Katarina si morse il labbro provando a far mente locale il più in fretta possibile. Il fatto che non vi fosse alcun legame tra le vittime era qualcosa di inaspettato, doveva ammetterlo, e di fronte a quella nozione la sua mente non poté impedirsi di concepire due possibilità: o il colpevole era un essere fuori controllo, o qualcuno, da qualche parte nei Possedimenti di Britannia, stava mettendo a punto un piano per generare il caos e dare il via a una guerra a cui non erano pronti né i vânător né gli umani. Ma c'era un'altra cosa a farle dolere le meningi: la mancanza di punti d'estrazione del sangue. Come avevano fatto i vampiri a dissanguare, e trasformare ciò che restava dell'emoglobina in catrame, se le loro zanne non si erano conficcate in una vena? E per quale ragione avevano modificato il loro modus operandi? A cosa si stavano preparando?
Suzu si piegò con il busto nella sua direzione, quasi volesse confidarle un segreto: «Ora capite per quale ragione vi è tanto sgomento? Perché abbiamo chiesto aiuto a Roma? C'è qualcosa che non torna...» le disse, scrutandola con fin troppa intensità.
«Avete parlato con qualcuno di loro? Prigionieri o... Exilati?» se non si sapeva nulla più di quello che le era stato riferito bisognava ricorrere a nuove soluzioni e interrogare i diretti interessati era, forse, al primo posto sulla lista di cose da fare. Certo, la maggior parte dei succhia-sangue ancora fedeli a Dracul non avrebbe parlato spontaneamente con loro, e chissà se da quelle boccacce sarebbero riusciti a cavar fuori qualche informazione con altre maniere, ma nel frattempo invece, gli esuli che aveva rinnegato il legame con Vlad e chiesto clemenza, nonché rifugio alla Chiesa, avrebbero potuto essere loro d'aiuto - dopotutto avevano un debito da ripagare. Sì, la lealtà di quelle creature nei confronti di una o dell'altra fazione restava comunque dubbia, ma sapevano bene che mentire, nei loro panni, era una condanna a morte certa; quindi, seppur spiacevole, far loro visita appariva come l'opzione più logica.Julius soffiò fuori dalle labbra una folata bianca: «Anche se avessimo dei prigionieri da interrogare, Miss, state certa che non parlerebbero. Piuttosto che tradire i loro popolo preferiscono un paletto del cuore.»
Prevedibile, pensò Katarina versando un ultimo goccio di tè nella tazza. Dracul non aveva alcun bisogno di usare sui suoi sudditi il putere del re per impedir loro di tradirlo, ciò che legava quei disgraziati a lui andava ben oltre a una semplice maledizione: loro lo veneravano al pari di un Dio - e per questa ragione, nemmeno con una punta di cipresso premuta al petto si sarebbero fatti sfuggire di bocca qualcosa. Quindi, che fosse opera sua o meno, scoprirlo sarebbe stata un'impresa tutt'altro che semplice.
«E se mi permettete, Miss» dall'altro capo del tavolo, Sorella Goldchild si intromise nel discorso catturando la sua attenzione: «non credo che i pochi Exilati presenti a Londinium possano esservi di aiuto. Fanno parte dei Patti da decenni ormai, non hanno alcun rapporto con i fratelli. È brava gente, solo un po' sfortunata.» Con un nuovo sorriso, stavolta più timido e al contempo intrigante, la suora provò ad ammaliare Katarina; e seppur all'apparenza innocente, si ritrovò a constatare la cacciatrice, quella donna doveva essere ben consapevole della propria bellezza, usandola quasi come un'arma. E come biasimarla? Nessun uomo, nemmeno di fede, avrebbe saputo resistere a quelle labbra tanto rosee. Sicuramente, in tempi di bisogno, doveva essere un ottimo mezzo per raggiungere qualsiasi fine - e al momento, anche lei desiderò possedere qualcosa che potesse attirare Sylvia a sé.
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Miss Bahun: caccia ai vampiri
VampireIn un' Europa dalle atmosfere steampunk e in cui la Chiesa ha tutt'altre connotazioni, un ordine di esorcisti si dedica alla creazione di vânător, cacciatori del sovrannaturale. È da loro che Katarina impara i rudimenti per affrontare ogni genere di...