8.2

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Sento una presa al braccio, mi giro e trovo un uomo giovane con occhi azzurri e penetranti capelli neri, corpo possente e giovane, era dannatamente giovane.
-"non scappare" mi dice sussurrandomelo all'orecchio
-"perché non dovrei? So chi sei e so che ti ha ingaggiato, Brian."
-"che brava, allora saprai anche che non sono qui per farti del male" 
-"perché mi segui?" Mi libero dalla presa e lo osservo
-"non lo sai?" Si mette a ridere -"davvero? Hai fatto un bel casino con Steve, e Brian non è contento di tutti ciò"
-"Non mi interessa ciò che pensa Brian, ho chiuso con lui, ho scoperto chi è"
-"lo so lo so, ma è maleducazione spiare" dice lui facendo un sorrisino. "Non guardarmi così, sono bravo nel mio lavoro".  
-"cosa vuoi da me?"
-"io niente, piuttosto cosa vuole Brian" 
-"non è affar tuo d'accordo?,e poi cosa avete fatto a Steve?"
-"cosa gli hai fatto tu, Brian non è contento del fatto che siete andati a letto, ma è sicuro che c'è una ragione"
-"e tu la sai?"
-"non posso dirti niente Emily, ma tu hai visto, devo portarti da Brian è un mio compito"
-"ti prego no", non c'è un altro modo?"
-"sbaglio o nessuno può dire no a Brian?" Dice prendendomi per il braccio  "sto facendo le cose con le buone, non costringermi a farle con le cattive"
-"Brian non lo permetterebbe"
-"ne sei sicura?,allora dirò a Miller che hai opposto resistenza così si arrabbierà  ancora di più" poi guarda il suo telefono e io approfittando della distrazione mi metto a correre.
-"Hey fermati!!" Mi urla, ma io non mi volto e corro. Per fortuna oggi avevo messo delle scarpe comode che mi avvantaggiano la corsa, non so dove andare così prendo il sentiero che conduce al parco. Non ce nessuno se non qualche vecchietto seduto sulle panchine, entro in un tunnel, ma melo trovo davanti. Mi placca e poi mi tira uno schiaffo facendomi urlare.
-"non farmi ancora incazzare Emily non ho tempo da perdere". Io sono in lacrime poi mi alza per i capelli
-"come puoi notare non ho molta pazienza, adesso cammina, ti porterò alla villa di Brian e veglierò su di te fino all'arrivo del capo, dopo di che riferirò tutto e ti lascerò nelle sue mani, e parecchio incazzato in questi giorni"
-"ti prego non farlo" dico io camminando come ordinato
-"per chi mi hai preso?" Dice lui ridendo "ti sembro uno sentimentale? non hai la minima idea di chi io sia"
-"si sei uno stronzo senza cuore" dico io poi lui si ferma
-"se non fosse per Brian ti avrei fatto fuori, deve tenere a te, non le piace essere tradito con un suo collaboratore , e lo posso capire" dice osservandomi troppo
-"adesso mettiti comoda arriveremo tra mezz'ora" dice facendomi entrare in macchina.

Sono le 22.00 esatte quando la porta della camera dove sono si apre e dopo aver sentito una conversazione in una lingua che non capisco la sento chiudersi. mi giro e mi trovo lui. Il mio Brian e lì in piedi ad osservarmi fisso, porta un completo davvero bello e ha la cravatta un po' allentata. Sento i suoi occhi freddi su di me, ci osserviamo in silenzio, forse dato dal troppo tempo ormai passato, ma Brian lo interrompe
-"Emily quanto tempo" mi dice lui avvicinandosi
-"Brian" dico io senza neanche guardarlo.
-"come è andata con Steve?"
-"e così che vuoi ricominciare la nostra conversazione?" Dico io
-"rispondi alla domanda" mi dice freddo a un passo da me
-"io.."
-"come ti è saltato in mente?" dice alzando la voce "ci siamo presi una pausa, non ci siamo lasciati"
-"questo lo dici tu" dico io allontanandomi  "so chi sei"
-"e cosa sono?" Dice mettendosi le mani in tasca
-"uno che rapisce le persone e le fa del male" lui mi osserva con occhi ridotti a due fessure
-"fare del male?" 
-"si per esempio il tuo investigatore"
-"che cosa ti ha fatto?" Mi dice guardandomi
-"non ha usato modi gentili" 
-"avrà avuto delle ragioni" afferma tirandomi su il mento con il dito per osservarmi il viso. Non era più lui, non era il Brian che conoscevo. Mi passa un dito sul lato della fronte e vede che c'è un livido
//mela pagherai Quiang"// pensò Brian
-"credevo che lavorassi solo nel mondo degli affari, e non che facessi parte di questo mondo" Gli dico
-"hai visto Steve, non è vero?" 
-"se le risposte le sia già perché mele  chiedi?" 
-"perché eri con lui?"
-"non sono affari tuoi, io ho chiuso con te" gli dico allontanandomi . Ma mi afferra per il braccio facendomi male
-"vedo che non hai moderato i toni" mi dice tenendomi, ha una presa troppo forte.
-"Quando fai così mi fai proprio incazzare" conosco il suo tono di voce, non sta scherzando
-"Io.. "non riesco a sillabare niente "n..non..non ho niente da dirti" continuo ad insistere senza dargliela vinta
-"Va bene, allora melo dirai domani" Ha un tono più freddo ma pare che si sia calmato. " sta sera sono troppo stanco per sentire le tue scuse, mettiti a letto e riposati" dice avviandosi verso la porta "io ho ancora delle cose da fare". Mi lascia sola nella stanza. Io crollo sul letto a piangere. Chi era diventato Brian? Davvero era uno mi così freddo e cattivo?. Probabilmente non lo ho conosciuto fino in fondo.
Passati 20 minuti decido di aprire la porta della camera e andare in cucina a prendermi un po' di acqua. Mentre scendo le scale sento delle voci.
-"cosa ti avevo detto?Non dovevi alzare un dito su di lei". E la voce di Brian sta urlando
-"mi ha spinto all'imite , mi dispiace Signore non capiterà più" questo invece è Quiang
-"sarà meglio, almeno che non vuoi fare la fine di Steve"
-"no signore"
-"adesso va a sorvegliarla, non perderla di vista, è nella mia stanza" . Poi sento dei passi avvicinarsi così torno indietro di corsa nella stanza chiudendomi e appoggiandomi ad essa. Cosa stava succedendo?

Ieri notte non ho sentito più nessuno e stamattina mi sono svegliata nella camera di Brian. Ho un certo languirono così decido di scendere in cucina e mi ritrovo Quiang.
-"buongiorno" mi dice sorseggiando il caffè
-"ciao" dico io senza degnarlo di uno sguardo
-"Dov'è Brian?"
-"al lavoro come sempre" dice poggiando la tazzina di ceramica  sul tavolo. "Tornerà stasera, e io starò con te tutto il tempo"
-"come sempre"
-"esatto, adesso vedi di non seccarmi" dice aprendo il giornale.  Mi prendo due toast e il succo preparatomi dalla signora e poi mi dirigo in camera.
\\Cominciamo//dico tra me e me osservando la borsa, poi appoggio il succo e il piatto con i toast, apro il dossier. Sono talmente contenta che mi tremano le mani. Apro la prima pagina e trovo subito delle foto di Piper, alcune sono ravvicinate mettendola in primo piano altre invece sono in lontananza. Era davvero bella. Capelli scuri, occhi verdi. Nelle pagine dopo trovo informazioni personali: nata a Houston del  3 Febbraio del 1995. Un anno prima di me, era un anno più grande. Ha frequentato la scuola media e l'università Wethside High School, residente a Houston, genitori Ruby e William  Mitchell. Perché io non ci sono?, giro le pagine ma continuo a trovare informazioni generali. Poi una pagina mi blocca. C'è una foto di lei con una croce rossa sopra, e sotto una scritta: *coinvolta con il mafioso Ivan *? Poi noto alcune scritte in russo che non riesco a capire e poi ancora informazioni. *e una spia russa? È vicina al Grande capo Ivan?"* sono tutte scritte al fondo della foto, ma uno strano nome, Gabriel Johnson, residente in Inghilterra in King's Road numero 23 C, mi suscita curiosità.
Dovevo cominciare da lì, ma come facevo ad andarmene? Ero sotto sorveglianza quasi tutto il giorno e se avessi parlato con Brian si sarebbe intromesso. Le scritte sono fatte tutte al fondo come se qualcuno avesse raccolto queste informazioni per avere un quadro generale. Vengo interrotta da un bussare. Mi alzo di scatto e butto il dossier sotto il letto per poi rispondere avanti. La signora delle pulizie apre la porta e mi saluta. Io ricambio il saluto e poi esco dirigendomi all'uscita. Voglio fare un giro attorno alla villa di Brian, visto che non ho mai avuto l'occasione, e non sapevo che ne avesse due. Ma Quiang è all'ingresso.
-"Pure nel giardino?" Dico io mettendomi il cappotto
-"non fare domande, eseguo gli ordini" dice fissandomi.
-"non saprei dove andare qui, non potrei fuggire neanche se volessi" gli dico
-"allora vedimi  come una guida turistica che ti indica i luoghi." Mi dice ad uno orecchio. Io sospiro uscendo, mi fissa con uno sguardo come per dirmi di muovermi. Alzo gli occhi al cielo e poi mi incammino.

Una vita inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora