XII (1)

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Se il giaciglio aveva ampiamente insoddisfatto le sue aspettative, Katarina non poté dire altrettanto della zuppa

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Se il giaciglio aveva ampiamente insoddisfatto le sue aspettative, Katarina non poté dire altrettanto della zuppa. All'inizio era apparsa scettica nell'afferrare il vassoio offertole dalla novizia, la stessa che l'aveva accolta quella mattina, ma dopo qualche minuto di contemplazione e un paio di cucchiaiate aveva finito con il divorare il pasto e desiderarne ancora un altro po' - peccato che le lancette del suo orologio da taschino non avessero smesso di avanzare, riducendo drasticamente il tempo a sua disposizione. Così aveva dovuto amaramente rinunciare a quella delizia per dedicarsi, piuttosto, ai preparativi; non che ci fosse molto da fare, a dire il vero. Se doveva essere sincera, non era affatto convinta che quella notte, con Lord Terry e Mister Whiteman al seguito, avrebbe fatto qualcosa di interessante. Tuttalpiù, pensò, la sua sarebbe stata una lunga e sfiancante passeggiata per le strade di Londinium, vista la compagnia, ma a prescindere da ciò, si sarebbe comunque preparata per ogni evenienza: in fin dei conti ancora non aveva escluso la possibilità di aggredire uno dei due colleghi - o entrambi.

Miss Bahun aveva quindi issato la propria valigia sul letto sentendolo cigolare sotto il suo peso, poi con il pollice e l'indice aveva fatto scattare le chiusure. C'era stato qualche tintinnio sospetto ad accompagnare quei gesti, ma nulla che sembrò preoccuparla - dopotutto conosceva il contenuto di quel bagaglio a menadito e, anche nel peggiore dei casi, sapeva che i danni collaterali sarebbero stati minimi. Così, con poca premura, alzò la parte superiore dell'involto permettendo alla struttura d'ottone ai lati delle due estremità di aprirsi a raggiera. Tanti piccoli spicchi intagliati si susseguirono come parti di un ventaglio, bloccandosi con un click poco dopo aver superato i novanta gradi. Si trattava di un meccanismo semplice, seppur estremamente curato e pratico, il cui scopo principale era quello d'impedire una possibile e involontaria richiusura della valigia - serviva a contrastare il peso di ciò che Katarina vi aveva nascosto dentro: fiale, arnesi, taccuini pieni di appunti e armi utili per qualsiasi esigenza. E stranamente, nel marasma di oggetti che la donna vi aveva ficcato dentro, vigeva un ordine quasi rigoroso - o per lo meno per lei. Ognuna delle cose presenti era ancorata al lato superiore del bagaglio attraverso un sistema di tasche e taschini sovrapposti l'un l'altro. Bastava staccare i bottoni ai lati del primo modulo per scoprire uno nuovo e poi un altro ancora.
Sotto, quasi a difesa, vi erano invece i suoi vestiti: due gonne, un pantalone che non indossava da anni, varie tipologie di calze e delle brache, qualche camicetta, dei guanti e infine un paio di bustini, tra cui proprio quello che stava cercando: una chicca che aveva commissionato anni prima e che, ancora quel giorno, riteneva il suo capo di maggior valore.


Ad una prima e rapida occhiata, comunque, a Katarina nulla sembrò essere fuori posto. Non c'erano lame disperse tra la stoffa né boccette di vetro andate in frantumi; ogni cosa pareva essere rimasta lì dove lei l'aveva lasciata - e non negò di esserne stupita. Dopo il viaggio, il trambusto della giornata e il rumore di poco prima si sarebbe aspettata almeno una fiala di polvere di belladonna rovesciata in mezzo ai vestiti o qualche pallottola a zonzo tra il resto dei suoi averi, eppure non ne trovò.

Miss Bahun: caccia ai vampiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora