10.2

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Sono le 05.00 del mattino quando apro gli occhi, sono ancora sulla mia poltroncina. Devo essermi addormentata mentre aspettavo che Luke andasse a dormire. Mi alzo e vado a vestirmi, decido dei vestiti comodi e opto per un paio di jeans, una maglietta e le mie scarpe da ginnastica. Vado a controllare nella camera di Luke se effettivamente dorme. Nonostante la poca luce dell'alba che entra dalle tapparelle riesco a vedere abbastanza e mi reco alla ricerca dei fogli sui quali ci sono tutte le informazioni di Blake. Mi faccio luce con la torcia del telefono e scatto una foto all'indirizzo, poi riappoggio i fogli ed esco dalla stanza in punta di piedi, tenendo lo sguardo fisso su Luke, come se dovesse svegliarsi da un momento all'altro. una volta uscita prendo la giacca ed esco.
-"Signorina, dove sta andando?" mi interrompe una voce proveniente da dietro di me, è il receptionist.
-"Sto uscendo" ribatto \\ certo, che genia come se non si fosse capito\\ mi fermo a pensare ad una scusa, ma l'uomo si avvicina e mi osserva con i suoi occhi smeraldo
-"Il signor. Luke non vuole che lei esca da sola"
-"si, ma mi ha mandata lui, vede si sente male, e mi ha mandato a prendergli una medicina in farmacia" cerco di essere il più credibile possibile
-"okay, allora la accompagno"
-"Non cene bisogno, in questi casi lui vuole molta privacy" . improvvisamente mi asseconda e mi lascia libera strada
-"Va bene signorina, come desidera, ma faccia attenzione"
-"certo" come si gira, mi affretto all'uscita prima che qualcos'altro possa impedirmelo. Non posso credere al fatto che Luke mi abbia messo così in sicurezza, davvero quelle persone sarebbero in grado di uccidermi o fari del male per ottenere qualcosa o impedirmi di parlare?. pensando a queste domande, comincio a sentire una sensazione di terrore e ripensamento, ma il fatto che il receptionist, mi abbia lasciata andare così ,lo colgo come un segno di speranza e segnale del destino, così vado a vedere la foto e mi concentro. Non avevo molte ore a mia disposizione, anche perché Luke si sarebbe svegliato alle 06.00 come ogni giorno. Avevo quindi solo un ora, prima che si accorga della mai sparizione, e lì mi riprendo a quanto sia stata stupida ad addormentarmi.

Imposto il navigatore sul mio I phone e per fortuna il posto dista 20 minuti a piedi. Arrivata alla casa, vedo che sono già le 05.30, ma il mio telefono è scarico e mi pento di non averlo messo sotto carica la sera. Con la batteria al 10% metto in modalità risparmio energetico, melo metto in tasca e mi avvio verso la casetta. Non c'è il cognome sul campanello, ma l'indirizzo è senz'altro questo, così suono
-"si?" un uomo affascinante sulla trentina  mi apre la porta, ma sembra stupito dal vedermi
-"Michael Blake?" dico io cercando di avere sicurezza. Gli uomini come lui mi mentono troppo in soggezione
-"Chi sei"? mi dice tenendo con una mano la porta e sporgendosi.
-"Sono Emily Mitchell, la sorella di Piper Mitchell so che lei può darmi delle informazioni" 

non ho il tempo di parlare che mi sta per sbattere la porta in faccia "aspetti dico io" 

-"ti sbagli non posso aiutarti, devi andare via subito" ma io blocco la porta spingendo con le mani "ascoltami, sono sua sorella, tu eri il suo capo di lavoro è scomparsa, e voglio sapere il perché." Lui sembra esitare, poi mi tira dentro quasi con forza e chiude la porta
-"Come mi hai trovato, chi sei?" dice fissandomi
-"Okay.. ascolta, sono la sorella di Piper , tu sai qualcosa della sua  sparizione non è vero? eri il proprietario del bar in cui lavorava, ti prego" gli dico implorandolo. Lui sospira e mi fa accomodare sul divano
-"okay.. ma devi sapere che sto rischiando la mia pelle per te" dice aprendosi una birra
-"Ne vuoi?" dice offrendomela
-"Sono apposto grazie" alza le spalle e manda giù il primo sorso, poi si siede di fronte a me
-"sento che di te mi posso fidare"
-"Non avrei motivo di dire in giro che sei stato tu" . Lui mi fa un leggero sorriso, sospira e comincia il racconto
-"Okay, allora Piper lavorava per me, era un'ottima cameriera bella ,simpatica, non le manca nulla. A quei tempi ero riuscito ad uscire dal giro mafioso di Ivan, ma un giorno egli mi si ripresenta dicendomi che io avevo qualcosa che gli apparteneva. Quel qualcosa era Piper, la sua nuova prostituta di lusso, che era scappata. Io non ero al corrente di questa cosa, così mi chiese di riaverla indietro. Io non gliela consegnai, così andò lui stesso a prenderla la portò nel retro e non so che cosa le successe, ma rientrò da solo. Mi disse che siccome non gliela avevo data avrebbe fatto esplodere il mio negozio e mi disse che se ne avrei parlato con qualcuno mi avrebbe ucciso. Da quel giorno non vidi più Piper.
-"Aspetta, tu non eri più uno del suo  giro" dico. Lui fa un sorrisetto pensando che forse non ero riuscita a capire
-"Ivan Abram prende quello che vuole, quando lo vuole e come vuole. A lui non fregava niente, era per il semplice fatto che avevo disobbedito a lui. Il  mafioso russo più potente, purtroppo dalla mafia non esci mai 
-"okay," dico io delusa e spiazzata
-"Mi dispiace Emily, so cosa vuol dire perdere qualcuno, io non.. ci tenevo a Piper non avrei mai voluto che le succedesse qualcosa" poi si alza e va in cucina. io lo seguo
-"Grazie comunque," lui mi fissa
-"spero che tu riesca a ritrovarla" .
-"anche io... , ma c'è ancora una cosa che volevo chiederti" lui mi incita a continuare
-"c'è qualche posto dove lui tiene tutte le sue donne?" ripeto questa parola disgustata
-"si .. quando le volevamo scendevamo noi nei sotterranei della villa e le sceglievamo , le tiene lì." poi sospira e guarda preoccupato dalla finestra
-"Qualcosa non va?"
-"stanno arrivando Emily, melo sento, devi andartene" mi accompagna veloce alla porta, ma come la apre parte un colpo di pistola.
-"come ci hanno trovato"? dico io
-"melo chiedo anche io" Michael si guarda intorno come per cercare qualcosa
-"vai di sopra, in fondo al corridoio seconda porta a sinistra. Stai lì dentro, finché non torno d'accordo?"
-"ma io" non finisco che lui mi spinge quasi a forza sulle scale e con gli occhi spalancati mi incita a salire. La porta si sfonda ed entrano tre uomini, salgo fino in cima ma mi fermo a guardare la scena. Un uomo alto e grosso prende per la maglietta Michael e le scaglia un pugno in pieno volto
-"ti avevamo avvisto" dice l'uomo
-"ne è valsa la pena" dice Michael
-"dov'è lei?"
-""è andata via" sento una risatina
-"non sei mai stato bravo a mentire, la cercherò da solo" . Lo vedo puntare una pistola sulla fronte e Michael in ginocchio. Parte lo sparo e lo vedo cadere senza forze sul pavimento. Comincio a correre verso la porta indicatomi. Arrivata c'è una finestra che da sul tetto, ma prima che metto il piede fuori qualcuno mi afferra tirandomi indietro. Vengo scagliata con forza sul pavimento e sbatto la testa sul bordo del lavandino.
-"dove volevi andare?, nessuno scappa da Ivan" dice l'uomo avvicinandosi. Mi metto una mano sulla testa dolorante e cerco di rialzarmi. Ma sono troppo intontita e non riesco a muovermi
-"lasciami andare ti prego" dico io coprendomi con le braccia il viso mentre mi si avvicina.
-"tu invece verrai con me". Mi prende per il braccio e mi alza da terra con forza, anche se data la sua corporatura mi solleva abbastanza in fretta.
-"Lasciami", gli dico cercando di ribellarmi, ma mi prende per i capelli e mi guida fino all'uscita, arrivata in cima alle scale mi sento cedere per via della botta appena presa. Lui mi sorregge
-"alzati in piedi, o dirò che hai opposto resistenza" ha una voce roca e fredda, io mi faccio forza e mi alzo in piedi  camminando trascinata a forza. Quando usciamo dalla casetta sento una voce che urla il mio nome.
-"Emily!!!, lasciala andare" la voce di Luke mi risuona nelle orecchie come un campanello di speranza , lo vedo avvicinarsi ma con un movimento improvviso il mio uomo estrae una pistola e le spara ad una gamba
-"no!!!!, lasciami andare!!" urlo con tutte le mie forze, cercando di liberarmi dalla sua presa ma l'uomo mi  blocca con la sua mano tenendomi il collo, un altro esce dal furgone nero e mi inietta una siringa, vedo girare tutto intorno a me, provo nausea e la mia vista comincia ad essere sfocata, dandomi come ultima immagine Luke a terra che si trascina.

Una vita inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora