare. 

«Nei libri è tutto più semplice. Avrei potuto lasciargli un messaggio sotto alla porta, del tipo "Incontriamoci al crepuscolo davanti alla chiave di volta della torre più alta del castello. Tua, Camille."»

Il ragazzo mi strappò nuovamente il cellulare dalle mani, per poi prendere a digitare qualcosa sullo schermo. Tutti i miei tentativi di riprendermelo furono vani. Stupida altezza da gnomo.

«Fatto.» sorrise, porgendomi il cellulare.

Aggrottai le sopracciglia, abbassando lo sguardo sullo schermo.

"Ehi, scusa se non mi sono fatta più sentire. Settimana piena. Sono a lavoro, stacco fra poco. Passa se hai voglia. -C."

«Sembra l'inizio di un film porno.» storsi il naso.

«Puoi farlo diventare quello che vuoi. Io non ti giudico.»

Sospirai. In ogni caso era troppo tardi, Mike l'aveva già inviato. Decisi di lasciare tutto in mano al karma, anche se, negli ultimi ventitré anni, non eravamo mai stati esattamente in buoni rapporti.

Questa non è una storia d'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora