Sotto al portico e con lo sguardo ben vigile sui dintorni, Katarina provò a scorgere tra le prime ombre del crepuscolo e i vaghi accenni di nebbia - o vapore - una carrozza simile a quella con cui, quel giorno, lei e i colleghi si erano mossi per la città. Più il tempo passava però, meno le sembrava di riuscire a intravedere per strada una qualche forma di vita. Non c'erano passanti, ancor meno cavalli o carrozze e, viste le premesse, si ritrovò anche a dubitare che la Divisione di Londinium avesse educato a dovere i suoi vânător per far loro rispettare persino un semplice appuntamento. Non a caso, oltre all'evidente ritardo dei suoi accompagnatori, altri dettagli la portarono a pensare le cose peggiori. Sì, a Bistria e in tutta la Transilvania la condotta dell'Ordine arrivava a sfiorare l'ossessione, a sfidare i limiti della sopportazione umana, ma lì invece pareva essere l'esatto opposto. Il caos dava l'idea di regnare sovrano e la disciplina di non essere di casa, eppure, per ciò che ne sapeva, fino a quel momento non erano sorte lamentele da parte né dei cittadini, dei membri dei Patti, nè degli ecclesiastici presenti. La Divisione di Londinium quindi non doveva essere pessima come le era parsa durante la sua prima giornata in città, ma allora perché si trovava in cotanta difficoltà? Quanti esorcisti erano rimasti tra i Domini di Britannia se la Santa Sede aveva addirittura scelto di mandare a chiamare proprio lei? Probabilmente pochi. Troppi pochi per riuscire a gestire il precario equilibrio in cui umani e monștri (mostri) sembravano vivere. Eppure, nella loro quasi nauseante goffaggine, sia Suzu sia Julius parevano nascondere l'indole giusta per quel lavoro. Nelle ore trascorse al loro fianco aveva scorto la luce febbrile che caratterizzava gli occhi di ogni vânător, rendendoli minacciosi al punto giusto; come avevano fatto, quindi, i loro colleghi a venir decimati? Ed era saggio da parte sua fare affidamento su quelle impressioni? Se si fossero rivelati degli inetti con la sola abilità di saper fingere bene? Di certo non poteva permettersi il lusso di scoprire la verità a proprie spese. Era già successo troppe volte e per quel che la riguardava non ci teneva a rompersi altre ossa per cercare di salvare la vita a esorcisti grandi e grossi come quei due.
Con uno sbuffo, Miss Bahun tirò fuori dal taschino il proprio orologio d'argento studiando la posizione delle lancette. Dodici minuti e mezzo di ritardo sulla tabella di marcia erano un vero scempio, così come far attendere una signora, anche se del suo genere, era un comportamento assai riprovevole per qualcuno che aveva la presunzione di fingersi un gentleman e, vista la riluttanza di Lord Terry nel prendere parte a quell'attività, le venne fin troppo facile pensare che potessero averle infine dato buca, in modo da dissuaderla dall'oltrepassare il perimetro dell'Istituto; ma se quello era il caso, si disse, dovevano proprio essere due stolti. Piuttosto che dargliela vinta e rinunciare alla propria ronda avrebbe corso il rischio di perdersi!
Rimettendo la cipolla nel cappotto Katarina si concesse un respiro profondo e, giusto dopo aver mosso i primi passi lungo il selciato, si fermò ancora, esitando appena. Non aveva idea di quale direzione seguire né si era presa la briga di trovare una mappa a cui far riferimento - a dire il vero, aveva dato per scontato che quei due sciagurati, per quanto refrattari, non avrebbero mai permesso a una donna di girovagare da sola per una città sconosciuta, di notte, e con chissà quali creature nascoste nell'ombra; ma a quanto le parve, quello era il primo errore che aveva commesso confidando in loro. Possibile che fossero tanto codardi?
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Miss Bahun: caccia ai vampiri
VampireIn un' Europa dalle atmosfere steampunk e in cui la Chiesa ha tutt'altre connotazioni, un ordine di esorcisti si dedica alla creazione di vânător, cacciatori del sovrannaturale. È da loro che Katarina impara i rudimenti per affrontare ogni genere di...