Capitolo 8

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Leslie

La settimana successiva passò decisamente del tutto velocemente, ma fortunatamente anche tranquillamente. Mandai tutte le foto che avevo scattato al Duomo a Peter e lui ne rimase del tutto entusiasta. Mi ringraziò da morire e mi disse che avrebbe voluto essere stato lì con me, ma che purtroppo mancava poco tempo all'inizio dei casting per il ruolo di Ethan e che quindi non avrebbe mai potuto venire a trovarmi. L'unico problema riguardo alla produzione del film era che ancora non avessero trovato l'attrice perfetta per interpretare Selly, infatti Peter –del tutto esasperato– mi chiese se fosse raro trovare una persona come lei.

Io allora gli risposi che Selly assomigliava parecchio a me in un miliardo di cose e Peter era scoppiato a ridere.

«Sì, infatti Selly sei tu, o meglio, ho preso spunto da te per il suo personaggio» mi disse dopo essersi calmato ed io allora ricordo di aver scosso la testa divertita dicendogli che non avrebbe mai trovato una come Selly perché ero unica al mondo. Lui però l'aveva presa sul serio e mi rispose che lo sapeva e che io gli mancavo da morire. Mi disse che mancavo a tutti quanti, poi mi aggiornò sulla mia famiglia. Mi spiegò che si erano trasferiti a Sydney da mia nonna perché stare in casa nostra ricordava loro di me e questo li faceva stare male. Cassidy, invece di andare con loro, era rimasta a casa mia promettendo ai miei che non avrebbe combinato casini e che sarebbe stata bene sebbene passasse le intere giornate a casa di Peter piuttosto che a casa mia.

Peter inoltre mi disse che lui, Cass, John, Vincent e Levi erano usciti insieme qualche volta e che vedevano Levi stare meglio cercando di non soffrire. Dopo di che, Peter mi chiese come stessi ed io gli dissi che non riuscivo a dimenticare Levi e che ogni giorno lottavo per non soffrire per lui ma alla fine crollavo in un pianto disperato o lo sognavo. La conversazione terminò dopo poco tempo.

Il giorno dei provini arrivò troppo velocemente, invece. Ero seduta davanti alla televisione con una tazza di cioccolata calda fumante in mano, sotto le coperte. Ero da sola in casa perché Sebastian se la stava spassando con Lexie da qualche parte e infondo non potevo dar loro torto visto quant'erano innamorati. Non sapevo dove fossero di preciso né sapevo cosa stessero facendo, ma era ovvio a tutti che quei due erano la coppia perfetta. Cercavano di vedersi il più spesso possibile e non si separavano quasi mai. Io ero l'unico motivo di Sebastian per non far trasferire Lexie nell'appartamento, lo sapevo, e mi dispiaceva davvero essere d'intralcio. Odiavo i momenti in cui Cassidy veniva a trovare me e Levi a casa nostra sebbene fosse la mia migliore amica, figurarsi quanto dovesse odiarmi Lexie per non permetterle di stare tutto il tempo con Sebastian!

Accesi la tv e iniziai a fare zapping sui canali. Amavo quei momenti in cui ero sola e non sapevo cosa fare. Mi rilassavano. Lasciavo che tutta la giornata trascorresse in modo pigro e mi mettevo a guardare delle serie su Netflix o dei film in televisione. Non facevo mai nulla di produttivo e mi andava bene.

Un paio di volte Isabella mi aveva ordinato di uscire e di non stare sempre rinchiusa in casa, ma io avevo preso in considerazione la cosa e l'avevo subito scartata la domenica successiva quando avrei dovuto metterla in atto. La verità era che non mi andava di uscire. Le mie nuove amicizie mi andavano bene e non volevo conoscere dei ragazzi, quindi che cosa avrebbe potuto trattenermi dal restare a casa in tutta tranquillità?

Continuai a fare zapping sui canali passando da quelli italiani a quelli australiani fino a quando mi imbattei nell'immagine di Levi, così mi paralizzai e per poco non mi cadde anche la tazza di cioccolata calda dalle mani.

«Levi Martin, il nostro Peter Pan ormai cresciuto, ha ottenuto la parte di Ethan dal film tratto dal libro di Peter Parkinson. Adesso siamo in collegamento con lui da Los Angeles» disse la signora al telegiornale. Sicuramente si trattava di una replica della mattina perché in Australia adesso era mezzanotte e sicuramente non potevano intervistare qualcuno a quell'orario... insomma, chi lo avrebbe visto? Beh, infondo persino a Los Angeles era troppo presto per un'intervista! Erano solo le sette circa!

Ho perso la mia Stella #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora