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Stamattina sono uscita dall'hotel alle 08.00 al mio risveglio Steve non c'era perché si è recato alla corporation alle 06.00; poiché segue gli stessi orari di Brian. Arrivata a casa sono esausta così decido di rimettermi a dormire ancora un po'.
Mi sveglio di colpo sentendo il telefono suonare un po' intontita tasto con la mano il comodino di fianco a me in cerca dell'oggetto che mi ha svegliata ma non c'è, mi alzo lentamente e il telefono non cessa ma orientandomi con il suono riesco a trovarlo e rispondo
-"Pronto?" Dico io lasciandomi in modo non curato sulla sedia in cucina
-"Pronto, Emily sono Scott"
-"Hey ciao come va lì?"
-"bene sono in pausa caffè che fai stasera?"
-"ah io non ho niente in programma"
-"Un mio amico darà una festa sulla spiaggia ha detto che posso portare qualcuno è ho pensato a te"
-" grazie Scott sei sempre così premuroso, per me andrebbe bene.
-"passo a prenderti io se ti va bene"
-"d'accordo"
-"prefetto sarò da te per le 20.00, tieniti pronta non hai scuse"
-"ahahaha va bene va bene"
-"okay ti devo salutare mi hanno chiamato per un problema"
-"va bene a sta sera"
-"a stasera" chiudo la telefonata. I miei occhi si spostano sulla busta lasciata da mia nonna così mi viene in mente l'incontro programmato con quel Derek settimane fa. Mi ha tolto i dubbi che avevo , lui era un grande amico di mia nonna si erano conosciuti in casa di cura e lui l'aveva aiutata ogni giorno a farle riavere il sorriso perché era malata di tumore così decise di dargli la busta perché sapeva che poteva contare su di lui.

E' sera mi faccio un panino per cena e mi accendo la tv guardando un film spettando l'arrivo di Scott dopo un po' sento freddo così mi alzo per prendermi una coperta, ma noto guardando dalla finestra che sta piovendo così prendo il cellulare e chiamo Scott
-"pronto?"
-"ciao Scott sono io ascolta piove la festa si fa comunque?" Dico io avviandomi alla camera per prendere la coperta.
-"no... ehm volevo chiamarti appunto perché salta tutto con la pioggia sarebbe un disastro, ma se vuoi posso venire da te ho degli stuzzichini che dovevo portare alla festa"
-"certo va benissimo ti aspetto viene anche Alison?"
-"no aveva un impegno"
-"va bene" dico io "ti aspetto". Poi riaggancia, per qualche strano motivo non ho più freddo ma decido comunque di mettermi qualcosa di pesante indosso dei leggings neri è un maglione beige, mi faccio una coda e mi ridò un po' di colorito.

-"Scusa il ritardo Emily, ma viene giù davvero tanta acqua e per le strade è pieno di traffico" dice lui con la giacca bagnata guardandomi con uno sguardo dispiaciuto
-"e non hai rinunciato?" Davvero"? Dico io ridendo per poi farlo entrare e chiudere la porta con una spinta
-"Sono di parola" dice appoggiando la borsa con dentro il cibo sulla tavola.
-"wow,hai fatto modifiche?" Dice lui indicando le varie pareti
-"si ho solo girato il divano è spostato la tv non è niente di che" dico io frugando nel sacchetto, ha portato molti spuntini
-"non ti sei risparmiato" dico tirando fuori alcune patatine
-"già era previsto per almeno 15 persone ma cene sarà di più per noi e comunque tu sei molto golosa" dice guardandomi con un sorriso irritante
-"non è vero dico io"
-"si invece" dice iniziandomi a fare il solletico, così mi metto a ridere come una stupida
-"iniziamo a mangiare ho fame dice lui buttandosi sul divano con noncuranza.

Erano passati circa 5 mesi da quando Brian e Emily avevano litigato.Brian ricorda perfettamente lo sguardo di Emily in lacrime quando le aveva detto che doveva andarsene e per la prima volta si pentì del suo comportamento perché quella ragazza la sua assistente l'aveva colpito dal primo giorno di assunzione. C'era qualcosa in lei di diverso da tutte le altre le quali erano donne facili che imploravano in tutti i modi di appartenere a Brian e c'era solo attrazione fisica.Forse perché era la prima donna che non era intimidita da lui e la prima che aveva osato sfidarlo.
-"Brian" dice una voce che lo risveglia dai quei pensieri.
-"Quiang entra pure" dice Brian girandosi di fronte all'uomo. Era Quiang Liu un investigatore è un bodyguard giapponese aveva deciso di lavorare al fianco di Brian dopo che aveva dato degli aiuti al suo ex capo, un mafioso giapponese il più potente dell'organizzazione, Isamu Mori. Isamu glielo aveva dato in cambio del suo aiuto. Brian non era solo uno degli uomini più potenti di  New York, ma  aveva dei legami con la mafia, era spietato come uno di loro ma quando aveva cominciato come uomo d'affari aveva perso in qualche modo la sua cattiveria e cercò di cambiare vita, ma nonostante questo, era un grande amico di Isamu. Suo padre gli aveva dato degli insegnamenti rigidi e lo aveva abituato al dolore fisico, alla cattiveria e al rispetto facendogli del male sia  fisicamente che psicologicamente, gli aveva insegnato come comportarsi nel mondo della mafia. Suo padre era il capo di una delle organizzazioni mafiose più potenti della Russia ma Brian non volle avere più niente a che fare con la mafia, non era il suo mondo.
-"che cosa hai per me Quiang?" Afferma Brian afferrando il bicchiere finendo il suo Rum cubano in un sorso.
-"Per adesso va tutto bene, Emily non ha fatto niente di speciale tutto funziona correttamente." Dice lui guardando Brian in attesa di una risposta
-"c'è qualcosa nella tua voce come se volessi dirmi qualcos'altro, dice Brian alzandosi molto delicatamente dalla sua poltroncina girevole, togliendosi la sua giacca e rimanendo in camicia, si avvicina al suo mobiletto in cerca di qualche altro rum
-"non mi piace quando mi lasci in sospeso così, cosa c'è che non va? Cosa ha combinato la mia piccola Emily?" Dice fissandolo in attesa di una risposta
-"ecco Signore, si vede ogni sera con uomo, è una specie di routine stessa ora è ogni giorno".
Brian appoggia il bicchiere si passa una mano sul viso e poi tira un profondo respiro.
-"devo fare qualcosa? Signore?"
-"no" dice lui mettendosi le mani in tasca tornando alla sua scrivania.
-"continua a seguirla ovunque vada e identificami l'uomo potrebbe essere coinvolto con mio padre" dice appoggiando la propria gamba sulla coscia e mettendosi le mani unite sulle labbra per pensare "mostrami un'altra volta quanto sei bravo a fare il tuo lavoro" dice guardandolo con un sorriso complice
-"si signore non la deluderò" e ricambia con lo stesso sorriso
-"va bene puoi andare" Quiang esce chiudendo la porta dietro di se. Brian era rimasto lì seduto a pensare a Emily e al fatto che lei avesse un altro, ma lui si mise a ridere pensando a ciò, e di quanto lei fosse timida e indifesa ma c'era qualche motivo e il suo investigatore lo avrebbe scoperto.

-"e quindi cosa hai fatto?" Dico io rivolta a Scott
-"che domande lo aiutata con la spesa era davvero in difficoltà" dice lui finendo la sua birra
-"davvero un cavaliere" dico io in tono geloso. Sento improvvisamente il telefono squillare, così mi alzo dal divano e vado a prenderlo
-"Dove sei?" Hai intenzione di giocare con me?" Mi risponde Steve. Mi ero dimenticata dell'incontro
-"non sto giocando" dico io con il cuore in gola attirando l'attenzione di Scott. Mi allontano e vado nella stanza da letto
-"sarò da te tra mezz'ora, ho avuto un'imprevisto"
-"ti aspetto al bar di fianco, non fare tardi o stasera non mi limiterò affatto" urla in tono minaccioso e mettendo giù. Ho il cuore in gola, mi prendo 10 minuti per calmare il respiro e l'agitazione poi torno in cucina da Scott.
-"scusami Scott, ma io devo andare via tra mezz'ora"
-"tutto apposto?" Mi chiede vedendomi agitata -"chi era al telefono?"
-" no nessuno un amico stupido" dico io evitando il suo sguardo
-"ti devo accompagnare?"
-"no no grazie mille, è già tanto per questa serata"
-"va bene allora per qualsiasi cosa" dice mettendosi la giacca
-"certo grazie"
-"non ho..."
-"non fa niente" dico io
-"pulisco io non preoccuparti"
-"sei sicura?"
-"si adesso va che mi devo preparare"
-"agli ordini" dice portandosi la mano alla fronte e sbattendo il piede come se fosse davanti a un generale
-"ahahaha" rido. E' sempre il solito. Dopo mi si avvicina
-"buona notte" dice dandomi un bacio sulla fronte
-"notte Scott" poi lascia il mio appartamento, mi guarda in modo enigmatico uscir do lentamente dalla mia casa.

Entro nel bar dove Steve mi aspetta, lo vedo al fondo seduto su un divanetto.
-"eccoti finalmente"
-"ho avuto un imprevisto"
-"va bene," dice lui appoggiando i gomiti sul tavolino e fissandomi  "che fai li?" Siediti vicino a me e bevi qualcosa" io vado verso di lui che si lascia andare mi siedo vicino a lui e mi mette il braccio dietro il collo attirandomi a se
-"non eravamo in ritardo?" Dico io con un tono basso
-"non è mai tardi per un bicchiere di scotch" dice bevendolo tutto in un sorso "qui gli orari e le regole le decido io" dice avvicinandosi al mio orecchio "ti entrerà in quella testolina prima o poi", mi da un bacio sul collo.
-"si" dico cominciando a lacrimare
-"tieni le lacrime per dopo, sennò le prosciughi tutte" dice asciugandomele per poi fare una risatina e tornare a bere.

Una vita inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora