OFFICINA GIOTTI

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TRACK 1: ROYALS, Lorde
And we'll never be royals
it don't run in our blood



TRACK 1: ROYALS, LordeAnd we'll never be royals it don't run in our blood

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Monte Carlo è un diamante raro.

Lì è tutto diverso: i profumi, i colori, le luci. E' difficile spiegare la sua magia. E' una bolla fuori dal mondo, inattaccabile dalla boriosa vita fuori dai confini del principato. E' un'eccezione.

Ed è anche un po' il posto di chi ha realizzato i propri sogni, quindi è un sogno ad occhi aperti fatto di oro colato, champagne e lampadari di cristallo.

Monte Carlo è uno status. E' avere tutto e avere niente.

Luogo di perdizione, di magnificenza e raffinatezza e questo e molto più.

Certo, se non sei un meccanico.

Se non vivi al di là del confine, così vicino a tutto questo tanto da sfiorarlo quotidianamente, ma non abbastanza. Se sei diverso, se non gli appartieni.

Monte Carlo ha le sue regole non scritte e le regole dicono che se non puoi permetterti di vivere giù in città non puoi considerarti parte di questa piccola magia.
In realtà dovresti possedere anche una macchina da almeno 80.000mila euro, ma di quelle a Ginevra ne sono passate tra le mani abbastanza per una vita intera.

Così Ginevra vive a pochi passi da ciò di cui ha sempre desiderato far parte, a trecento metri dal confine, ed è lì che la sua famiglia gestisce, da così tante generazioni che ormai è difficile contarle, un'officina. Il fatto che sia una delle migliori officine di Monaco avvalora la tesi per la quale nessuno in famiglia potrebbe desiderare di fare altro nella vita, e quindi dall'età di diciassette anni sono tutti finiti a lavorare lì, nonni, genitori, nipoti, cugini, parenti acquisiti, persino i gatti.

Non importa quali siano le tue aspirazioni, sgobbare in officina deve essere ciò che hai sempre voluto fare.

Quando Ginevra era più piccola credeva che per lei le cose sarebbero state diverse. Ha preso in giro per due interi anni Dom, suo fratello grande, perché da "andare ogni tanto a dare una mano a papà" si era ritrovato incastrato in quel tugurio giorno e notte. La stessa cosa è successa anche a Jaques, suo cugino, l'estate del suo terzo anno di liceo. Un giorno era lì con lei, in giro a far festa tutta la notte, quello dopo le macchine erano diventate la sua vita. Con me sarà diverso, continuava però a pensare. Passava le sue giornate in un mondo che non sarebbe stato mai suo, con una borsa firmata tra le mani e la testa alta, a braccetto con le amiche di una vita per le strade della città che volevano conquistare. Avere un piede piantato in quella vita sfarzosa che adorava era tutto ciò che le dava speranza.

Alla fine però, hanno catturato anche lei.

E oggi, come quasi tutti i giorni della sua vita da quattro anni, con una mezza sigaretta tra le labbra e i capelli legati in una coda disordinata, una mano impegnata a portare un vassoio di caffè e l'altra gettata nella tasca posteriore del jeans per scansare il freddo pungente di dicembre, varca i cancelli dell'Officina Giotti.

THE THREE OF US // MAXIELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora