XIV (4)

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Il medico legale vacillò

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Il medico legale vacillò. Deglutire fu per lui uno sforzo evidente e Katarina non seppe che dire. Era allibita, così confusa da non saper nemmeno chi guardare.
Sì, anche a Roma c'erano delle creature meno... maligne delle altre, ma mai avrebbero ricoperto ruoli di quel tipo. Nelle terre del Vaticano li tenevano segregati, controllati al pari di lebbrosi. Alle volte potevano tornare utili per qualche affare losco, i vânător di tanto in tanto li usavano come informatori, ma appena si oltrepassavano i confini del papato ogni membro del Mundi diventava un nemico - metterli addirittura a gestire l'obitorio di una stazione di polizia, a contatto con gli umani in quel modo così innocente era... spaventevole. Chi assicurava alla Divisione Britannica che i corpi portati lì, i loro unici indizi su quel caso, non venissero alterati? E chi controllava che dalle porte, magari di notte, non entrassero delle creature a portarsi via sangue, carne o altro? Un vodyanoy dopotutto restava pur sempre di indole malvagia, anche se nello specifico di quel vecchietto sembrava che ci fosse stata qualche intossicazione umana da parte... della madre? O forse addirittura la nonna?
Miss Bahun corrugò la fronte. L'istinto di puntargli addosso la canna della propria pistola le fece scivolare le dita lungo il fianco e la coscia, toccare il bordo della tasca che nascondeva l'imbracatura di cuoio. Doveva essere stato il fetore di lui il motivo del suo disagio, anche se, mischiato col resto, doveva esserle sfuggito.

Con una smorfia schifata si volse verso i colleghi: «Vi state burlando di me, spero.» Come fosse possibile che la vita a Londinium differisse in tal maniera da quella di tutto il resto d'Europa a Katarina parve un mistero irrisolvibile. Non capiva. Era sempre stata abituata alla caccia, al disprezzo, alla violenza nei confronti di tutte le creature che non fossero umane, eppure lì nulla di ciò che le era familiare sembrava esistere. Dove era la diffidenza? La paura? La percezione del pericolo e di conseguenza l'istinto di autoconservazione? Non si rendevano conto che sarebbe bastato uno schiocco di dita per far cadere tutto in rovina? Gli Exilati vivevano come signorotti in case nel centro città, sfamati regolarmente anche se controllati a vista, ma restavano pur sempre nelle condizioni di ribellarsi; le fate e i fauni camminavano tranquillamente per le strade, aprivano bordelli in cui fregavano uomini più o meno abbienti tirando fuori dai loro portafogli denaro e dai loro corpi anni di vita. Il Tamigi era probabilmente pieno di kelpie selvaggi che con il calar della notte annegavano tutti gli stolti che per un solo istante, nella loro ubriachezza, avevano creduto di poterli addomesticare, mentre dietro ai banconi delle attività ci si poteva trovare un padre di famiglia o una creatura di chissà quale specie che, forse, quello stesso padre di famiglia se l'era mangiato per cena: con che coraggio gli esorcisti di quella città chiedevano aiuto alla Santa Sede, se il loro stile di vita correva così vicino al bordo di un precipizio?
Londinium, più che la città del progresso, avrebbe dovuto prendere l'appellativo de "la culla della perdizione".

Suzu piegò il capo da un lato, facendo ciondolare alcuni dreadlock: «Pardon?»
Le ciglia di Katarina sbatterono più volte: «Per voi è normale che vi sia un vodyanoy qui?!» ma appena la sua voce risuonò per la stanza circolare che costituiva l'obitorio, l'uomo le si fiondò addosso. Senza toccarla e provando a fare un sorriso rassicurante che ebbe più l'aria dell'imbarazzato, Mister Whiteman cercò di farla tacere: «Vi prego, Miss, non siate così precipitosa-»
Lei, di tutta risposta, gli diede una pacca a mano aperta sulla spalla nel tentativo di farlo allontanare: «Precipitosa? Oh, Whiteman! Se fossi stata precipitosa stareste raccogliendo cervella bluastre dal pavimento, ve lo assicuro!» o quantomeno, l'ultima volta che era stata eccessivamente frettolosa era finita così - e le conseguenze l'avevano in parte fatta penare. C'erano voluti giorni, poi, per farle trovare il covo dei troll a cui stava dando la caccia.
«Katarina, vi prego...» possibile che non avesse previsto quella reazione visti i precedenti? E perché diamine stava provando in tutti i modi a farle tenere un tono di voce basso? Dopotutto la natura di quell'uomo non era certo un- sgranò gli occhi e, sul viso del collega, lesse una conferma che non le piacque affatto.

Miss Bahun: caccia ai vampiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora