Il suo profumo, i miei ricordi

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Inizio a prepararmi per la festa di Chris, ma al momento è l'ultima cosa che vorrei fare.
Vorrei passare tutto il sabato sera nel letto a vedere serie tv in pigiama, ma a quanto pare sarò costretta a mettermi in ghingheri e a sorridere e salutare chiunque incontri sul mio cammino.

Andrò a prepararmi a casa della festeggiata, ma il solo pensiero di dover preparare tutto il necessario mi stanca.

Preparo un borsone con dentro un vestito e il pigiama che teoricamente mi dovrebbe servire per stare con lei dopo la festa, ma dubito che dormiremo realmente.

Scendo di le scale di casa con aria svogliata chiedendomi perché la mia vita debba esssere così noiosa.

Devo sempre fare qualcosa, devo sempre rispettare delle regole e come dice mia madre "sacrificarmi per la felicità altrui".

Forse continuo a ripetermi di non voler andare a quella maledetta festa solo perché non voglio ammettere che è l'evento che aspetto da giorni.
Forse lo voglio solo per dimenticare tutti problemi degli ultimi giorni, ma dubito che ubriacarmi e ballare per due ore mi aiuterà a risolverli.

Mia madre mi accompagna in macchina a casa di Chris, dove ci prepariamo in due ore per quello che mi è stato raccontato come l'evento dell'anno.

Quando arrivo a casa di Zeke non posso non notare la cura con cui tutto è stato disposto...le decorazioni sono fini ed eleganti, il che fa pensare che la festa sia di chiunque tranne che della mia migliore amica.

Al fondo due palloncini alti un metro formano il numero 17.

-Sei pronta a passare la serata a scattare foto con quei fantastici palloncini!-

-Certo!-

Zeke scende dalle scale per avvicinarsi a noi e per dare un rapido bacio a Chris.

-Allora amore...ti piace come ho decorato la casa per il tuo compleanno-

-Qualunque cosa sarebbe stata perfetta...-

Prima che me ne possa rendere conto mi trovo un'altra volta a essere di troppo e a fissare questi due che si sbaciucchiano.
Sento il diabete aumentare nelle mie vene e al momento non posso fare a meno di pensare se anche io e Quattro fossimo così maledettamente disgustosi.

Alle 8 i primi invitati fanno il loro ingresso in casa.

Io e Chris aquisiamo subito il monopolio dei due palloncini e passiamo circa un'ora a scattarci foto assurde.

Poi Zeke si porta di nuovo via la mia migliore amica e mi ritrovo per l'ennesima volta a dover passare il mio tempo in mezzo a molte persone, ma allo stesso tempo completamente sola.

Parlo per un po' con Ryan, ma mi stufo velocemente di sentirlo parlare del suo trasferimento.
Spesso fingo di ascoltarlo e annuisco periodicamente, altre volte quando lo vedo sorridere per quella che penso sia una battuta mi metto a ridere con una risata fragorosa.

Ma in tutto questo tempo passato insieme, non ho ascoltato nemmeno una parola.

A un certo punto, con la scusa di non sentirmi bene, salgo al piano di sopra senza una meta precisa, ma poi la vedo.

Una porta color ciliegio con la maniglia dorata.

So che dentro a quella camera mi sono forse innamorata per la prima volta di quel giovane solitario che si è rivelato essere la persona perfetta per me.

Forse in quella stanza non mi sono innamorata di lui...effettivamente ci eravamo conosciuti da troppo poco tempo, ma sono sicura che lì dentro sia scattata la prima scintilla.

Non resisto alla tentazione, abbasso la maniglia della porta ed entro.

La stanza è identica a quel giorno.

Mi ricordo ogni singolo dettaglio di quel risveglio, mi ricordo la luce del sole, la posizione dei mobili, ma soprattutto mi ricordo lui.

Apro l'armadio dove credo che tenga i vestiti e mi immergo in un azione che penso mi farà più male che bene.
Annuso ogni singola maglietta e non posso che non pensare a ogni istante passato insieme.

Trovo la maglietta che sono quasi certa che indossasse durante la gita a New York e cerco di aggrapparmi a quanti più ricordi possibili...cerco di ricordarmi Brooklyn, le foto a Times Square e il picnic a Central Park e scopro che ogni singolo attimo e scolpito sia nel cuore che nella mente.

Potrebbe sembrare una frase stupida, ma ogni volta che penso a questi luoghi una piccola fitta mi fa vibrare il cuore, come se il mio stesso cuore stesse cercando di dirmi che il ricordi a cui sto pensando sono scolpiti dentro di lui.

La porta della camera si apre e Zeke compare sulla soglia.

Mi affretto ad asciugare la lacrima che mi sta bagnando la guancia sinistra e dico con aria frettolosa:

-Hai bisogno di qualcosa?-

-Sono soltanto venuto a vedere come stessi-

-Sto benissimo...torna pure da Chris, probabilmente ti starà cercando-

-Chris può aspettare...-

Si avvicina sempre più a me fino ad avvolgermi in un abbraccio.

Rimaniamo così per un po', fino a quando non smetto di singhiozzare.

Lui continua ad asciugare ogni mia lacrima e ad accarezzarmi i capelli con dolcezza.

-A volte non è necessario mostrarsi forti e morire dentro...gli amici servono soprattutto in questi casi-

-Farà meno male prima o poi?-

-Non so quanto ci vorrà, ma sono sicuro che con il tempo passerà-

-Ne sei certo?-

-No, ma sappi che se avrai bisogno di qualsiasi cosa io sarò pronto ad ascoltarti-

Zeke esce dalla stanza,lasciandomi stesa sul letto tra singhiozzi e ricordi.

My name is BeatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora