Capitolo 22

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Leslie

Sul viso di Levi si materializzò un sorriso enorme e in meno di qualche secondo lasciò andare Lila mandando tutto il resto a farsi fottere e corse verso di me.

Quando entrambi ci scontrammo, mi aggrappai disperatamente a lui. Dio, se mi era mancato.

Le sue labbra si intrecciarono immediatamente alle mie e mi sembrò di essere appena tornata a respirare dopo un lungo periodo di ibernazione. Levi era il mio tutto e mi aveva appena fatta tornare felice e piena di vita.

La sua lingua riuscì ad entrare in contatto con la mia ed io lasciai che si intrecciassero dopo tantissimo tempo che non lo facevano. Le sue labbra morbide e rosee mi tentarono così le mordicchiai lievemente. Per poco non gli uscii un gemito dalle labbra, ma le sue braccia si avvolsero attorno alla mia vita, le sue dita che ripercorrevano la forma dei miei fianchi. Le mie braccia si avvolsero attorno al suo collo per poi toccargli i capelli, ormai corti, ma era sempre bello poterlo avere così vicino a me, nonostante alcune cose fossero cambiate.

Avrei tanto voluto avvolgere le mie gambe attorno alla sua vita, ma ricordavo di non essere da sola con lui sebbene mi sembrasse che fossimo rimasti solo io e lui sulla faccia della Terra.

Non riuscivo a credere di aver resistito così tanto senza di lui e non riuscivo a credere che lo avessi quasi del tutto dimenticato. Com'era stato possibile? Solo per via di Stephan? Non c'era paragone tra lui e Levi. Levi era l'amore della mia vita e lo sarebbe sempre stato.

Quando rimanemmo entrambi senza fiato, ci distaccammo. Le mani di Levi raggiunsero subito il mio viso. I suoi occhi erano increduli, probabilmente perché non pensava che sarebbe riuscito a vedermi mai più.

I miei occhi si riempirono di lacrime di felicità e abbracciai Levi più forte che potessi, il suo corpo era ancora una calamita per il mio.

«Non riesco a credere che tu sia veramente qui» sussurrai incredula, quasi sull'orlo di vere lacrime.

«Non riesco a crederlo neanch'io, angelo mio» rispose lui accarezzandomi i capelli dolcemente, poi mi scostò dal suo abbraccio, ma solo per potermi guardare dritta negli occhi. Un solo sguardo e mi ritrovai persa in quell'oceano blu che erano i suoi occhi. Dio, ma come avevo potuto resistere senza quegli occhi?

«Come hai fatto a convincere la produzione a filmare le scene proprio qui a Milano?» gli domandai ancora, una lacrima mi scivolò sul viso, ma la mano di Levi, dolcemente e prontamente, la asciugò. Cavolo, mi era mancato persino il suo tocco delicato e dolce! Come avevo potuto superare tutto questo?

Era come se una volta dopo aver vissuto un'intera vita in Paradiso con un angelo, fossi improvvisamente precipitata all'Inferno e me lo fossi fatto piacere nonostante tutto il dolore e le cose che mi erano successe. Come avevo potuto dimenticare il mio Paradiso? Come avevo potuto dimenticare Levi?

«In realtà non sono stato io» mi spiegò «Questo lo dobbiamo entrambi a Peter, che ti vuole un bene così enorme da convincere la produzione a filmare qui»

«C'è anche Peter?» domandai a corto di fiato.

«Ovvio che ci sono! Non potrei mai mancare!» rispose una voce proveniente da dietro Levi.

Mi sporsi e vidi il mio migliore amico, il mio Adulatore lì in piedi e a braccia aperte aspettando che mi buttassi tra le sue braccia.

Non potei non trattenere un sorriso e mi distolsi da Levi solo per poter piombare addosso a Peter. Le mie gambe si allacciarono subito alla sua vita e lui mi strinse fortissimo a sé. Il mio migliore amico mi era mancato più di quanto volessi dimostrare.

Ho perso la mia Stella #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora