17. I don't want to see you crying (2)

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Jungkook

«Jungkook-nim... possiamo rimanere qui ancora un po'?»

Abbiamo da poco finito di mangiare, ho messo la spazzatura in una busta e sono dieci buoni minuti che guardiamo le stelle.

Lui è seduto mentre abbraccia le ginocchia e la testa sopra di esse, io coricato vicino a lui, le mani sotto la mia nuca, ed entrambi abbiamo la testa rivolta verso quei corpi luminosi sulle nostre teste.

«L'ultima volta sono rimasto a guardarle per mezz'ora, senza distogliere mai lo sguardo – mi giro per guardarlo, lui ancora con gli occhi fissi nel cielo – sette o otto anni fa, sono andato in campeggio con la mia famiglia. La zona dove sono io è piena di luci artificiali e non si vede assolutamente nulla. Bisognerebbe andare molto lontano per poterle vedere. Ecco perché vorrei rimanere qui ancora un po'.»

«Rimaniamo qui quanto vuoi.»

Rimango ad osservare i lineamenti del suo viso per un periodo di tempo a me indefinito. Credo che sia davvero il ragazzo più bello che abbia mai visto in vita mia. Anzi, ne sono sicuro.

«Jungkook, perché sei voluto uscire con me?» domanda senza staccare gli occhi dal cielo.

«Perché mi piaci.»

«Ma non mi conosci.»

«Mi piace quel poco che conosco di te: il tuo modo di scherzare e di parlare, la tua passione per le lingue, mi sorprende la tua intelligenza...» e mi blocco per non andare avanti per ore.

Rimaniamo altri minuti in silenzio, fino a quando non viene interrotto ancora dal ragazzo vicino a me.

«Sono... – esita – sono nato a Daegu... anche se dopo qualche mese mi trasferii a Busan con i miei. Non ho mai saputo il motivo.» parla con voce flebile, ma ci siamo solo noi due quindi riesco a sentirlo benissimo.

«Lì ho conosciuto Jimin, era il mio vicino di casa, e legammo moltissimo in poco tempo.» accenna un sorriso.

«Era il quattro settembre di tredici anni fa, mio padre andò a Seoul per lavoro, doveva tornare due giorni dopo...» nonostante il buio, vedo una lacrima scorrergli sulla guancia e non esito a mettermi seduto per toglierla dolcemente con un dito.

Guarda in alto e fa dei respiri profondi tenendo gli occhi chiusi. Gli prendo una mano e accarezzo il dorso con un pollice, per aiutarlo a calmarsi. Lui mi guarda sorpreso, io accenno un sorriso per rassicurarlo e torna alla posizione di prima.

«Incidente d'auto – sputa tutto ad un fiato – fu questa la causa della sua morte. Avevo cinque anni.»

Flashback

«Riusciamo ad andare a Busan? Vorrei salutare una persona...»

«Ho la fortuna di poterti chiedere dove vuoi andare, un giorno lo passeremo là.»

«Grazie... è importante per me.»

Fine flashback

Taehyung

«Mia madre impazzì... Non so cosa le è successo, o che fine abbia fatto... – tiro su con il naso – So solo che mi trasferii a Londra poco dopo, adottato dalla famiglia Park. Ma nonostante questo, non riesco a chiamarli mamma o papà. – tiro su con il naso – Non pronuncio queste parole da anni ormai.» abbasso lo sguardo.

«In verità lo hai fatto qualche settimana fa. – mi giro verso di lui, che mi interrompe per la prima volta da quando ho iniziato a parlare – La mattina del test, quando sono venuto in camera tu e stavi piangendo, ricordi?»

Ci penso un attimo, poi mi viene in mente «Quando mi hai scritto quella frase sul quaderno?»

Annuisce, poi continua a spiegare «Dopo esserti addormentato, ti baciai la tempia e mi hai detto "Notte papà"...»

Oh.

«D-Da quello che mi raccontano i signori Park e dai pochi ricordi che ho, mio padre mi baciava spesso la fronte per augurarmi la buonanotte...» abbasso il tono di voce, ma mi prende una mano e mi rassicura, dicendo che è tutto ok, poi mi fa cenno di continuare.

Lascio che le emozioni prendano il sopravvento su di me, e mi capita di avere gli occhi pieni di lacrime diverse volte, mentre racconto di tutta la mia vita, dalla mia nascita, alla morte dei miei, al mio trasferimento in Inghilterra... a Kyle.

Voglio spiegargli perché quando è venuto a portarmi il biglietto di platino mi stavo uccidendo.

«Mi perseguita dalle elementari, ha sempre provato a rovinarmi la giornata, e col tempo, mi ha rovinato completamente. Mi prendeva in giro, anzi lo fa tutt'ora, per la mia nazionalità, non so come ha scoperto dei miei veri genitori o del mio orientamento sessuale..»

«Jimin ha sempre preso le mie difese, iniziando ad insultarlo o rispondendogli... – lo guardo negli occhi – Tutte le volte si prende le botte, mentre io guardo perché sono un codardo. E naturalmente le prendo anche io.»

Sospiro «Quando sei venuto a Londra, e mi hai trovato mentre stavo... – deglutisco – morendo, lo avevo incontrato. Mi aveva rinfacciato il fatto che non avessi vinto quel biglietto, ha iniziato ad insultarmi per il mio orientamento... Ero stanco di tutto ciò. Non volevo più essere preso in giro, ma più importante, non volevo che altri si beccassero le conseguenze del fatto che io non abbia il coraggio di dire basta. Pensavo che le persone non si sarebbero dovute preoccupare per me inutilmente, nel caso in cui io fossi mor-»

«Non devi averlo nemmeno nella testa quel pensiero – mi blocca – perché non succederà mai. Soprattutto ora che ci sono io.» afferma deciso.
Mi blocco a guardarlo negli occhi, per cercare di trovare una motivazione alle sue parole.

«Ascoltami bene Tae. – prende il mio viso tra le mani, obbligandomi a guardarlo negli occhi – Purtroppo non posso capire quello che provi mentre ti parla, ma ti posso assicurare una cosa: i signori Park, anzi, i tuoi genitori, fidati che ti vogliono bene, o non avrebbero deciso di tenerti con loro.»

«Jimin te ne vuole. Lo conosci meglio di me, ma credo di aver capito che ci tiene a te. Lo hai detto tu stesso che ti aiuta con questo tizio che ti perseguita.»

«E poi c'è anche Yoongi-hyung, altrimenti non mi avrebbe chiesto di passare un pomeriggio con te per farti tornare a casa con un bel ricordo.»

Stringe le labbra fino a formare una linea retta, come indeciso se dire una cosa o meno.

«Taehyung-ie io... non riesco a vederti piangere, io... io ti voglio troppo bene... – deglutisce – adesso voglio fare una cosa, voglio... voglio renderti felice.» e appoggia le sue labbra sulle mie, facendomi chiudere gli occhi e trattenere il fiato per un paio di secondi.

Si stacca e appoggia la fronte sulla mia, le sue mani ancora sulle mie guance. «Posso renderti sempre felice?» sussurra, ma io non rispondo, quel bacio mi ha azzerato la memoria. «Taehyung?» mi richiama.

Apro gli occhi e scopro che i suoi mi stanno già guardando, osservando, scrutando per cercare una risposta. L'unica cosa che mi viene da fare è sorridere e annuire.

Ti amo.

Ma forse è troppo presto per dirtelo.

«Vieni qui Tae. – si corica trascinandomi vicino a lui, circondandomi le spalle con un braccio. Poggio la testa sulla sua spalla e metto un braccio intorno alla sua vita, per tenermi il più possibile vicino a lui. – Rimaniamo qui a guardare ancora le stelle, ti va?»

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Bello fare copia-incolla dalla ff con jk etero lol.

My dream came true || KookTaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora