18.

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Mi strofino i polsi che mi fanno ancora male per colpa di quella maledettissima corda e Tyler nel frattempo esce dal bagno ridendo.
«Perché ridi? Mi hai fatto male.» Mugugno come una bambina di tre anni mentre mi infilo la canotta.
«Ti ho detto di stare ferma.» Mormora prendendomi il viso tra le mani e dandomi un bacio sulle labbra.
«Devi andare per forza al lavoro?» Chiedo prendendo la sua mano tra la mia.
«Si.» Risponde abbottonandosi la camicia.
«Perfetto. Vengo con te.» Aggiungo e lui aggrotta le sopracciglia.
«Non puoi.» Mormora ridendo.
«Invece si. Ti ricordo che sono la fidanzata del mio capo.» Sorrido mettendomi un vestito bianco.
«E poi ci sono molte ragazze che dovrei controllare.» Aggiungo infilandomi i tacchi e uscendo dalla camera.
«La devo portare al lavoro signore?» Chiede Fred e Tyler annuisce.
Ci prendiamo due panini e usciamo di casa per poi dirigerci nel gigantesco edificio.
Una volta arrivati scendiamo dalla macchina e la prima cosa che faccio è prendere la mano a Tyler cosa che fa rimanere tutte le ragazze dell'azienda a bocca aperta.
"Sai essere stronza quando vuoi." Dice la vocina.
Entriamo in ascensore e due ragazze bionde lo guardano dalla punta dei piedi alla punta della testa.
«Buongiorno Signor Posey.» Dicono in coro e io alzo gli occhi.
L'ascensore si ferma all'ultimo piano ovvero dove si trova il suo enorme ufficio.
Entriamo e io mi siedo sui divanetti vicino alla gigantesca finestra mentre lui siede sulla sedia davanti alla scrivania.
«Signor Posey il suo cliente è qui.» Comunica un uomo in smoking facendo entrare un ragazzo biondo e alto con vestiti di marca, ovviamente.
«Colton Haynes giusto?» Chiede Tyler e lui annuisce.
Iniziano a parlare di lavoro e io decido di leggere un libro che mi sono portata da casa.
«Ci vediamo la settimana prossima.» Aggiunge infine Tyler e Colton si gira facendomi un sorrisetto e uscendo.
Mi alzo e cammino piano piano verso la scrivania sorridendo.
«Carino.» Mormoro facendo alzare lo sguardo a Tyler.
«Sto ripensando al fatto di legarti al letto una seconda volta.» Mugugna compilando dei fogli.
«Molto simpatico.» Sussurro e lui fa una risatina non distaccando lo sguardo dal foglio.
«Che noia!» Sbuffo sedendomi su una sedia di fronte a lui.
«Sei tu che volevi venire.» Alza le spalle sorridendo.
«È sempre così noioso?» Domando buttando la testa all'indietro.
«Crystal sono al lavoro non al Luna Park.» Risponde guardandomi.
«Vado a prendere del caffè, lo vuoi?» Chiedo e lui annuisce.
Mi alzo e esco dal suo noiosissimo ufficio andando di sotto nel gigantesco atrio.
Vedo un uomo in smoking che parla al telefono, sembrerebbe il ragazzo della reception.
Mi avvicino e aspetto che finisca di parlare, mette giù il telefono e mi guarda sorridendo.
«Ciao, dove posso prendere dei caffè?» Domando gentilmente.
«Faccio io signorina Posey.»
Cosa?!
Mi ha chiamato veramente con il cognome di Tyler?
Non siamo sposati!
"Non manca molto!" Grida la vocina, certe volte non la sopporto.
Il ragazzo di prima arriva e mi passa i caffè facendomi un grande sorriso, lo ringrazio facendo un cenno con il capo e ritorno di sopra.
«Ecco a lei Mr. Simpatia.» Sorrido poggiando il suo caffè sulla scrivania.
«Grazie signorina Posey.»
Bevo un sorso ma mi fermo di colpo analizzando la frase, alzo lo sguardo di colpo e appoggio il caffè sulla scrivania.
«Sei tu che hai detto a tutti di chiamarmi così?» Domando incrociando le braccia.
«Si.» Risponde soltanto e io lo guardo aspettandomi una spiegazione.
«Sai quando mi hai chiesto se tu dovessi metterti un cartello con scritto "proprietà privata"? È quello che farò. Ovviamente non ti metterai un cartello ma porterai il mio cognome, non voglio che ti guardino o ti tocchino sei di mia proprietà.» Aggiunge serio e io rimango con la bocca aperta non sapendo che cosa dire.
"Sei come una sua auto"
«Tranquilla ti ci abituerai.» Mi rassicura e io abbasso lo sguardo.
«Quindi non sarò più la "signorina Reed"?» Chiedo battendo il dito ripetutamente sul bicchierino di plastica tra le mani.
«Non qui.» Risponde e io alzo lo sguardo sorridendo.
«A casa?»
«Sarai la signorina Reed, solamente qui e nei luoghi pubblici sarai la signorina Posey.» Risponde prendendo il telefono tra le mani.
«Va bene.» Mormoro e lui mi fa un sorriso per poi rispondere.
Beh, almeno quelle ragazze odiose non lo toccheranno.

Innamorata del mio capo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora