XII (3)

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Un passo dopo l'altro, mantenendo un rigoroso silenzio, Katarina aveva seguito i colleghi tra i banchi di nebbia sempre più fitti

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Un passo dopo l'altro, mantenendo un rigoroso silenzio, Katarina aveva seguito i colleghi tra i banchi di nebbia sempre più fitti. Le suole dei suoi stivaletti avevano cadenzato la loro passeggiata insieme ai pensieri che non avevano smesso per un solo istante di riempirle la mente, aizzandola sempre più alla violenza. Sarebbe stato così facile, dal punto in cui si trovava, sfilare dalla tasca del cappotto l'orologio da taschino, tendere la catenella d'argento, arrotolarla intorno ad una delle mani e poi stringerla al collo di Suzu. Un movimento lesto, un omicidio veloce e quasi indolore - semplice, avrebbe osato dire. L'effetto sorpresa avrebbe giocato un ruolo perfetto nonostante la presenza di Lord Terry, ancora evidentemente assuefatto dall'alcol, permettendole così di dare un avvertimento tutt'altro che innocuo, proprio come piaceva a lei. Oh, e quanto l'avrebbe soddisfatta agire a quel modo! E più ci pensava, più le dita parevano formicolare di bramosia. Come la sua mente, anche loro sembravano anelare la durezza della lega metallica, la resistenza del corpo che, avvolto nel mantello scuro, ancora ciondolava lungo il marciapiede di fronte a lei. Certo, la battutina di Mister Whiteman ad ogni modo non era stata nulla di eccessivamente irrispettoso o pungente, lo sapeva bene, ad essere onesti in un contesto differente non le avrebbe suscitato un fastidio come quello provato poco prima, ma purtroppo, doveva ammetterlo, l'essere tanto sobria e limitata negli spostamenti la rendeva terribilmente suscettibile, un po' come se fosse un animale in gabbia; così eccola lì, intenta da chissà quanti minuti a immaginarsi un modo per punirlo di tanta irriverenza. Aveva pensato a un'infinità di ripicche, c'era da dirlo, e dalle più innocue, come ad esempio uno sgambetto a tradimento, era presto passata a quel piano assassino - dopotutto poco le importava se la sua lista di vittime si fosse allungata, ciò di cui si doveva preoccupare e che non poteva affatto ignorare era, piuttosto, la punizione che la Santa Sede, al cospetto di un crimine del genere, le avrebbe riservato. Era stata mandata lì per aiutare i cacciatori di Londinium, non per sterminarli del tutto; e dubitava fortemente che il Vescovo Wassily si sarebbe preso la briga di redimerla da un simile peccato, anzi, avrebbe forse colto l'occasione per liberarsi in definitiva di lei. A quel pensiero, quindi, prendendo un grosso respiro Katarina si limitò a stringere i pugni, in modo da impedirsi d'agire d'istinto. Con uno sbuffo poi, volse il capo sul lato opposto della strada, provando a scorgere tra gli strati di foschia qualsiasi cosa che non fosse uno dei due uomini di fronte a lei. Gli steli dei lampioni si ergevano, a distanza regolare l'uno dall'altro, scuri quanto alberi secchi e più lo sguardo si innalzava verso l'alto, più si andavano definendo grazie alla mera luce di quelle che, persino dal marciapiede opposto, Miss Bahun si accorse non essere candele, ma qualcosa di estremamente similare. Allo stesso modo, dietro ad essi, si potevano ancora intravedere i salotti borghesi di qualche cittadino intento a trastullarsi, a intrattenersi con familiari e amici, o a lavorare. Osservando quei rettangoli luminosi oltre cui faticava a distinguere con precisione le linee dei soprammobili, i soggetti ritratti nei quadri appesi qua e là e i motivi delle carte da parati, Katarina non riuscì a trattenere quella che si sarebbe potuta definire una flebile risata. Fortunati loro che non dovevano sorbirsi l'umidità della sera e la compagnia di due... nuovamente portò, seppur schifata, lo sguardo sulle schiene di Suzu e Julius, intenti a chiacchierare: dement, le suggerì subito la mente - e inesorabilmente un altro sbuffo le sfuggì dalle labbra.
Per quale ragione aveva accettato quell'incarico? In fin dei conti non era il solo che le era stato proposto da Padre Costantino, solo quello per cui quel vecchiaccio aveva insistito di più. Oh, e per cui l'avrebbero pagata maggiormente, giusto, per non parlare poi del fatto che il suo sesto senso, sin dal momento in cui il prete le aveva accennato della questione, aveva iniziato a gridare a gran voce il nome di quel farabutto di Vlad III di Valacchia. Era per lui che aveva accettato. I soldi erano solo stati un incentivo.

Miss Bahun: caccia ai vampiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora