Suzu sospirò. Lo fece in quel modo grave, tipico delle brutte notizie che Katarina tanto non riusciva a sopportare, poi si schiarì la gola: «Quando siete arrivata già vi era stato detto che le nostre fila si stavano sfoltendo. Ebbene, su trentacinque membri attivi nei Possedimenti di Bretagna siamo rimasti in venti.» L'uomo fece un gesto al cocchiere che si era avvicinato allo sportello per aprire, così questi si allontanò dalla carrozza per lasciar loro la privacy necessaria: «Di questi venti, almeno la metà sono vecchie glorie dell'Ordine, esorcisti che meriterebbero di riposare, non di lanciarsi in una nuova guerra.»
Miss Bahun tornò a poggiare il viso sul dorso della mano destra: «Perché, esiste davvero un modo per ritirarsi da questa guerra?»
Whiteman scambiò un'occhiata di rassegnazione col compare, ma non riportò subito lo sguardo sull'interlocutrice: «Non siamo tutti come vostro-»
«Non parlo di Emil» lo zittì Katarina, già consapevole di ciò che stava per dire. I suoi occhi si soffermarono con durezza su di lui, cercò quasi di schiacciarlo, di farlo sentire piccolo di fronte al suo volere - perché sinceramente credeva di essere stata chiara il giorno precedente, ma probabilmente si doveva essere sbagliata. Cosa c'era di difficile nel comprendere che il nome di quell'uomo doveva essere citato il meno possibile in sua presenza? A suo avviso, nulla.
«A essere onesta, non stavo parlando di alcun cacciatore nello specifico» aggiunse dopo qualche secondo cambiando completamente tono e tornando a fissare Scotland Yard oltre la finestrella della carrozza con una certa noncuranza.
Da così vicino l'edificio sembrava ancora meno minaccioso di quanto le fosse parso. Con quei mattoni rossastri a vista non sembrava una centrale di polizia, un luogo dove la legge umana cercava di imporsi sulla criminalità: piuttosto dava l'idea di un distaccamento municipale, un conglomerato di uffici perennemente sovraffollati.
«Il nostro sangue ci definisce. Il nome che portiamo ci condanna. L'addestramento a cui veniamo sottoposti ci forgia a tal punto da piegarci per sempre e una volta compiuto il rito, giurato, una volta marchiati... noi non torniamo più indietro. Nati vânător lo restiamo fino al momento in cui esaliamo il nostro ultimo respiro. E non perché uno stupido Dio ci fissa dall'alto di uno scranno sacro mentre la sua Sposa ci illude di ricevere misericordia per gli atti vili e mostruosi che compiamo ogni giorno, no...» più le parole defluivano fuori dalle sue labbra, più la rabbia di Katarina prendeva il sopravvento. Ad ogni sillaba sentiva i muscoli del viso contrarsi maggiormente, le dita dei piedi piegarsi e il desiderio di sferrare un pugno contro qualcosa aumentare, così si fermò. Provò a controllare il respiro, frenare il battito prima che potesse accelerare e, umettandosi le labbra, si sforzò di recuperare contegno. Quando fu convinta di esserci riuscita riprese: «Il motivo è che siamo talmente abituati a uccidere che non riusciamo più a fare altro. Non siamo fatti per vivere in pace... e mi domando come facciate voi» come la canna di una pistola le sue pupille tornarono sui due uomini, pulsarono per il cambio di messa a fuoco e li misero spalle al muro: «a stare qui, con le mani in mano a lamentarvi di cosa sta succedendo senza agire veramente. Ci fossero stati gli esorcisti di Bistria...» soffocò una risata: «avrebbero già rivoltato questa città dalle fondamenta.»
Julius d'un tratto sembrò tornare sulla conversazione e, esattamente come a casa dell'Exilati, perse le staffe: «Ebbene! Se siamo tanto inetti a confronto vostro perché non avete ancora scoperto ciò che sta succedendo?» Il suo busto si allungò tanto da lasciar giusto due spanne tra il proprio viso e quello della donna e, a quella distanza, Miss Bahun notò l'evidente rossore della sua sclera. Stava trattenendo qualcosa, ma non riuscì a capire se fosse rabbia o altro.
In segno di sfida staccò il mento dalla mano, avvicinandosi a sua volta all'avversario: «Perché la mia guerra è altrove e i cadaveri là dentro sono solo altri corpi privi di qualsivoglia valore per me. Sono qui solo perché costretta da un giuramento.»
«Ma sono vânător!» tuonò l'uomo battendo il bastone: «Nostri compagni, fratelli!»
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Miss Bahun: caccia ai vampiri
VampirIn un' Europa dalle atmosfere steampunk e in cui la Chiesa ha tutt'altre connotazioni, un ordine di esorcisti si dedica alla creazione di vânător, cacciatori del sovrannaturale. È da loro che Katarina impara i rudimenti per affrontare ogni genere di...