TRACK 11: NERVOUS, Shawn Mendes
I get a little bit nervous
around you,
get a little bit stressed out
when I think about you
<<Quest'anno il titolo è nostro>>Comincia così la stagione di Max, entrando per la prima volta nel box del circuito di Catalogna e già con la testa alla prima gara.
Si guarda attorno, la macchina lì davanti ai suoi occhi, pronta per tornare in pista, i meccanici che non vedono l'ora di mettersi alla prova e che lo osservano estasiati come lui osserva loro. Max li scruta, cerca quella stessa voglia. Quella scintilla. Quella cosa in più, che separa i campioni dalla gente qualunque.
Quello è il suo anno, se lo sente.
Vuole prendersi un altro record: essere il più giovane campione del mondo e non si fermerà finché non avrà ottenuto ciò che vuole.
Infila il casco mentre il capo tecnico è ancora intento a spiegargli la strategia per la giornata di test e subito ne percepisce il peso, quella bolla che lo separa dal resto del mondo. Quando poi si infila nella RedBull monoposto prende un grosso respiro. Finalmente è a casa.
Quel brivido che gli sale su per la schiena ogni volta che il motore prende vita accende qualcosa in lui, qualcosa che gli fa prendere anche i test come una gara. Esce prima di Daniel dalla pit lane, mentre la RedBull con il numero tre lo segue a ruota. Ci sono tanti dubbi sulla macchina annata duemiladiciotto: il motore, la power unit, l'affidabilità. Max però, non appena comincia a spingere e sente la potenza nelle mani, lascia qualsiasi punto interrogativo nei box e vola sul tracciato come se avesse sotto di sé il purosangue più veloce del mondo.
Anche se il vero cavallino in pista, quello guidato da Charles Leclerc e Sebastian Vettel, è rosso opaco e corre molto più forte di lui.
I pensieri di Daniel Ricciardo, pochi centimetri dietro Max, sono totalmente diversi da quelli del compagno di squadra e anche se riesce a tenerli a bada finché è in pista, una volta nei box prendono il sopravvento.
Infatti, la prima cosa che guarda sul foglietto delle telemetrie non sono i suoi tempi ma quelli di Max.
E in quel momento si maledice per non aver cambiato squadra.
Daniel Ricciardo è uno che ci mette il cuore in quello che fa. Il suo modo di correre è diverso da quello di Max perché diversa è anche la psicologia che c'è dietro. Max non solo ha bisogno di correre, ha bisogno anche di vincere. Se dovesse avere anche una probabilità di vittoria dello 0,0001% lui ci proverebbe perché è un animale da gara, aggressivo come quello che i fan gli hanno affiancato: il leone.
Daniel invece corre perché ama correre. Certo tutti sono lì per vincere, lui compreso, ed è bravissimo a lottare per guadagnarsi ogni posizione, ma non è quello il suo scopo ultimo. A Daniel basta entrare in macchina e premere l'acceleratore e far sempre il meglio possibile. Ogni curva, ogni rettilineo, ogni sorpasso, li fa con una passione che pochi hanno nel paddock. E' una guida di qualità la sua, l'eventuale vittoria solo una riconferma di quanto la passione e l'impegno possano portare a risultati eccellenti.
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THE THREE OF US // MAXIEL
أدب الهواةIl 3 è un numero che mi perseguita. Ce l'ho tatuato sul braccio da prima che tutto iniziasse. Lo vedo ovunque, ci rincorriamo a vicenda. 3 è il numero civico di casa, 300 i metri che la separano dal confine con Monaco, 3 le volte in cui ho provato...