Capitolo 9

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Dovevo avere più informazioni riguardo a Piper, ma dovevo trovare Steve che era l'unico che mi poteva aiutare, ma dove lo teneva Brian? Erano passate circa 2 settimane e stavo sprecando tempo.
-"voglio andare fuori a fare un altro giro del giardino" dico a Quiang
-"non lo hai già visto?" Afferma seduto comodamente sul divano
-"si ma una parte mi manca"
-"va bene" dice alzandosi e sospirando "mettiti il cappotto" mi ordina
Dopo 10 minuti ero nel giardino pensavo di come avessi avuto un'idea così geniale. Stava arrivando la primavera è le giornate erano meno fredde. Cammino con Quiang dietro di me fino a che non decido di rivolgergli la parola.
-"che cosa è quella casetta laggiù?" Dico io fermandomi e indicandola con il dito. 
-"è una parte della villa da cui tu dovresti stare lontana"
-"perché?" Chiedo io guardandolo con gli occhi socchiusi per via della luce
-"è un posto che non ti piacerebbe, adesso piantala di far domande io devo solo tenerti d'occhio" Io annuisco e torno indietro ritornando alla villa. Avevo avuto la conferma che Steve era lì.
Sono le 20.00 quando scendo per la cena, dalla cucina esce un profumino ma il tavolo é apparecchiato solo per due.
-"dov'è Brian?" Dico io avvicinandomi alla cucina per vedere le pietanze.
-"sta sera rientrerà tardi, adesso mangia che il cibo si raffredda" dice bevendo un sorso d'acqua dal bicchiere di cristallo.
-"perché rientra tardi?"
-"non ti stanchi mai di fare domande di cui io non ti darò risposta?"
-"scusami" rispondo allo stesso tono. La cena si svolge e in silenzio c'è solo il rumore della cuoca a darmi  tranquillità e alleggerire la tensione nell'aria. Ma un rumore assordante spezza il silenzio. La cuoca aveva fatto cadere una pentola piena di qualcosa che non saprei descrivere e che stava ancora vacillando, ma man mano il suono si attenuava. Quiang mi guarda con uno sguardo stupito e complice per poi osservare la cuoca.
-"non credevo che le cuoche avessero le mani di burro, mi hai spaccato i timpani" disse arrabbiato verso la cuoca che si sentiva palesemente in imbarazzo.
-"mi dispiace" disse raccogliendola e prendendo dello scotex.
-"se succederà ancora dispiacerà anche a me dirlo a Brian, adesso pulisci". Io mi alzo e la vado ad aiutare mentre Quiang scoppia in una risata.
-"siete entrambe patetiche"
-"tu sei patetico" dico io alzandomi per poi posizionarmi davanti a lui, ma nonostante sia seduto e comunque più lato di me.
-"potrei anche io riferire qualcosa a Brian" lui manda giù e mi fissa poi si alza e sene va.
-"grazie signorina Emily, ma non doveva" dice la cuoca guardandomi fissa.
-"stia tranquilla, è tutto apposto" la aiuto ad alzarsi e sistemare.
Sono le 23.30 e Brian non è ancora tornato, Mi sporgo alla porta e non vedo nessuno. Richiudo la porta e mi vesto mettendomi il mio cappotto  in tutta fretta prima che Quiang torni. In poco tempo sono pronta, chiudo la porta e mi incammino in cerca delle scale. Questa villa è enorme, ma non è la villa di Brian, deve essere quella dov'è una volta stava tutta l'organizzazione. Nonostante sia grande, riesco a ricordarmi la disposizione e i vari corridoi. Ringraziando il cielo di non essere stata scoperta arrivo nell'atrio, per fortuna la porta è ancora aperta, così esco e vado in direzione della casetta di stamattina. Il percorso è buio così mi aiuto facendomi luce con la torcia del telefono. Arrivata alla porta è chiusa. Cavolo e adesso? Come se non bastasse vedo la limousine di Brian che si parcheggia davanti alla villa e lo vedo scendere. Ero morta.
-"dove è Emily?" Dice Brian entrando nella villa e sporgendo il cappotto ad un uomo senza degnarlo di uno sguardo
-"sopra che dorme".
-"sarà meglio per te" dice Brian incamminandosi. Poi arrivato apre la porta ma non vede nessuno. Torna indietro di corsa
-"Dov'è Emily?!!" Dice prendendo per il colletto a Quiang
-"non lo so signore, stava dormendo"
-"ti sei allontanato?"
-"dovevo andare in bagno" dice l'uomo quasi soffocando
-"prega che sia qui nei paraggi, perché se me l'anno portata via ti pentirai di essere nato."
-"so dove può essere" dice  Quiang
-"parla" dice Brian lasciandolo
-"oggi mi ha chiesto delle informazioni della stanza dove teniamo Steve"
-"perfetto, andrò da solo aspettatemi qua"

Io ero lì che tentavo in tutti i modi di aprire la porta ma niente da fare
-"Emily, cosa stai facendo"? Mi dice una voce maschile
-"io.."
-"non eravamo d'accordo?" Dice avvicinandosi , io cerco di indietreggiare ma sbatto contro la porta. Brian appoggia le mani ai lati della mia testa
-"sei poroprio indomabile, adesso rientriamo, sono sicuro che avrai qualcosa da dirmi." mi prende per il polso e mi trascina.
-"so camminare di sola, mi stai facendo male, ti prego non qui" dico io osservando l'entrata "non umiliarmi". Lui mi fissa per un secondo poi mi lascia e io cammino affianco a lui.

-"perché ti interessa vedere Steve?" Dice Brian sedendosi su una polotroncina vicino al letto.  "Adesso non dirmi che non può dirmelo"
-"io sto cercando mia sorella" dico rimanendo seduta sul letto. Lui sgrana gli occhi
-"da quando hai una sorella?" Mi dice fissandomi
-"dopo la morte di mia nonna" lui mi fa cenno di continuare.
-"dopo che mia hai licenziata, si è presentato Steve, dicendomi che aveva delle informazioni su mia sorella, ma io non sapevo come facesse a saperlo. Poi mi ha ricattata dicendomi che voleva il mio copro in cambio delle informazioni" dico io tutto ad un fiato
Cominciando a piangere.
"Perché non sei venuta da me?" Mi dice avvicinandomi e asciugandomi le lacrime con il pollice "non trovandoti ho avuto paura"
-"ti sei preoccupato per me" lui mi guarda accigliandosi
-"Emily, non ho mai smesso" 
-"io avevo paura che tu.." poi mi prende e mi abbraccia dandomi un bacio sulla testa.
-"ero arrabbiato Emily mi dispiace, volevo scusarmi con te ma quando ho saputo di Steve non ci ho più visto" mi dice guardandomi
-"mi dispiace Brian"
-"no dispiace a me, non ti meriti tutto questo".
-"no, ti sbagli, io lo voglio, ma vorrei che tu tornassi Brian, il Brian  di cui mi sono innamorata"
-"lo so, e tornerò, ma devo finire questa storia" dice serio
-"io vado  a cercare mia sorella" dico in lacrime "tu devi continuare con la tua specie di missione e io anche" rimane in silenzio come se stesse riflettendo su cosa dire.
-"devi per forza andatene?" Mi dice
-"si, io non voglio continuare così, litighiamo sempre, e non sopporto l'idea di avere un babysitter dietro che controlla anche se respiro, ho bisogno di spazio" dico sospirando. Brian sembra essersi calmato
-"va bene", quando parti?" Mi dice
-"domani , farò la valigia domattina a casa  e poi cercherò un aereo."
-"non avrei mai voluto arrivare fino a questo punto" mi dice, intravedo nei sui occhi della delusione.
-"lo so neanche io, ma non voglio questo Brian,io so come sei, e in pubblico hai il diritto di essere chi vuoi, ma con me non puoi comportarti così lo capisci questo? Io ne soffro , voglio solo che tu finisca con questa storia, io mene andrò per un po' ma non costringermi a farmi rimanere qui". Dico piangendo lui non apre bocca
-"aspetta ti prego" dico io in lacrime afferrandolo per il bicipite "cerca di capirmi". Lui annuisce per poi liberarsi dalla mia presa molto debole.

-"userai il mio jet," dice uscendo dal bagno mezzo nudo con solo l'asciugamano in vita. "Ho già avvisato l'autista" 
-"grazie" dico io
-"non ringraziarmi" mi dice bevendo qualche sorso. Non posso fare a meno di osservarlo è così bello e sogno di togliergli quell'asciugamano dalla vita. Lui nota che lo guardo e viene vicino a me. Il mio respiro è incontrollabile, e il mio corpo geme di lui ,  poi mi prende il viso e mi bacia. Io, ricambio mettendogli le mani sull'asciugamano ma lui mele blocca.
-"sei un po' in vantaggio non credi?" Poi si discosta e io mi spoglio rimanendo completamente nuda, così lui si lascia cadere l' asciugamano, mi prende dalle cosce sollevandomi, e mi blocca sulla parete con il suo copro. Senza troppa fatica inizia ad entrare dentro di me, io appoggio le mani sulle sue spalle per tenermi mentre mi fa gemere dal piacere, successivamente mi butta  sul letto e ci uniamo.

Stamattina non ho visto Brian, non so come sia stato il suo pensiero finale su di me ma non mi importa. Un bussare mi interrompe
-"Emily, dobbiamo andare" mi dice Quiang aprendo leggermente la porta e sporgendo il viso.
-"arrivo " gli dico, lui richiude la porta e io vado ancora un attimo in bagno a riguardarmi velocemente, prendo le poche cose che ho, passerò da casa a fare la valigia.

Una vita inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora